Coronavirus, paziente positivo fugge da Bergamo a Jesolo: “Mi hanno curato e salvato”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Marzo 2020 - 13:08 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus paziente positivo da Bergamo a Jesolo per farsi curare

Coronavirus paziente positivo da Bergamo a Jesolo per farsi curare (Foto archivio ANSA)

ROMA – Un paziente positivo è fuggito da Bergamo per tornare nella sua città di Jesolo, pagando un’ambulanza privata ben 600 euro. Alberto Battistel, 47 anni è un paziente covid, che quando i sintomi sono peggiorati per via dell’emergenza non trovava un posto in ospedale a Bergamo. Per questo motivo, avendo ancora la residenza a Jesolo, ha deciso di tornarci. Lì è stato ricoverato in ospedale e curato: “Mi hanno salvato la vita”.

Battistel è domiciliato a Martinego, vicino Bergamo, e quando ha iniziato a mostrare i sintomi è stato ricoverato, ma la situazione degli ospedali era al collasso. Per questo motivo, come riporta Il Messaggero, ha deciso di pagare un’ambulanza privata che lo portasse a Jesolo, in Veneto, dove ha ricevuto cure adeguate.

L’uomo ha raccontato: “Non posso dire dove sono stato contagiato perché nella provincia di Bergamo l’80% della popolazione è stata contagiata. Nel nostro caso abbiamo avuto tutti i sintomi: io, mia moglie, i nostri due figli di 5 e 7 anni, i miei cognati e mio suocero. Io sono quello che ha avuto i sintomi più gravi”.

Poi ha passato 11 giorni in casa, tra tachipirina e antibiotico, ma nonostante i sintomi più gravi per lui non c’era posto in ospedale, fino alla scelta di tornare a Jesolo: “Ho verificato se, con il fatto di avere la residenza a Jesolo potevo farmi curare in quel luogo. Ottenuta la risposta affermativa, ho organizzato il trasferimento con un’ambulanza privata che mi è costata 600 euro”.

Il racconto prosegue: “A quel punto sono stato ricoverato a Jesolo”. Il paziente è stato curato per cinque giorni con una terapia anti Hiv ed anti-malarica grazie alla quale è guarito risultando negativo a tre tamponi successivi. Prima del rientro a casa, è stato trasferito nel reparto di medicina dell’ospedale di San Donà di Piave per le cure finali: “Oggi sono un po’ debilitato, ho perso nove chili ma ho vinto la battaglia. Appena possibile ritornerò a Bergamo, prima devo fare degli accertamenti previsti per queste situazioni. Voglio tornare alla mia quotidianità anche se certe cicatrici sono destinate a durare per sempre. A Bergamo abbiamo perso un’intera generazione di nonni e anche tanti giovani”.

(Fonte Il Messaggero)