Coronavirus sulle superfici contagia una volta su diecimila, a dir tanto: bus e metro, il problema è nell’aria

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Aprile 2021 - 11:27 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus superfici

Coronavirus sulle superfici contagia una volta su 10mila (Ansa)

Coronavirus sulle superfici contagia una volta su diecimila. L’ultima ispezione su larga scala per verificare i livelli di sicurezza anti-contagio da Covid-19 sui mezzi di trasporto pubblici ha confermato la presenza di materiale genetico ricollegabile al virus.

Non una grande notizia: sono stati eseguiti 756 tamponi superficiali e 32 hanno dato esito positivo. In gergo tecnico la trasmissione virale da contatto su una superficie si chiama “contagio da fomiti“. Dal punto di vista scientifico un evento classificato come molto raro.

Coronavirus superfici contagia una volta su diecimila

I Center for diseas control, l’agenzia per la prevenzione degli Stati Uniti, sulla base degli ultimissimi dati e studi, stimano che le possibilità di contrarre la malattia in questa circostanza sono circa una su 10mila. 

Gli stessi Center hanno in pratica ridotto l’importanza del rischio di contagio associato al contatto con le superfici

“E’ nell’aria, ci concentriamo troppo sulle superfici”

La rivista Nature aveva già corroborato e condensato il concetto in un titolo emblematico: “Il coronavirus è nell’aria, ma ci concentriamo ancora troppo sulle superfici”.

Stiamo cioè sbagliando obiettivo, anche e soprattutto quando parliamo di sicurezza su bus e metro, ma in genere all’interno di ambienti chiusi. Peraltro bisogna rilevare che quel rapporto, uno su diecimila, è falsato in origine per eccesso.

Nella sperimentazione il conferimento di particelle di virus sulla superficie prescelta è deliberato, per osservarne il ritmo di trasmissione. Nella realtà questo evento è accidentale e fugace. Senza contare che la particella virale deve ancora passare dal dito alla bocca, o al naso, prima di fare danni.

Intanto però l’ossessione per guanti e superfici abbassa la soglia di percezione su quanto ancora siamo indietro nell’assicurare una circolazione più assidua dell’aria.

Lì è il pericolo, lì si diffondono famigerati droplet (le goccioline che escono dalla bocca e si trasmettono ad altre bocche nasi) e aerosol (quando le goccioline sono come vaporizzate). Meglio dunque areare, ventilare, aprire piuttosto che disinfettare.