Codacons accusò Fedez di diffamazione. Per i pm “rapper aveva diritto di criticare” e archivia

di Lorenzo Briotti
Pubblicato il 9 Dicembre 2020 - 13:35 OLTRE 6 MESI FA
fedez, chiara ferragni. Ansa

Codacons accusò Fedez (nella foto Ansa insieme alla moglie Chiara Ferragni alla crimonia dell’Ambrogino d’oro) di diffamazione. Per i pm “rapper aveva diritto di criticare” e archivia

Fedez, i pm archiviano l’accusa di diffamazione sollevata dal Codacons nei confronti di Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, lo scorso mese di maggio.

L’accusa era partita dopo l’avvio della raccolta fondi decisa da Fedez e la moglie Chiara Ferragni a marzo scorso insieme al giornalista Salvo Sottile su Gofundme.

Il Codacons denunciò la coppia ed accusò la piattaforma usata per la raccolta fondi in favore della sanità italiana, di applicare commissioni “ingannevoli”.  

I Fedez ottennero infatti un provvedimento d’urgenza dell’Autorità che dichiarò illecito il meccanismo di applicazione delle commissioni a carico dei donatori. 

La raccolta, è bene ricordarlo, ha poi portato alla realizzazione in poco tempo di una nuova terapia intensiva all’ospedale San Raffaele di Milano. Il bel gesto ha fatto conferire, in queste ore, l’Ambrogino d’oro a Fedez e la moglie dal sindaco di Milano Giuseppe Sala. 

La presunta diffamazione nei confronti del Codacons

Proprio la procedura che impediva di applicare commissioni a carico dei donatori non era piaciuta al Codacons. Fedez, dal canto suo, si era detto “basito” ed aveva replicato in modo duro. Da qui era partita la presunta diffamazione nei confronti del Codacons.

 “Non è una guerra fra me e Codacons: sta cercando di bloccare tutte le raccolte fondi su Gofundme” aveva detto Fedez. “Forse non sanno che è la piattaforma più usata al mondo per le raccolte”. 

“La proposta del Codacons sarebbe quella di bloccare tutte le raccolte fondi private” aveva ancora spiegato il rapper milanese in un video: “Cioè tutti i milioni di euro raccolti per aiutare gli ospedali pubblici, cancellarli e stopparli”.

“Io sono allibito, qualcuno li fermi”, aveva scritto acora Fedez in risposta all’associazione che aveva chiesto di “volerci vedere chiaro sulla raccolta fondi avviata da Fedez e Chiara Ferragni”. 

Il rapper era stato poi duro ed aveva detto, rivolto al Codacons: “Potete andare a fare in c**o”.

Codacons aveva spiegato cosa contestava a Fedez 

Sull’accusa di voler “bloccare le raccolte fondi private”, il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, era intervenuto subito dicendo: “Ma quando mai”.

“Noi abbiamo chiesto con un atto formale al Governo che i soldi siano versati direttamente sul conto della Protezione Civile, perché almeno è un ente pubblico, e non si rischia che i privati non le destinino a chi devono”.

Rienzi si era poi rivolto a “un signore, che credo sia un cantante” parlando di “gente che passa la vita dentro un armadio o in alberghi di lusso, vendono l’immagine di un bambino di due anni contro tutte le norme internazionali a tutela del fanciullo e che si vende l’acqua della fontana a 9 euro al litro: non mi sembra ci sia altro da aggiungere”.

Per i pm, il “Codacons ha esposto Fedez a gogna mediatica”

Il pm milanese ha spiegato che il Codacons ha ritenuto di essere stato offeso e sottoposto da Fedez a “una vera e propria gogna mediatica”.

Per il pm, l’associazione aveva motivato la cosa “in modo assai confuso, contorto e per certi aspetti non aderente agli stessi fatti allegati o dedotti”.

Stando sempre alle parole del Pm, Fedez avrebbe invece dato una “giustificabile, pertinente e continente risposta all’iniziativa del Codacons”, che avrebbe mirato in qualche modo a paralizzare la raccolta dei Ferragnez per l’ospedale in Lombardia.

Da qui la richiesta di archiviazione “per manifesta infondatezza della notizia di reato” della querela per diffamazione presentata dal Codacons contro Fedez. 

Il cantante ha quindi, secondo i magistrati, legittimamente criticato. In sua difesa si è applicato il “diritto di critica”. Il Codacons, se vorrà, potrà ora opporsi all’archiviazione (fonte: FanPage, Ansa).