Coppia dell’acido, Martina Levato condannata a 20 anni in appello

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Febbraio 2017 - 20:34 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – La Corte d’appello di Milano ha condannato Martina Levato a 20 anni applicando la continuazione tra la condanna definitiva a 12 anni per l’aggressione con l’acido a Pietro Barbini e quella di primo grado a 16 anni per gli altri blitz. La pena di 20 anni, dunque, comprende tutti gli episodi contestati alla ex bocconiana e la Corte ha ridotto il cumulo di pene complessivo che era di 28 anni. Confermata invece la condanna a 9 anni e 4 mesi per il presunto basista Andrea Magnani.

Martina Levato, arrestata nell’inchiesta del pm di Milano Marcello Musso assieme all’ormai ex amante Alexander Boettcher il 28 dicembre 2014 dopo l’ aggressione ai danni dell’ex ‘fidanzatino’ Barbini, da tempo ha smesso di difendere il suo ex e anzi più volte lo ha indicato come il “regista” dei blitz con l’acido.

L’ex studentessa era stata condannata in via definitiva a 12 anni con rito abbreviato per le lesioni a Barbini, che venne sfigurato, e a 16 anni sempre in abbreviato in primo grado per tutti gli altri blitz. E oggi la Corte, applicando la continuazione su tutte le imputazioni, l’ha condannata a 20 anni ‘complessivi’. Boettcher, invece, che si è sempre professato innocente (ha risarcito però le vittime), è stato condannato a 14 anni in appello per il caso Barbini (si attende la Cassazione) e a 23 anni con rito ordinario per le altre aggressioni (il 4 maggio ci sarà il processo d’appello).

Anche nelle scorse udienze, davanti ai giudici della terza sezione penale della Corte d’Appello (collegio Marcelli-Nova-Galli), l’ex studentessa aveva ribadito che il broker aveva avuto una responsabilità maggiore rispetto alla sua, mentre aveva precisato di aver “esagerato” nell’attribuire tante colpe al presunto complice Magnani, il quale, in ogni caso, “era consapevole di tutti i piani, perché c’era una spartizione di ruoli”.

La cosiddetta “coppia dell’acido” Levato-Boettcher, secondo le indagini, avrebbe agito come per una sorta di rito di “purificazione” andando a colpire i ragazzi con cui Martina aveva avuto relazioni, anche fugaci. Il presunto basista Magnani, assistito dai legali Guido Guella e Andrea Etteri, si è sempre difeso sostenendo di non essere mai stato consapevole dei piani della coppia.