Consigliere propone: “Como vuole diventare Svizzera”. Tre comaschi su quattro dicono di sì

Pubblicato il 22 Giugno 2010 - 10:41 OLTRE 6 MESI FA

Dominique Baettig

Un consigliere elvetico propone “vogliamo diventare svizzeri” e il 74% dei cittadini dice sì. Anche la Val D’Aosta e Varese sono fra “i nuovi territori” da annettere. Un giornale lancia un sondaggio a cui partecipano in 2500: solo il 25% dice di no.

Si chiama Dominique Baettig da Délemont, cantone del Giura, il consigliere che nei giorni scorsi ha chiesto al suo governo di modificare la Costituzione svizzera per allargare i confini nazionali e annettere il Baden Wurttenberg, la Savoia, ma soprattutto la Valle d’Aosta e le due province lombarde di Como e Varese. Il più entusiasta di tutti, neanche a dirlo, è risultato Umberto Bossi (anche perché lui è uno dei 2800 abitanti di Gemonio, in provincia di Varese, e poi si è fatto curare l’ictus in una clinica a due passi da Lugano).

Il quotidiano “La Provincia di Como” ha pigliato la palla al balzo, organizzando un sondaggio sul suo sito, chiedendo il parere agli internauti comaschi. E le statistiche parlano chiaro: delle 2661 persone che hanno risposto, tantissime, se le rapportiamo alla popolazione della provincia (537500 abitanti), il 74,2 per cento ha cliccato sì, mentre il 25,8 ha giudicato negativamente simile proposta.

Tre comaschi su quattro insomma sogna la bandiera rossocrociata. Di pagare meno tasse, l’Iva al 7,5% e non al 20, la pressione fiscale al 20 e non al 45%. Una vita da nababbi, si potrebbe dire, se confrontata invece con quella dei poveri cittadini italiani costretti sempre a fare i conti per arrivare a fine mese.

Ma c’è anche quella minoranza che del “bel paese” è innamorata:  “Per quanto siamo messi male, dico no grazie”, commenta un laghée come Cecco Bellosi, che è di Colonno, sul lago di Como, paese di spalloni. Lui stesso, ex brigatista, scrittore e direttore delle comunità Il Gabbiano, aveva aiutato ad espatriare clandestinamente l’editore rivoluzionario Feltrinelli, cosa che sarebbe stata assai più complicata, se non impossibile, nel caso di un’annessione della provincia di Como alla Confederazione elvetica.

La stravagante iniziativa di Baettig ha scatenato la classica tempesta nel bicchiere, i giornali locali ci sguazzano, Svizzera sì e Svizzera no, nel frattempo, anzi subito le autorità di Berna hanno risposto picche all’avventuroso deputato del Giura, stoppando sul nascere le proteste diplomatiche di Germania, Francia ed Italia.

Ma il roccioso cinquantasettenne Baettig è tornato alla carica, sollecitando referendum cantonali, per verificare se la sua idea era gradita dai suoi connazionali: noto esponente della destra antieuropeista, membro dell’Udc, l’Unione Democratica di Centro, molto legato all’estrema destra nazionalista e xenofoba, Baettig è andato a solleticare umori profondi, disagi secolari, quelli che tradizionalmente colpiscono i popoli di confine. Ma ha lasciato indifferenti la gran parte dei cittadini svizzeri, per i quali “la barca è sempre piena”.