Coronavirus spesa online, rallenta la catena: ci vogliono anche 10 giorni

di Riccardo Galli
Pubblicato il 12 Marzo 2020 - 13:09 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus spesa online, rallenta la catena: ci vogliono anche 10 giorni

Coronavirus spesa online, rallenta la catena: ci vogliono anche 10 giorni

ROMA – Fino a 10 giorni di attesa, in qualche caso anche più. E’ l’effetto al tempo del coronavirus della ressa virtuale per la spesa on line. Con l’invito, anzi l’ordine a restare a casa se non per le necessità inderogabili, le piattaforme di consegne on line hanno subito un – prevedibile – boom di accessi. Siti in tilt e tempi di consegna dilatati come non mai. Da Esselunga a Glovo, da Milano a Palermo succede ovunque. E se i titolari delle varie piattaforme assicurano di essere al lavoro per potenziare servizio e siti, per ora la fila va fatta anche on line.

Subito dopo l’annuncio del Governo dell’estensione della “zona rossa” a tutto il Paese avevamo visto le file, alla faccia delle distanze di sicurezza, davanti ai supermercati. File ingiustificate secondo il premier Giuseppe Conte che ha sempre garantito la funzionalità della catena che garantisce gli approvvigionamenti alimentati, e sconsiderate in virtù delle precauzioni da tenere. Quello che non avevamo visto, anche se non era difficile immaginarlo, era la file virtuale. Il moltiplicarsi degli italiani che invece di correre al supermercato erano corsi davanti al pc per ordinare, con consegna a casa, la spesa ma anche le sigarette o il vino.

Un boom di accessi che è anche cresciuto dopo la chiusura di tutti i servizi non essenziali e che ha inevitabilmente intasato i siti, abituati a gestire quantità di traffico molto diverse, e rallentato le consegne. A Roma, tanto per fare un esempio, la domanda è aumentata del 400 per cento e per un supermercato dove la richiesta media giornaliera andava dalle 30 alle 50 consegne, ora si supera quota 300. Effetto più spiacevole di questa corsa alla spesa on line il ritardo nelle consegne. Ritardo che a volte rende necessario uscire comunque, perché se il latte ordinato ci mette una settimana ad arrivare, servirà una soluzione-ponte e quindi una spesa prima della spesa.

Quantificare a livello nazionale il volume degli accessi, al momento, è complicato. Anche perché i problemi riscontrati sono diversi: “Il picco è imprevedibile – dice Valentina Pontiggia dell’osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano – in queste settimane l’incremento della domanda ha portato a più del raddoppio del volume di vendite che ha messo a dura prova le operatività e i sistemi operativi. Questi tassi di crescita sono segnale di impegno di questi operatori: le difficoltà sono superate solo grazie a ingenti investimenti in tecnologia per gestire picchi di traffico e a una continua ricerca di nuovo personale e mezzi. Anche solo un raddoppio comporta ad esempio l’impiego del doppio dei mezzi di trasporto e del personale”.

I tempi di consegna più lunghi si registrano al Nord e al centro del Paese, sia perché è da più tempo che queste piattaforme sono sotto stress in regioni come Lombardia e Veneto, sia perché il Meridione è meno abituato in termini percentuali alla spesa on line. Ma nessuno è immune e l’ultimo giro di vite inevitabilmente aumentare il numero di quelli in fila al supermercato virtuale.