Cosenza, tenta il suicidio a 17 anni: era costretto dai coetanei a fare rapine

Pubblicato il 30 Gennaio 2011 - 14:06 OLTRE 6 MESI FA

COSENZA – Una storia di disagio sociale, bullismo, disperazione e paura quella di un ragazzo di 17 anni, L.B., di Cosenza, che ha tentato il suicidio perché sconvolto per il fatto di essere costretto da alcuni coetanei – che lo avrebbero in più occasioni minacciato – a compiere rapine ai danni di alcuni supermercati.

L.B., sottoposto a continue vessazioni, ha deciso di farla finita ingerendo candeggina. Lo hanno salvato all’ospedale di Cosenza, dove era stato portato dai genitori che l’avevano trovato rantolante nella sua stanza. Un gesto inspiegabile, a prima vista, anche perché il ragazzo non aveva mai dato problemi ed aveva una vita tranquilla.

E’ stato dopo che L.B. si è ripreso ed ha parlato prima con i medici, che hanno subito avvertito i genitori, e poi con la polizia che è venuta fuori la verità. Il ragazzo ha tentato di uccidersi perché esasperato delle violenze psicologiche cui lo sottoponeva il gruppo di giovani rapinatori cui si era legato e che lo minacciava di morte se avesse attuato il suo proposito di uscire dal giro criminale in cui si era infilato.

Prima ai genitori e poi al personale della Squadra mobile di Cosenza L.B. ha rivelato di avere compiuto due rapine, nell’ottobre scorso, a distanza di due giorni l’una dall’altra, ai danni di altrettanti supermercati. ”Una confessione che per il ragazzo si trasforma in una vera e propria liberazione”, ha detto il dirigente della Squadra mobile di Cosenza, Fabio Ciccimarra.

Il ragazzo ha pure fatto i nomi di chi lo ha vessato: due delle persone indicate dal giovane, M.F. di 17 anni, e T.E. di 15, sono state arrestate in esecuzione di una misura cautelare emessa dal gip su richiesta della Procura dei minori di Catanzaro. Il primo, presunto capo della banda di rapinatori e responsabile principale delle violenze su L.B., è stato portato in un carcere minorile. Per T.E., 15 anni, invece, è stato disposto il collocamento in una comunità. Per un altro minore, S.M. sedicenne, vengono disposti alcuni obblighi.

Anche lo stesso L.B, che pagherà comunque un prezzo con la giustizia per i reati che ha commesso, dovrà osservare alcune prescrizioni: non potrà frequentare persone con precedenti penali, dovrà rientrare a casa ogni sera prima delle venti. ”Dovrà poi – afferma il gip nella misura cautelare – dedicarsi ad attività di volontariato e altre azioni utili per la sua educazione”.

Le rapine commesse dalla banda, secondo le rivelazioni del giovane, sono state due, ma le indagini proseguono per accertare se il gruppo di ragazzi si sia reso responsabile di altri colpi.

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