Ristrutturazione seconde case: sindaco di Cortina minaccia di pubblicare i nomi di chi ricorre al Tar

di Eloisa Moretti Clementi *
Pubblicato il 28 Gennaio 2010 - 15:56 OLTRE 6 MESI FA

La battaglia di Cortina contro la speculazione edilizia continua. Il sindaco della località dolomitica Andrea Franceschi ha deciso infatti di pubblicare i nomi dei cortinesi che hanno presentato ricorso al Tar contro la delibera comunale che ha bocciato il piano casa della Regione Veneto. «La minoranza che ha dato il via a questa porcheria si deve vergognare», ha tuonato il sindaco.

Cortina in estate

La prima tappa della battaglia del comune contro le speculazioni edilizie risale a luglio 2009, quando la Regione approva un piano che autorizza l’ampliamento del 20% delle abitazioni dei residenti o di chi, nell’arco di 24 mesi, decide di spostare la propria residenza nel comune ampezzano.

In ottobre, però, arriva la doccia fredda per i proprietari di case, con lo stop del comune di Cortina, a maggioranza di centrodestra, che blocca il provvedimento. Da quel momento numerosi cittadini hanno presentato ricorso al tribunale amministrativo regionale, contro cui oggi Franceschi si scaglia. “Abbiamo deciso – ha dichiarato – che a breve realizzeremo una bacheca pubblica dove inserire i nominativi di tutti i ricorrenti, perché è giusto la gente che sappia come stanno le cose”.

Una mossa che non è piaciuta ai consiglieri comunali di minoranza, che hanno annunciato iniziative di protesta e ricorsi legali contro un atto che, oltre a inasprire lo scontro politico, rischia anche di violare la privacy dei cittadini. Ed è proprio la tutela degli ampezzani a essere tirata in ballo da una parte e dall’altra. Formalmente il piano della Regione autorizzerebbe l’ampliamento edilizio esclusivamente per i residenti, tuttavia secondo il sindaco “l’applicazione del piano casa avrebbe favorito quasi esclusivamente i proprietari delle seconde case, perché chi vive nel centro civico o nelle frazioni, come ad esempio Alverà, Pecol, Mortisa, Col, non avrebbe potuto usufruirne”.

Il problema sembrano essere le residenze fittizie, uno strumento che permetterebbe ai proprietari di seconde case di usufruire dell’ampliamento. Un timore che troverebbe conferma negli ultimi ricorsi arrivati al Tar del Veneto, tutti presentati da non residenti.

* Scuola di giornalismo Luiss