Coronavirus a 12 anni, rischia di morire: i medici del Meyer lo salvano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Novembre 2020 - 10:50 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus a 12 anni, rischia di morire: i medici del Meyer di Firenze lo salvano

Coronavirus a 12 anni, rischia di morire: i medici del Meyer lo salvano (Foto d’archivio Ansa)

Un dodicenne è finito in terapia intensiva e ha rischiato di morire per il Coronavirus: i medici dell’ospedale Meyer di Firenze lo hanno salvato.

Un bambino di 12 anni ha rischiato di morire per il Coronavirus ma i medici dell’ospedale Meyer di Firenze lo hanno salvato. Era stato anche in terapia intensiva. Chi l’ha detto che il Covid uccide solo gli anziani? Certo, l’incidenza dei decessi è nettamente diversa tra giovani e vecchi. Però non puoi mai sapere se il virus ti prenderà in modo più aggressivo (o se hai patologie di cui non sei a conoscenza).

Bambino di 12 anni col Coronavirus salvato al Meyer di Firenze

Il ragazzino ha rischiato la vita per le complicanze determinate dall’infezione da Coronavirus. A salvare il dodicenne è stato il lavoro di una equipe multidisciplinare dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Ora, dopo 14 giorni in rianimazione e una degenza in pediatria, il piccolo è tornato a casa.

Lo rende noto lo stesso ospedale spiegando che è la prima volta, dall’inizio della pandemia, che i sanitari del Meyer si trovano “a fronteggiare un caso di tale gravità. Di solito, infatti, il virus colpisce in modo più lieve bambini e adolescenti. Nel caso del dodicenne, invece l’infezione ha scatenato un gravissimo quadro infiammatorio, che in termini tecnici è definito Pims: una sindrome di infiammazione multi-sistemica correlata all’infezione da Sars-CoV-2 identificata nell’età pediatrica”. 

Cos’è la Pims

La Pims, spiega sempre il Meyer, è “una sindrome infiammatoria, provocata da una vera e propria tempesta di citochine. Si tratta delle proteine che regolano la risposta immunitaria dell’organismo e che sono responsabili di una delle complicanze più temute di questa infezione. Una condizione del tutto imprevedibile e inaspettata, anche perché il paziente non soffriva di alcuna patologia pregressa”.

L’arrivo in ospedale con insufficienza renale

Il dodicenne era arrivato al pediatrico fiorentino dal pronto soccorso di un altro ospedale a causa di un quadro di shock con insufficienza renale che ha convinto i medici che lo avevano in cura a disporre con urgenza il trasferimento. Al Meyer il ragazzino è arrivato “cosciente, ma l’aggravamento delle sue condizioni è stato improvviso e rapidissimo.

Le sue condizioni sono apparse subito gravissime. Per la presenza di un’insufficienza multi-organo che ha compromesso prima la funzionalità dei reni, poi del sistema cardiocircolatorio, dei polmoni e dell’apparato gastroenterico. Il paziente, affidato alle cure degli operatori della rianimazione, è stato intubato e supportato nelle sue funzioni vitali”.

“Per giorni si è temuto il peggio”

Il piccolo paziente è stato seguito, oltre che dagli specialisti delle cure intensive, da un team multidisciplinare composto da infettivologi, reumatologi, cardiologi e nefrologi. “Per giorni si è temuto il peggio, anche perché le condizioni del paziente non davano segni di miglioramento – si spiega sempre dall’Azienda ospedaliero universitaria Meyer -. Non è stato facile mettere a punto una terapia adeguata, anche per la mancanza di una casistica pediatrica sufficientemente ampia da fornire indicazioni univoche e sicure sulla cura da adottare. In questo senso si è rivelata utile l’appartenenza a network nazionali e internazionali e il confronto tra specialisti pediatrici, che con l’espandersi dell’epidemia hanno condiviso le loro conoscenze.

Nel caso del bambino, è stato efficace l’utilizzo di un farmaco inibitore della Interleuchina-1, di solito usato in gravi patologie autoimmuni, insieme ad altre terapie anti-infiammatorie (immunoglobuline e cortisone)”. (Fonte Ansa)