Cogoleto, nascosero bimba bielorussa: 7 condannati in appello

Pubblicato il 18 Marzo 2010 - 21:11 OLTRE 6 MESI FA

Don Danilo Grillo, il parroco di Cogoleto, è stato condannato oggi in appello a otto mesi con la condizionale per sottrazione di minore insieme con i coniugi Giusto, affidatari della bimba bielorussa Vika, a tre «nonni» e ad un altro sacerdote.

In primo grado furono tutti assolti.

Alessandro Giusto e la moglie Maria Chiara Bornacin che avevano in affidamento per le vacanze Vika, insieme ai ‘nonni’ paterni Bartolomeo Giusto e Maria Bondi, alla ‘nonna’ materna Maria Elena Dagnino e d’accordo con don Grillo, la tennero nascosta nel convento in Val d’Aosta di cui era responsabile don Francis Darbellay.

Nel convento la bimba rimase per 20 giorni, dal 7 al 27 settembre 2006 insieme alle due ‘nonne’. L’intento dei coniugi Giusto era quello di non farla tornare subito in patria dove, secondo loro, avrebbe subito abusi nell’orfanotrofio di Vileika.

«Non sequestrammo nessuno – hadetto don Grillo – si doveva perdere tempo per trovare una tutela per questa bimba. Volevamo solo difenderla e che si prendesse coscienza che aveva subito violenze e non erano invenzioni».

La vicenda, oltre che un caso umano che spaccò in due l’opinione pubblica, assunse i contorni di un caso diplomatico. Il governo di Minsk, a seguito di questa vicenda, minacciò infatti di interrompere i rapporti con l’Italia, di sospendere gli oltre 150 casi di procedimenti adottivi pendenti e di non far più venire in Italia i bambini in vacanza terapeutica.