Concordia, maitre: “Passeggeri picchiarono marittimi”. E’ il giorno di Domnica

di redazione Blitz
Pubblicato il 29 Ottobre 2013 - 14:28 OLTRE 6 MESI FA
Concordia, maitre: "Passeggeri picchiarono marittimi". E' il giorno di Domnica

La Costa Concordia di nuovo dritta

GROSSETO – Scene di panico, passeggeri che picchiavano i marittimi, e il maitre che chiese di passare più vicino al Giglio. Nuovi testimoni dell’accusa al processo sulla Costa Concordia, ricominciato martedì mattina al Teatro Moderno di Grosseto. Dopo la lunghissima e articolata testimonianza di Salvatore Ursino, ascoltato lunedì in aula per quasi dieci ore, oggi è il giorno attesissimo di Domnica Cemortan, la ballerina moldava che cenò con Schettino la sera del naufragio: è attesa al banco dei testimoni nel primo pomeriggio.

Intanto, in mattinata, la prima deposizione è stata quella del maitre Ciro Onorato, fratello di Gianni Onorato, ex direttore generale della Costa Crociere Spa. Dopo di lui, parlerà il primo maitre Antonello Tievoli. Nel pomeriggio è prevista anche la testimonianza dell’ex comandante di Costa spa, Mario Palombo.

IL MAITRE CIRO ONORATO –  Onorato ha raccontato i concitati attimi dopo l’urto contro gli scogli: ”C’erano scene di panico. Ho visto che alcuni passeggeri schiaffeggiarono un membro dell’equipaggio. I passeggeri scappavano, la cucina del ristorante Milano era impraticabile, era tutto distrutto, c’era un forte flusso dei passeggeri verso i ponti esterni, feci mettere tovaglie a terra per evitare che la gente scivolasse, soccorremmo un passeggero”.

Onorato dopo l’urto aveva lasciato la plancia e, andando nelle zone passeggeri, si rese conto di cosa accadeva a bordo. ”Con Giampedroni siamo andati via dalla plancia, andai alla sala Roma e al ristorante Milano, il pavimento era impraticabile, c’erano stoviglie rotte a terra, la gente scappava, mi misi a coordinare i camerieri per dare assistenza ai passeggeri. Bambini e anziani erano agitati”.

Sugli avvisi ai passeggeri Onorato ricorda: ”Sentii dagli altoparlanti due annunci, dicevano di stare tranquilli, c’era un black out, un guasto tecnico, furono dati in varie lingue”. E sull’allarme aggiunge: ”Non ho sentito l’allarme falla”.

“Stammi vicino non mi abbandonare”. Con queste parole Francesco Schettino si sarebbe rivolto a Onorato, nei momenti successivi all’impatto con gli scogli, dopo averlo fatto cercare e chiamato di nuovo in plancia di comando. Onorato dopo l’urto era andato a coordinare i soccorsi ai passeggeri. “Sono salito in plancia dopo essere stato chiamato al telefono – prosegue – Schettino indossava un giubbotto sopra l’uniforme ed era insieme alla Cemortan che si era cambiata l’abito di gala mettendosi vestiti più comodi. La situazione era critica”.

Prima, Schettino e Domnica avevano cenato al ristorante Milano della nave. Onorato ricorda che Schettino “mi fece i complimenti per il piatto di agnello appena mangiato, in quel momento gli arrivò una telefonata dal ponte di comando, chiese il dessert e disse che poi doveva andare a fare questa accostata al Giglio”. Schettino poi invitò Onorato a seguirlo sulla plancia per ammirare la navigazione accanto al Giglio, parlò di ”passaggio”. ”Era la prima volta che assistevo ad un’accostata dalla plancia”, fatta di sera e in periodo invernale. ”Dopo l’invito sono andato con lui sul ponte di comando, c’era la signorina Cemortan; c’era il primo maitre Tievoli; sul ponte ho trovato l’hotel director Giampedroni, quando sono entrato ho riconosciuto l’ufficiale Ciro Ambrosio”. Dopo che ”Schettino assunse il comando, ci fece andare verso l’aletta di sinistra per vedere meglio la navigazione”.

IL PRIMO MAITRE ANTONELLO TIEVOLI – Dopo Onorato è la volta del restaurant manager e primo maitre dei ristoranti della Costa Concordia, Antonello Tievoli. Fu lui a chiedere di passare più vicino al Gilgio, durante una cena del “2 o 3 gennaio”. “Durante una cena chiesi al comandante Schettino di passare meno lontani dalle usuali cinque miglia dal Giglio. E, il 6 gennaio, mi sembrava che fossimo più vicini del solito”. “Schettino, giunto dopo sul ponte, non fu entusiasta della distanza” e disse al vice di prendere nota per il 13 gennaio 2012. Poi ”la sera del 6 gennaio – prosegue il teste – si era sul ponte di comando”, e ci fu un primo tentativo di accostata al Giglio. ”Mi sembrava che fossimo più vicini del solito – dice Tievoli -. Quando salii sul ponte non c’era Schettino, c’era Ambrosio e vidi con lui il passaggio al Giglio. Poi arrivò Schettino, non fu entusiasta della distanza, pensava che non fosse abbastanza ravvicinata”.

”A me – prosegue Tievoli – sembrava già abbastanza rispetto alla consuetudine, e lo ringraziai”. Dopodiché Schettino ”disse a Ambrosio di prendere nota e stabilire una rotta per la settimana dopo”. E così avvenne. Il 13 gennaio 2012, giorno del naufragio, prima di partire da Civitavecchia, ”Schettino – ricorda – mi contattò per fissare un tavolo al ristorante, ricordandomi che c’era da fare il passaggio al Giglio”.

Tievoli riferisce poi che il 13 gennaio, la mattina, avvisò i familiari, tra cui la madre, del passaggio ravvicinato della Concordia al Giglio, dove risiede il maitre e la sua famiglia.

Tievoli che al momento dell’impatto si trovava in plancia racconta: “Vedemmo la poppa sobbalzare sugli scogli. Non ho avvertito nessuna vibrazione della nave, ma iniziarono a suonare gli allarmi”. “Era una notte buia e senza luna, non si vedeva nulla – ha proseguito – Con i colleghi Onorato e Giampedroni ci eravamo spostati sull’aletta di sinistra in prossimità del passaggio per vedere l’isola”.

“Ma chi ce l’ha fatto fa’…” Con queste parole Schettino si rivolse a Tievoli quando, dopo il naufragio si ritrovarono a terra sull’isola del Giglio commentando l’accaduto.