Claudio Giardiello, killer del Tribunale di Milano, condannato per bancarotta

di redazione Blitz
Pubblicato il 14 Febbraio 2017 - 13:04 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – E’ stato condannato a 4 anni e mezzo di carcere per bancarotta Claudio Giardiello, l’immobiliarista che la mattina del 9 aprile del 2015, poco dopo l’inizio dell’udienza del processo che si è chiuso oggi in primo grado, fece una strage nel Palazzo di Giustizia di Milano, uccidendo l’avvocato-testimone Lorenzo Claris Appiani, il coimputato Giorgio Erba e il giudice Fernando Ciampi, che si era occupato del fallimento della sua società, Immobiliare Magenta. Per la strage è già stato condannato all’ergastolo a Brescia.

 

Il pubblico ministero Gaetano Ruta nella scorsa udienza aveva chiesto 8 anni di carcere per Giardiello, e due anni di reclusione per il nipote dell’immobiliarista, Davide Limongelli (che venne ferito quella mattina), e la cognata Anna Di Nunno, chiedendo, però, per questi due l’esclusione delle aggravanti e il riconoscimento delle attenuanti generiche.

Al processo sono imputati anche Massimo D’Anzuoni, che il giorno della strage in Tribunale sarebbe stato un altro obiettivo dell’immobiliarista se quest’ultimo non fosse stato arrestato, e Silvio Tonani. Per questi due il pm ha chiesto l’assoluzione in quanto rispondevano solo del capo di imputazione legato alle vicende della Miani, società nella quale l’immobiliare Magenta aveva una partecipazione.

Giardiello aveva litigato spesso con i suoi soci e aveva più volte minacciato di morte anche il suo stesso nipote e coimputato Limongelli, in quanto si era “sentito defraudato dai soci e congiunti che, a suo avviso, si sarebbero arricchiti a suo danno”.