Clochard, la strage silenziosa: un morto al giorno nel 2022, non solo per il freddo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Febbraio 2022 - 12:16 OLTRE 6 MESI FA
Clochard, la strage silenziosa dei senzatetto: un morto al giorno nel 2022

Clochard, la strage silenziosa dei senzatetto: un morto al giorno nel 2022 FOTO ANSA

Cinquanta clochard morti dal 1 gennaio 2022, uno al giorno: 246 i decessi nel 2021 e 208 nel 2020; sono le cifre “terribili” diffuse dalla Fio.Pds. La Federazione italiana organismi per le Persone senza fissa dimora, numeri “che raccontano una strage ai più invisibile”. “Ogni anno” spiega un report delle Federazione, “all’arrivo delle prime giornate di freddo invernale, siamo chiamati a commentare la cronaca di alcune morti in strada. L’Emergenza Freddo, che emergenza non può essere. Il dato è invece molto diverso e ben più pesante. I senza dimora muoiono tutti i mesi, non solo d’inverno, nelle ultime quattro stagioni 79 sono deceduti d’inverno, 53 in primavera, altri 53 in estate e 60 in autunno”.

La strage silenziosa dei clochard

Le persone decedute, continua anche la nota, portavano con sé “tutti i tratti di una grave emarginazione adulta fatta di grande sofferenza. E di uno stato di degrado personale (volti o corpi affaticati, salute psico-fisica compromessa, stato di abbandono, isolamento relazionale). Al 92% erano uomini, per due terzi stranieri e, dai dati raccolti, con una età media di 49 anni“.

“Il luogo di ritrovamento – fa sapere inoltre la Federazione – racconta che la causa principale non è il freddo. Non è stato sempre facile infatti risalire alle ragioni primarie ma sempre grazie alla ricostruzione di chi conosceva le persone è stato possibile riscontrare come il 60% dei decessi è per incidente/violenza/suicidio e il 40% per motivi di salute”.

Le condizioni precarie di salute

La salute delle persone senza dimora è uno degli aspetti più importanti su cui da anni i servizi del lavoro sociale provano a lavorare, “eppure – lamenta la nota – l’accesso ai servizi di cura o l’avvio di percorsi di prevenzione sono ad oggi difficilissimi da realizzare”. “Oggi avere una casa rappresenta la base sicura per poter vivere e partecipare attivamente alla vita sociale di una comunità” dice la presidente Cristina Avonto, “non averla significa compromettere buona parte dei diritti di cittadinanza e di integrazione. Serve un sistema organico di intervento che interrompa una così silenziosa strage.”