Conselice (Ravenna), maltrattamenti all’asilo: maestre condannate a risarcire il Comune

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Dicembre 2021 - 11:57 OLTRE 6 MESI FA
Conselice (Ravenna), maltrattamenti all'asilo: maestre condannate a risarcire il Comune

Conselice (Ravenna), maltrattamenti all’asilo: maestre condannate a risarcire il Comune (Foto archivio Ansa)

Tre ex maestre d’asilo accusate di maltrattamenti dovranno anche risarcire il Comune: “È stato riconosciuto il danno d’immagine per una vicenda che ha screditato la reputazione di un servizio pubblico e di un’intera comunità educante”, ha spiegato la sindaca di Conselice (Ravenna), Paola Pula. 

La decisione è stata presa dal Tribunale di Ravenna, che ha condannato al pagamento di 70mila euro le tre ex maestre di un asilo nido comunale ritenute responsabili di maltrattamenti nei confronti di diversi bimbi.

Maltrattamenti in asilo, maestre condannate a risarcire il Comune

“Ringrazio la segretaria comunale avvocato Margherita Morelli e l’avvocato Valerio Tallini per l’ottimo lavoro svolto – ha precisato la prima cittadina – Archiviamo definitivamente una vicenda che ha causato anni di sofferenza, prima di tutto ai bimbi coinvolti e alle loro famiglie”.

“Le somme incassate – ha concluso la sindaco – saranno destinate a un progetto per l’educazione all’aria aperta attraverso la progettazione ad hoc dei cortili delle scuole, a partire dai nidi e dalle scuole dell’infanzia”.

Maltrattamenti all’asilo di Conselice: le indagini

Secondo le indagini dei carabinieri, i maltrattamenti erano andati avanti dal 2006 al 2010.

Nel 2018 due delle ex maestre erano state condannate in via definitiva rispettivamente a 3 anni e a un anno e 6 mesi. La terza aveva già patteggiato un anno e 8 mesi.

L’inchiesta era scattata da una denuncia presentata da un’ex dipendente dell’asilo e da un’ausiliare ancora in servizio.

L’esposto del sindaco contro le maestre: testa nel water per i bimbi

Il 7 dicembre 2010 c’era pure stato un esposto dell’allora sindaco, il defunto Maurizio Filipucci. Le accuse più pesanti era state formulate per l’allora coordinatrice: tirate per i capelli, schiaffoni, insulti, urla, trascinamenti per un braccio e per i piedi.

Tra i capi d’imputazione, figuravano anche bambini costretti a ingoiare il cibo rigurgitato, chiusi in bagno o nel ripostiglio dei detersivi, lasciati nudi sul pavimento o incustoditi nei lettini o ancora con la testa infilata dentro al water.