Coronavirus, chiuse aree di servizio. Camionista: “E noi? Mica mangiamo le sigarette”

di Alessandro Avico
Pubblicato il 25 Marzo 2020 - 13:52 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus, chiuse aree di servizio. Camionista: "E noi? Mica mangiamo le sigarette"

Coronavirus, chiuse aree di servizio. Camionista: “E noi? Mica mangiamo le sigarette”

ROMA – Chiuse le aree di servizio causa coronavirus. E così un camionista accusa: “Noi siamo essenziali, non mangiamo mica le sigarette”. Un autotrasportatore ha infatti pubblicato uno sfogo su Facebook: “Stiamo fornendo un servizio all’Italia, garantendo supermercati sempre pieni, forniti di tutto. Poi andiamo al bar per chiedere qualcosa ma ci permettono solo di comprare le sigarette. Devono essere riaperte le aree di servizio”.

Questo il messaggio completo del camionista: “Stiamo fornendo un servizio all’Italia, garantendo supermercati sempre pieni, forniti di tutto. Poi andiamo al bar per chiedere qualcosa ma ci permettono solo di comprare le sigarette. Riforniamo pastifici, mulini e quant’altro. Vi facciamo trovare pasta, formaggi, ortaggi. Non vi facciamo mancare niente ma a noi manca tutto. L’associazione di categoria ci ha abbandonato. Fanno bella figura con il nostro sedere. Chiediamo la riapertura delle aree di servizio. Noi non siamo delle bestie, abbiamo delle famiglie. Noi non mangiamo sigarette. Se continua così bloccheremo l’Italia. Lunedì siamo pronti a scioperare”.

Sciopero benzinai sì o sciopero benzinai no?

“Non c’è nessuno sciopero – dice, intervistato da Radio Cusano, Alessandro Zavalloni, segretario generale della Fegica Cisl (Federazione Italiana Gestori Carburanti e Affini) –  non è stato mai proclamato alcuno sciopero, né c’è stata l’intenzione di farlo. Noi siamo impegnati a rimanere aperti e a mantenere il servizio”.

Intanto i gestori degli impianti di carburanti di Faib Confesercenti, Fegica Cisl, Figisc/Anisa Confcommercio sono stati convocati per una videoconferenza, oggi pomeriggio alle 16, dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli. Ieri i gestori avevano annunciato che avrebbero chiuso gli impianti di distribuzione a causa del crollo delle vendite di carburante e dei costi insostenibili.

“L’informazione – dice Zavalloni- non corretta che è passata è legata a quell’esigenza della comunicazione di semplificare messaggi complessi. Da oltre un mese abbiamo provato quotidianamente a segnalare che ci sono delle esigenze ovvie che, per un verso il governo, per l’altro le compagnie petrolifere, per l’altro ancora dei concessionari autostradali, devono assumere altrimenti il rischio è che questo servizio si interrompa, non per sciopero, ma perché chi gestisce oggi una pompa di benzina non ha più liquidità. Invece da questo punto di vista non abbiamo ricevuto neanche una risposta alle nostre sollecitazioni, neanche sulla tutela della salute e della sicurezza”.