Coronavirus, la quarantena all’italiana. Sacerdote fermato: “Devo fare un esorcismo”. Niente multa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Aprile 2020 - 10:19 OLTRE 6 MESI FA
Esorcismo, Ansa

Coronavirus, la quarantena all’italiana. Sacerdote fermato: “Devo fare un esorcismo”. Niente multa (foto Ansa)

ROMA – Fermato dalla polizia locale, siamo ad Arborio, provincia di Vercelli, un sacerdote ha tirato fuori la giustificazione delle giustificazioni: “Scusate, devo andare a fare un esorcismo”.

Il sacerdote ha anche mostrato un’autocertificazione corredata da una bolla firmata dall’arcivescovo di Vercelli Marco Arnolfo. 

“L’autocertificazione che il sacerdote ha presentato – spiega il comandate della polizia locale Pierangelo Daglia – era inoppugnabile, corredata dalle credenziali firmate dall’arcivescovo. E’ stato quindi lasciato passare senza la verbalizzazione della contravvenzione”.

Inoppugnabile? Un esorcismo? In Italia? Nel 2020? Siamo sicuri? E’ questa cosa qui quella che noi definiamo quarantena? 

Esorcista multa no. Rider multa… sì.

La multa record al rider.

Un rider, a Torino, invece si è beccato una multa record: 4mila euro tondi tondi.

“Se mi toccherà pagare – dice ora il rider – probabilmente non riuscirò a recuperare la somma neanche con un anno di lavoro”.

Ma cosa è successo?

Il rider è stato multato per la violazione delle restrizioni previste sul coronavirus.

“Abito a Carignano – spiega – e per effettuare le consegne devo spostarmi a Torino, così sono partito in auto (i fattorini possono spostarsi anche con lo scooter e la macchina, non solo in bici) verso Torino Nord e ho effettuato la prima consegna in corso Novara”.

“Solitamente – racconta – quando completo il primo ordine della giornata, mi sposto assieme ad altri colleghi verso il centro, perché essendo pagati a cottimo siamo costretti a cercare dei punti strategici per velocizzare le richieste di ritiro e consegna. Però in piazza Derna sono stato fermato da alcuni vigili in moto”.

A quel punto, spiega, “ho semplicemente raccontato la verità mostrando il contenitore di Glovo, l’azienda per cui lavoro, e giustificando il mio spostamento per motivi lavorativi, ma non hanno voluto sentire ragioni”.

Ad un certo punto la polizia municipale ha chiesto una dimostrazione dell’ordine evaso: “Ma io non potevo mostrargliela – continua – perché una volta consegnato il pacco si cancellano automaticamente i dati del cliente per questione di privacy”.

Allora è scattata la multa-record:

“Hanno contestato il fatto che ero fuori dal Comune di residenza, su un mezzo privato e senza un apparente motivo”.

Ora il rider farà ricorso.

“Spero che vada tutto bene anche perché purtroppo, come al solito, dall’azienda non ho ricevuto nessun tipo di sostegno pratico e me la dovrà cavare con le mie sole forze”. (Fonte: La Stampa).