Concertone 1 Maggio a Roma in memoria di Giulio Regeni FOTO

di redazione Blitz
Pubblicato il 1 Maggio 2016 - 17:34 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Concertone del Primo Maggio in memoria di Giulio Regeni. A ricordare il giovane ricercatore italiano ucciso al Cairo in circostanze ancora troppo misteriose, è stato il conduttore Luca Barbarossa dal palco di San Giovanni a Roma: “C’era un ragazzo di 28 anni… Si chiama Giulio Regeni e vive in ognuno di noi per chiedere giustizia e verità”. In piazza, secondo le stime degli organizzatori, erano in 500mila.

Dopo il tributo a Regeni, con la foto sui maxi schermi Barbarossa, ha intonato Here’s to you, di Ennio Morricone, il brano composto dal maestro premio Oscar per il film su Sacco e Vanzetti e da sempre inno contro la violenza sugli innocenti.

In un messaggio Paola e Claudio Regeni, genitori di Giulio, hanno ringraziato Piazza San Giovanni: “Grazie mille a tutti voi. Che siete qui per divertirvi, cantare e chiedere insieme il rispetto dei diritti per tutte le persone, grazie! Non smettiamo di chiedere insieme verità per Giulio e tutte le persone che sono state private dei diritti e delle libertà. Buon Primo Maggio a tutti”.

Il via al Concertone a Roma, promosso dai sindacati e in diretta tv su Rai3 e su Radio2, lo ha dato la Bandabardò. A scatenare la folla – che ha sfidato i nuvoloni grigi e le misure di sicurezza che sono state rafforzate – ci hanno pensato i Perturbazione, scesi dal palco per cantare con i ragazzi delle prime file, e i Modena City Ramblers con la Fanfara di Tirana, presenza quasi fissa dell’appuntamento romano. Il gruppo folk emiliano ha portato due tra i suoi brani più famosi e conosciuti: I cento passi e Bella Ciao. Sul palco anche Gianluca Grignani che si è schierato con il “popolo” (“io non sono né di destra né di sinistra”).

L’unico incidente di percorso, relegato poi nella categoria “errore umano” dagli organizzatori, ha riguardato i Marlene Kuntz. La band piemontese, amareggiata e piuttosto arrabbiata, ha lasciato il palco in anticipo per un’incomprensione con la regia. “Ci hanno penalizzato, eppure facciamo musica da 25 anni. Meritavamo meno disattenzione”. A risarcimento del “danno”, i Marlene Kuntz sono stati invitati già per il prossimo anno, primi ospiti annunciati del Concertone 2017.

Protagonisti della serata gli Skunk Anansie, che hanno infiammato la piazza con il set più lungo, durato quasi mezz’ora. Accolti tra urla e cori anche Max Gazzè, Fabrizio Moro, Tiromancino, Salmo. Ad aprire la seconda parte, dopo una pausa di un’ora, è stato l’omaggio a Prince da parte dell’Orchestra Operaia con Purple Rain. L’Orchestra Operaia insieme con Massimiliano Bruno Stefano Fresi, Max Paiella, Carlotta Natoli, Claudia Gerini ha anche ricordato Remo Remotti.

IL CONCERTONE A TARANTO – Barbarossa ha poi salutato anche Taranto: “Non dimenticherò l’urlo di quella piazza. Taranto libera”. Il concerto nel capoluogo pugliese, ormai giunto alla sua quarta edizione, è stato organizzato dal Comitato dei cittadini liberi e pensanti e puta su un mix di musica e politica, diritti civili e solidarietà.

Sul palco gli Afterhours, Levante, Litfiba, LNRipley, i Ministri, Niccolò Fabi, Renzu Rubino, Daniele Silvestri, Selton, Giovanni Truppi. L’intervento più atteso, in videoconferenza, è stato quello di Yanis Varoufakis, l’ex ministro delle finanze greco.

Ai tarantini Varoufakis ha detto: “La scelta salute-lavoro? E’ come dover scegliere se uccidere i vostri figli”. Con l’ex ministro si è parlato di Europa ma anche delle vicende legate all’Ilva e all’emergenza ambientale e sanitaria a Taranto per la contrapposizione tra diritto alla salute e alla vita e diritto al lavoro.

Sul palco è intervenuto anche il direttore artistico della manifestazione, l’attore tarantino Michele Riondino, soffermatosi sulle problematiche della Città dei due mari. “Non ci amano – ha sostenuto – il governo di questo Paese e il presidente del consiglio che affidano le sorti della nostra terra e dei nostri figli a un manipolo di petrolieri, banchieri, che in combutta con ministri-parenti impongono, in nome del profitto, il loro profitto, la distruzione del mio territorio. Non ci ama nemmeno il presidente della Repubblica. Producono decreti che impediscono il confronto politico e ci costringono a usare l’arma del boicottaggio e della resistenza fisica per impedire scempi ambientali e paesaggistici”.

Sul palco anche le testimonianze di Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, il 18enne studente ucciso a Ferrara il 25 settembre 2005 dopo essere stato fermato dalla polizia per un controllo, ed Egidia Beretta, la mamma di Vittorio Arrigoni, l’attivista, pacifista e giornalista ucciso nel 2011 a Gaza (che ha letto uno scritto del figlio).

Si è parlato di immigrazione con il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini e anche qui non è mancato l’appello per chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni. A lanciarlo Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

Le foto di Roma dell’agenzia ANSA