Caso Claps: sospetti su Restivo per analogie con l’omicidio nel Dorset

Pubblicato il 14 Aprile 2010 - 10:34 OLTRE 6 MESI FA

Danilo Restivo

L’omicidio Claps ha punti in comune con l’assassinio di Heather Burnett, in Inghilterra, per il quale venne fermato lo stesso Danilo Restivo, unico indagato nel caso della ragazza italiana scomparsa nel 1993.

Il delitto inglese avvenne il 12 novembre 2002, nella contea britannica del Dorset. Burnett, madre di due ragazzi, era vicina di casa di Restivo. Venne massacrata a martellate, mutilata e lasciata morire nella vasca da bagno. Come Elisa Claps, anche Heather aveva il reggiseno reciso sul davanti.

A dare l’anticipazione, in attesa della perizia medico-legale, l’Agenzia dei giornali locali del Gruppo Espresso, con un articolo a firma di Natalia Andreani.

Per il caso Burnett,  Restivo venne “fermato dalla polizia in un parco del Dorset, in atteggiamento sospetto. Con sé ha un grosso borsone. I detective gli chiedono di aprirlo e restano sbigottiti. Dentro ci sono un paio di guanti, un paio di frobici, un coltello, un passamontagna, dei grandi teli di plastica. E poi c’è un cambio di abiti: abiti identici a quelli che Danilo indossa in quel momento”. Fu interrogato, ma poi rilasciato.

Mentre a potenza le indagini sull’omicidio Claps procedono. Due le testimonianze che, secondo l’Agl, gli inquirenti ritengono fondamentali: due donne, coetanee di Elisa, hanno raccontato che all’epoca dell’omicidio erano state avvicinate da Restivo e che lui aveva dato a entrambe appuntamento in chiesa, la chiesa della Santissima Trinità.

L’Agl torna poi sulla cronologia della vicenda, e in particolare del ritrovamento del cadavere. I resti di Elisa furono rinvenuti nel gennaio scorso, due mesi prima della scoperta “ufficiale”, da due donne delle pulizie salite nel sottotetto assieme a don Wagno, vice parroco della Santissima Trinità: il corpo della ragazza era coperto da due sacchi della spazzatura. Fu proprio il giovane sacerdote brasiliano, che da settimane si è isolato in un seminario, a chiedere alle donne di spostare quei sacchi.

Il parroco, Don Ambrogio, e il vescovo di Potenza, monsignor Agostino Superbo, hanno sempre negato di aver saputo del cadavere prima del 17 marzo. Quel giorno una ditta era stata chiamata a fare una riparazione e gli operai avevano fatto la macabra scoperta. Ora da ambienti giudiziari filtra la notizia che la curia si era rivolta a quella ditta già a gennaio, ma per una serie di contrattempi l’azienda aveva fatto silittare i lavori.

Per il legale della famiglia Claps, Giuliana Scarpetta, le analogie scoperte disegnano un quadro chiaro, che porta in “una sola direzione”: verso l’unico indagato Danilo Restivo.

E a proposito delle disposizioni degli inquirenti, che produrranno un ulteriore rinvio dei funerali di Elisa, l’avvocato risponde: “Questo è un momento molto delicato per le indagini. E queste indagini sono necessarie. Anche a me avrebbe fatto piacere celebrare il funerale che Elisa merita. Ma in questo momento è preliminare arrivare alla verità”.

Tornando alla perizia del consulente della procura Francesco Introna, blindata nei giorni scorsi, l’avvocato Scarpetta ha detto: “La perizia è stata secretata per 30 giorni. Può darsi anche però che gli inquirenti decidano che non è necessario tutto questo tempo, e che la salma di Elisa venga restituita prima alla famiglia”.

“Sono felice per loro che già sanno tutto, nonostante la perizia sia stata secretata per 30 giorni dalla procura”. Così, con tono ironico, l’avvocato di Danilo Restivo, Mario Marinelli, replica al legale della famiglia. L’avvocato Giuliana Scarpetta, cui è affidata la difesa della famiglia Claps, ha infatti sostenuto di avere un “quadro chiaro”, che andrebbe “in una sola direzione”: Danilo Restivo.

L’indagato si è invece sempre dichiarato innocente. “Noi abbiamo soltanto ricevuto una notifica di secretazione della perizia autoptica della procura”, ha concluso l’avvocato Marinelli, in viaggio verso Salerno per prendere parte all’incidente probatorio che sarà avviato mercoledì.