Cosenza. Uccide il compagno di 82 anni con acqua bollente per “pipì a letto”

Pubblicato il 28 Maggio 2013 - 14:40 OLTRE 6 MESI FA
Cosenza. Uccide il compagno di 80 anni con acqua bollente per "pipì a letto"

Cosenza. Uccide il compagno di 80 anni con acqua bollente per “pipì a letto”

COSENZA – Ha ucciso il compagno di 82 anni versandogli addosso una pentola di acqua bollente. Il motivo? Lui aveva fatto la pipì a letto. La polizia ha arrestato Pina Ferrari, 46 anni, con l’accusa di omicidio preterintenzionale per la morte di Donato Annesi. L’uomo è morto all‘ospedale Cardarelli di Napoli, dove era stato trasferito nel centro grandi ustionati. Gli investigatori hanno scoperto che non era la prima volta che l’uomo veniva maltrattato dalla donna, ma gli altri episodi erano stati riferiti come incidenti domestici.

La storia inizia la sera di venerdì 24 maggio a Cosenza, scrive Libero quotidiano:

“La donna, la sera del 24 maggio aveva chiamato il 112 perché, a suo dire, un uomo di sua conoscenza si era nascosto sotto il letto e non voleva andarsene. Quando i militari sono giunti sul posto hanno trovato l’Annesi con metà corpo sotto il letto, avvolto in una coperta bagnata dalla propria urina e impossibilitato a muoversi. Dopo avere soccorso l’anziano, i carabinieri hanno chiesto spiegazioni alla donna, che ha detto che l’anziano nel pomeriggio, mentre si trovava da solo in casa sua si era fatto una doccia bollente coi vestiti addosso, procurandosi ustioni”.

I carabinieri hanno creduto alla prima versione della Ferrari, ma con la morte di Annesi per le gravi ustioni riportate e una testimonianza dell’uomo al personale dell’ospedale in un momento di lucidità, le indagini sono andate avanti:

“Dalle indagini sono poi emerse incongruenze nella versione della donna, acuite dalle dichiarazioni dei medici del Cardarelli che hanno riferito che l’uomo, in uno dei pochi momenti di lucidità, ha raccontato che era stata la Ferrari a rovesciargli addosso l’acqua bollente perché aveva urinato nel letto, aggiungendo che non era la prima volta che succedeva. Da ulteriori accertamenti è poi emerso che la vittima ultimamente era stata in ospedale tre volte con lesioni compatibili con aggressioni ma riferite come incidenti domestici. A insospettire ulteriormente gli investigatori l’atteggiamento della donna che, fin da subito, ai carabinieri ha detto di non aver fatto nulla, nonostante non le fosse stata mossa alcuna accusa”.