Belluno, incidente di caccia o giallo? Ferito l’uomo che un mese fa uccise l’amico per errore

Pubblicato il 22 Novembre 2010 - 08:56 OLTRE 6 MESI FA

Un incidente di caccia o forse qualcosa di più, magari un regolamento di conti? Somiglia a un giallo il ferimento di un cacciatore avvenuto domenica in Alto Comelico, Belluno. Fabio De Lorenzo, 44 anni, ha rischiato di morire colpito da uno sparo che gli ha perforato l’addome per fuoriuscire dalla schiena. De Lorenzo è il cacciatore che un mese fa con un colpo di fucile uccise un amico, Renzo Alfarè Lovo, 50 anni, in un analogo incidente di caccia e sotto gli occhi del figlio Claudio, ventenne, presente anche alla battuta di caccia di ieri.

Sulla vicenda, che che per il momento è indicata come semplice incidente di caccia e per la quale l’ipotesi di reato è omicidio colposo, stanno indagando ora i carabinieri di Cortina D’Ampezzo. I militari attendono che De Lorenzo possa dare la sua versione dei fatti. Le persone che erano con lui sono state sentite, ma quello che hanno detto al momento è coperto dalla segretezza dell’indagine.

De Lorenzo, riferiscono i giornali locali, non aveva il fucile, che gli era stato ritirato dopo la morte dell’amico. Ieri, pertanto, svolgeva il ruolo del battitore: si sarebbe nascosto dietro un cespuglio per scuotere dei rami e far fuggire una preda, ma sarebbe finito impallinato. Anche Alfarè, un mese fa, aveva fatto lo stesso sbaglio: si era trovato sulla traiettoria di un colpo di fucile sparato contro un animale messo in fuga da una prima esplosione andata a vuoto. Secondo il Corriere delle Alpi non si esclude che si possa essere trattato di un regolamento di conti: gli interrogatori infatti sono stati molto lunghi.

”Bisognerebbe bloccare subito la caccia e far rifare seri esami periodici a tutti i cacciatori, vietandola in condizioni meteo e di luce sfavorevoli con pioggia o nevischio o all’imbrunire, come è accaduto in questo incidente”: lo dice la Lac (Lega anticaccia) dopo l’incidente avvenuto nel bellunese. ”Le attuali leggi sulla caccia sono ormai inadeguate e sorpassate per una società moderna come la nostra – ha commentato Andrea Zanoni, presidente della Lac Veneto – purtroppo le attuali normative venatorie, soprattutto quelle della regione Veneto ed in particolare quelle di Belluno, sono tra le più permissive d’Italia”.

”Una delle disposizioni più deleterie – ha sottolineato Zanoni – viene proprio dalla provincia di Belluno dove si potrà sparare anche in primavera con le montagne che pullulano di turisti: in merito a questa delibera di luglio la Lac ha depositato lunedì scorso un ricorso al Tar del Veneto”. ”Questo incidente – conclude la Lac – dimostra ancora una volta quanto sia rischiosa la caccia e quanto grave e scellerato sia stato il via libera, dato dalla provincia di Belluno, alla caccia primaverile agli ungulati, effettuata con armi potenti ed a lunghissima gittata”.