Consiglio dei ministri approva riforma processo amministrativo

Pubblicato il 24 Giugno 2010 - 17:25 OLTRE 6 MESI FA

La riforma del processo amministrativo è stata approvata dal Consiglio dei ministri ed entrerà in vigore il 16 settembre 2010. Come riferisce il comunicato ufficiale di Palazzo Chigi, il consiglio dei ministri ha approvato un decreto legislativo, per la codificazione del processo amministrativo, in attuazione della delega conferita al Governo dall’articolo 44 della legge n. 69 del 2009.

Si tratta di ”un complesso lavoro di riforma della materia, volto a riordinare la normativa adeguandola ai moderni principi processuali: snellezza, garanzia della ragionevole durata del processo, concentrazione ed effettivita’ della tutela, piena attuazione del contraddittorio, anche con specifico riguardo all’imprescindibile fase cautelare”.

E’ ”una riforma codicistica di portata storica, la cui esigenza è unanimemente riconosciuta, perché il processo amministrativo è stato finora regolato da leggi risalenti anche al secolo scorso (regio decreto 17 agosto 1907, n. 642, regio decreto 26 giugno 1924, n. 1054, legge 6 dicembre 1971, n. 1034, legge 21 luglio 2000, n. 205) e da una molteplicità di norme settoriali contenute in numerose leggi speciali. Si tratta, quindi, in assoluto, della prima codificazione del processo amministrativo nella storia d’Italia e, anche, dalla nascita del diritto amministrativo moderno.

A ciò si aggiunge – prosegue il comunicato – l’obiettivo di far corrispondere la normativa alle rilevanti e recenti evoluzioni giurisprudenziali, a partire dal riconoscimento della risarcibilità  della lesione degli interessi legittimi. Il complesso lavoro di codificazione (conformemente a quanto previsto dalla legge delega e su incarico del Governo) si è svolto, preliminarmente, nell’ambito di una speciale Commissione istituita dal Presidente del Consiglio di Stato, alla quale hanno contribuito significative professionalità delle altre magistrature e del mondo accademico e forense. Successivamente ha acquisito i pareri delle competenti Commissioni parlamentari”.