Così la Legge 10/2011 ha “svuotato” la Protezione Civile

Pubblicato il 5 Febbraio 2012 - 19:12 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Ordinanze in caso di dichiarazione di stato d'emergenza ''emanate di concerto con il ministero dell' Economia'', fondo di protezione civile a zero dal 2004, spese sottoposte a ''visto preventivo'' della Corte dei Conti: la legge 10 approvata dal Parlamento nel febbraio 2011 ha di fatto 'svuotato' la Protezione Civile.

Una situazione che Franco Gabrielli denuncia da un anno: ''Il Milleproroghe – disse il 20 febbraio dell'anno scorso – ,nel piu' assoluto silenzio, ha messo mano alla legge 225 del '92 con riforme che, come sono, affonderanno la Protezione Civile come il Titanic''.

Quel provvedimento, disse ancora, renderebbe la Protezione Civile italiana la ''ex protezione civile migliore del mondo''. Concetti che ha ribadito anche oggi, nel pieno dello scontro con il sindaco di Roma Gianni Alemanno, ricordando che tra i suoi interlocutori politici finora non ha trovato ''orecchie attente''.

Ma cosa dice la legge? Innanzitutto che quando viene dichiarato lo stato di emergenza – che deve essere richiesto dalle Regioni, particolare non di poco conto – il presidente della Regione ''e' autorizzato a deliberare aumenti, sino al limite massimo consentito…dei tributi, delle addizionali, delle aliquote… nonche' ad elevare ulteriormente la misura dell'imposta regionale'' sulla benzina ''fino ad un massimo di 5 centesimi per litro''. In molti l'hanno definita la 'tassa sulle disgrazie': quando avviene una tragedia, si aumentano le tasse per pagare le spese d'emergenza. Ma non solo: significa che, viene fatto notare al Dipartimento della Protezione Civile, anche con la dichiarazione dello stato d'emergenza con cui le Regioni chiedono allo Stato di intervenire, sono loro che le prime a dover mettere i soldi.

Qualora le misure non bastassero, dice ancora la legge, ''puo' essere disposto l'utilizzo delle risorse del Fondo nazionale di protezione Civile'' che deve essere ''obbligatoriamente reintegrato in pari misura''. Come? Anche in questo caso ''con le maggiori entrate derivanti dall'aumento dell'aliquota dell'accisa sulla benzina…'', stavolta a livello nazionale e non regionale. Il fondo puo' anche essere reintegrato con il Fondo imprevisti del Ministero dell'Economia, ''sentita la conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, nel rispetto della disciplina comunitaria…''. Ma a quanto ammontano attualmente le risorse del fondo di Protezione Civile? ''A zero, dal 2004, nel 2003 c'erano 77 milioni di euro'', chiosano in via Ulpiano.

Il terzo punto stabilito dalla legge del 2011 e' pero' quello che di fatto blocca ogni azione della Protezione Civile. Tanto che lo stesso 'papa'' del sistema Giuseppe Zamberletti, disse un anno fa che era ''estremamente pericoloso ridurre l'agibilita' dei poteri della Protezione Civile''. Nessuno ascolto' e alla fine all'articolo 5 della legge 225/1992 (quella che istituisce la protezione civile, ndr) sono state aggiunte due frasi fondamentali. Al comma 2, questa: ''le ordinanze sono emanate di concerto, relativamente agli aspetti di carattere finanziario, con il ministro dell'Economia e delle Finanze''; al comma 5-bis, quest'altra: ''le parole 'e all'Istat' sono sostituite dalle seguenti: 'all'Istat e alla competente sezione regionale della Corte dei Conti'.'' Significa, dicono da ormai un anno al Dipartimento della Protezione Civile, che ogni spesa e ogni atto, anche in stato di emergenza, devono esser fatti con ''il concerto'' dell'Economia e con un controllo preventivo della Corte dei Conti sulle spese.