Le corna si mettono su Facebook e Twitter: 30% dei divorzi è colpa dei social

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Marzo 2014 - 18:40 OLTRE 6 MESI FA

divorzio breveNAPOLI – Il 30% dei divorzi è dovuto a tradimenti via social network. E se al Nord i divorzi aumentano, al Sud invece la famiglia resiste. L’Italia è divisa in due, dunque. Questa la fotografia emersa in occasione del Convegno nazionale dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani (Ami). Secondo i dati Istat, al Nord ci sono 383 separazioni ogni mille matrimoni, mentre al Sud 180. Roccaforte del matrimonio è proprio Napoli. ”A Napoli – ha detto il presidente nazionale Ami Gian Ettore Gassani – il numero dei matrimoni è in costante ascesa, i napoletani ci tengono al matrimonio ed è un giorno su cui investono molto”.

Al Sud, in generale, l’Ami registra ”una tenuta forte del valore della famiglia”, sebbene il dato nazionale rilevi che il 30 per cento dei matrimoni finisca nel triennio, sfatando così anche la leggenda della crisi del settimo anno. Un fenomeno ‘nuovo’ riscontrato dall’Ami riguarda l’aumento dei divorzi tra coniugi over 65 e, dunque, prossimi alle nozze d’oro. Regine in questo ambito sono Roma e Milano dove il 20 per cento dei divorzi riguarda persone della terza età. Un fenomeno che, appena 20 anni fa, si attestava attorno al 2 per cento. Ci sono, poi, i social network il cui avvento ha prodotto l’aumento delle infedeltà coniugali e ha avuto ripercussioni anche nel rapporto genitori-figli. Secondo i numeri forniti dall’Ami, il 30 per cento delle separazioni giudiziali dipende da infedeltà che si consumano su internet all’interno di social network e chat. Percentuali che – come ha sotto lineato il presidente nazionale Ami, Gian Ettore Gassani – ”fino a poco tempo fa appartenevano agli inglesi, ai tedeschi, ai francesi”. Un universo, quello di internet, che pone gli avvocati davanti a problemi di natura ‘tecnica’.

”Ogni giorno – ha evidenziato Valentina De Giovanni, presidente del la sezione distrettuali Ami di Napoli – noi avvocati matrimonialisti facciamo i conti con tradimenti avvenuti in chat o scaturiti da conoscenze maturate in internet e sulla possibilità o meno di poter allegare nella documentazione i link delle chat e il loro contenuto a dimostrazione del tradimento”. Social che non hanno risparmiato nemmeno il rapporto tra genitori e figli su cui hanno avuto effetti ”deflagranti”.

”Purtroppo – ha affermato De Giovanni – assistiamo a madri e figlie che discutono chattando, a bambini che vengono lasciati parcheggiati nelle loro stanze a chattare e vivere una vita virtuale delegando alla rete l’educazione dei nostri figli”. Di qui la necessità – evidenziata dal presidente nazionale Gassani – di un intervento normativo per porre rimedio ”alla carenza legislativa nazionale e internazionale essendo internet una materia che travalica i confini territoriali”.