Coronavirus, Galli: “In Italia non si riprodurrà la situazione di febbraio”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Luglio 2020 - 09:59 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus, il primario Massimo Galli in una foto Ansa

Coronavirus, Galli: “In Italia non si riprodurrà la situazione di febbraio” (foto Ansa)

Massimo Galli: “In Italia non si riprodurrà la situazione di febbraio”

L’impennata di casi di coronavirus registrata dall’Oms nelle ultime 24 ore in tutto il mondo, dice Massimo Galli, primario delle Malattie infettive del Sacco di Milano, “non potevamo che aspettarcela purtroppo.

In questa pandemia sembra sempre più evidente il ruolo dei super diffusori (anche asintomatici) che rende più facile la permanenza del virus e la sua possibilità di circolazione”.

Chiusura dei voli per alcuni paesi? “Un atto quasi dovuto, perché dobbiamo stare attenti alle infezioni di ritorno.

Il problema persiste in tutto il mondo, un po’ meno in Europa”.

In Italia, invece, la situazione è relativamente migliore perché “il virus circola anche qui – osserva – ma è più difficile che l’infezione raggiunga le persone maggiormente a rischio perché stanno più attente”.

Sulla chiusura dei voli da alcuni Paesi, dice che “è stato un atto quasi dovuto, perché dobbiamo stare attenti alle infezioni di ritorno. Il problema persiste in tutto il mondo, un po’ meno in Europa”.

Coronavirus, l’Italia è meno a rischio?

“Il virus circola anche qui – osserva – ma è più difficile che l’infezione raggiunga le persone maggiormente a rischio perché stanno più attente”.

Galli è convinto “che non possa riprodursi la situazione di febbraio, anche se gli evidenti limiti della medicina territoriale non sono stati risolti”, e per l’autunno, quando “sarà fatale avere una serie di infezioni delle prime vie respiratorie”, quello che servirebbe secondo il primario del Sacco è una “vaccinazione di massa contro l’influenza, per evitare che gli ospedali si intasino per complicanze da influenza. Mi sembra però che non tutte le Regioni si stiano muovendo per tempo”. (Fonte: Il Corriere della Sera).