Corona e Lele Mora accusati di evasione per 17 milioni di euro

Pubblicato il 29 Luglio 2010 - 15:01 OLTRE 6 MESI FA

Lele Mora

Fabrizio Corona e Lele Mora, assieme ad altre sei persone, sono accusati di un’evasione fiscale da 17 milioni di euro. La Guardia di Finanza di Milano ha notificato oggi l’avviso di chiusura delle indagini a carico del ‘fotografo dei vip’ e dell’agente di spettacolo, nell’ambito dell’inchiesta dei pm di Milano Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci.

La procura contesta i reati di evasione fiscale e bancarotta ed e’ stata accertata una distrazione di beni di circa 6 milioni di euro da parte di Corona.

L’indagine è un filone della inchiesta ‘Vallettopoli’ e nasce nel febbraio 2008. Corona era stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di bancarotta dopo il fallimento della sua agenzia fotografica, la Corona’s, dichiarato dal tribunale fallimentare di Milano nel gennaio 2009. I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano hanno notificato l’avviso di chiusura delle indagini a Corona, a Mora e ad altre sei persone, accusate a vario titolo di emissione di fatture false, dichiarazione fraudolenta, omessa presentazione della dichiarazione dei redditi, bancarotta fraudolenta e riciclaggio.

Investigatori e inquirenti hanno accertato un vasto e diffuso sistema di emissione di fatture false per operazioni inesistenti, che ammontano a circa 17 milioni di euro. Ad emettere le fatture sarebbero state alcune societa’ riconducibili ad un imprenditore genovese, che, attraverso alcuni prestanome, le girava a imprenditori milanesi, tra cui Corona e Mora, per abbattere gli utili delle loro societa’.

Nell’ambito del fallimento della Corona’s, inoltre, sarebbero stati distratti circa 6 milioni di euro. Nel maggio 2009 i pm Fusco e Carducci avevano chiesto una rogatoria alla magistratura di San Marino che aveva portato al sequestro di oltre un milione di euro riconducibili a Corona. Dalla rogatoria dei magistrati di Milano e’ nata un’inchiesta anche della procura di San Marino che vede quattro persone indagate per riciclaggio, perche’ attraverso alcune societa’ avrebbero ‘ripulito’ il denaro di Corona.

Corona simulò anche la vendita del suo archivio. Quando la sua societa’, la Corona’s, era gia’ fallita, Fabrizio Corona simulo’ anche la vendita del suo archivio di foto di gossip del valore di quasi 280 mila euro, affinche’ quei soldi venissero poi riciclati da alcuni suoi collaboratori a San Marino. Il particolare emerge dall’avviso di chiusura delle indagini, firmato dai pm di Milano, Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci, e notificato dalla Guardia di Finanza, a carico del fotografo dei ‘vip’, di Lele Mora e di altre sei persone accusate, a vario titolo, di una evasione fiscale con fatture false da 17 milioni di euro.

Nell’avviso di chiusura delle indagini, i pm spiegano che Corona, indagato per evasione e bancarotta, avrebbe ‘distratto’ dalle casse della sua agenzia fotografica ”oltre sei milioni di euro”. In particolare, avrebbe sempre distratto anche ”la somma di euro 274.800 relativa al pagamento di una fattura emessa nel mese di maggio del 2008 dalla Fenice Srl (societa’ riconducibile a Corona, ndr) nei confronti” della Corona’s, che aveva come causale ”la vendita del nostro archivio fotografico”.

L’ archivio delle foto di gossip, si legge ancora, ”non e’ stato comunque consegnato al curatore (fallimentare’, ndr) ne’ rinvenuto” negli uffici dell’agenzia fallita. Stando al capo di imputazione, i soldi di Corona sarebbero stati riciclati a San Marino da Tiziano Bruno e Gianmario Matera, due suoi collaboratori, anche loro indagati, attraverso ”lo schermo societario” di alcune Srl. L’imprenditore genovese indagato, che avrebbe creato il sistema delle false fatture, e’ Marcello Silvestri, che secondo gli inquirenti voleva entrare nel giro di Corona e di Mora.

Resta aperto un fascicolo di indagini a carico di Lele Mora con l’accusa di bancarotta, per il fallimento della sua societa’ LM Management. Nina Moric, ex moglie di Corona, indagata nell’ inchiesta, non compare nell’avviso di chiusura delle indagini e, a quanto si e’ saputo, la sua posizione potrebbe essere archiviata.