Corruzione, la Camera approva. Scontro sulla responsabilità civile dei giudici

Pubblicato il 14 Giugno 2012 - 10:17 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Sì dell’Aula della Camera al ddl anticorruzione, che ora passa al Senato. Il testo è passato con una maggioranza risicata di 354 sì, 25 no, e con un alto numero di astenuti: 102. Tra questi, oltre alla Lega, hanno deciso di astenersi anche 38 esponenti del Pdl tra cui Gaetano Pecorella, l’ex sottosegretario Alfredo Mantovano, Guido Crosetto, Aldo Brancher e Renato Brunetta.

Secondo il presidente della Camera Gianfranco Fini, però, il disegno di legge potrebbe non essere approvato dal Senato prima della fine della legislatura. I dubbi di Fini sono nati dopo che Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, ha annunciato: ”Faremo di tutto in Senato per cambiare il ddl anticorruzione sulla nuova concussione e sulle influenze”. Riferendosi alla responsabilità civile dei giudici, Cicchitto ha detto al ministro Severino: ”Non porti emendamenti con la fiducia, se no voteremo contro”.

I punti nel mirino del Pdl, secondo Cicchitto, sono “la nuova concussione” e il “traffico di influenze”. “Faremo di tutto in Senato per cambiare in questi punti questo ddl. E siccome occorre sempre un bilanciamento di poteri come quello istituito dai costituenti con l’articolo 68, al Senato sosterremo la responsabilità civile dei giudici. E al ministro diamo un elemento di riflessione: non venga a proporci emendamenti con l’esercizio da parte del governo  della stessa pratica che è stata svolta qui alla Camera: perché in questo caso non voteremo la fiducia perché uomo, o meglio donna,  avvisata è mezzo salvata!”.

Il ministro della Giustizia Paola Severino, si è detta “molto stupita dal fatto che la Lega in commissione abbia votato a favore sull’emendamento del governo e sulla struttura delle norme, e poi abbia avuto in Aula un diverso atteggiamento. Apprezzo la ragionevolezza e lo spirito di chi ha votato la fiducia. Ogni legge è perfettibile ed anche questa, saremmo persone presuntuose se non lo pensassimo, come tutte le legge anche questa è migliorabile. Quando ho suggerito modifiche sulla concussione non ho pensato ad alcun processo. Le norme non sono state scritte per nessuno, le modifiche sono legate a motivi tecnici che confermo”. Sulla incandidabilità ”non sono emersi nomi, non li so e non li voglio sapere. Il governo deve prendere le sue decisioni prescindendo dai nomi delle persone coinvolte”.

Entro 4 mesi delega sull’incandidabilità. ”E’ stato approvato un odg importante  – ha detto il ministro Severino –  che impegna il governo entro 4 mesi ad attuare la delega, ed il governo intende esercitare la delega al più presto”. Percio’ ”quei timori sulla impossibilita’ di procedere in tempi utili rispetto alle prossime elezioni mi sembra siano stati superati”.

Lobbysmo lecito. ”E’ stato approvato un ordine del giorno molto importante: il governo si e’ impegnato a definire la differenza tra traffico di influenze illecite e lobbysmo, un fenomeno lecito in tanti paesi del mondo, sul quale esiste una ricca legislazione internazionale alla quale ci ispireremo. Illecito e’ invece l’indebito pagamento per indebite interferenze”. Lo ha detto il ministro Paola Severino a Montecitorio.

Gli ordini del giorno. Con gli ordini del giorno approvati, l’incandidabilità dei condannati partirà nel 2013, con la prossima legislatura. La modifica è stata resa possibile grazie all’ordine del giorno presentato dal  capogruppo del Pd, Dario Franceschini. L’ordine del giorno arriva dopo che Fli e Idv avevano denunciato che, con la delega di un anno, le nuove norme non sarebbero entrate in vigore prima delle elezioni del 2018.

Anche per chi è stato condannato per ‘concussione per induzione’ (art. 319 quater) scatterà il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, cioè di partecipare ad appalti pubblici (art. 7). E’ uno degli emendamenti approvati dalla Camera, con i soli voti contrari della Lega e con qualche astensione del Pdl.

L’ordine del giorno firmato da Donatella Ferranti (Pd) introduce tra i reati per i quali non si può più, in caso di condanna definitiva, contrattare con la pubblica amministrazione, anche il reato di ‘concussione per induzione’ previsto nell’articolo 319 quater del testo.

Il governo ha accolto anche un ordine del giorno di Pierluigi Mantini (Udc), in base al quale risulta impegnato ”ad esercitare la delega in tema di incandidabilità in Parlamento dei condannati con sentenza definitiva per reati gravi in tempo utile affinché le norme possano essere vigenti ed applicabili entro la scadenza naturale dell’attuale legislatura e prima delle elezioni previste per il 2013”.

Per il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, “è un segnale importante” che va nella direzione del “maggior rigore e severità”. “Condannati fuori dalle liste elettorali a partire dalla prossime elezioni – commenta Casini -. Non si poteva prendere una decisione diversa”.

Fli ha fatto sapere: “Ieri 13 giugno il gruppo Fli aveva deciso di non partecipare al voto di fiducia sull’articolo 10 del disegno di legge anticorruzione proprio per costringere il governo ad assumere un impegno preciso circa i tempi di adozione del decreto legislativo di riordino del sistema dell’incandidabilità”.

Resta critica l’Italia dei Valori. Durante le dichiarazioni di voto, il presidente della Camera Fini ha ripreso Antonio Di Pietro quando il leader di Idv, dopo aver accusato governo e maggioranza di “fregare” l’opinione pubblica con una legge “procorruzione”, ha affermato che ai parlamentari “non gliene frega niente” della lotta alla corruzione. “La invito a rispettare i colleghi, ognuno vota secondo coscienza” le parole di Fini a Di Pietro. “Magari, magari votassero secondo coscienza” la replica del leader di Idv.