Costa-Concordia: sei minuti di buio nell’occhio della Capitaneria

Pubblicato il 26 Gennaio 2012 - 15:11 OLTRE 6 MESI FA

La Costa Concordia (Lapresse)

ISOLA DEL GIGLIO (GROSSETO) – Per sei minuti la Costa Concordia è sparita dagli schermi della Capitaneria di porto di Livorno, proprio intorno all’ora della collisione con lo scoglio al largo dell’Isola del Giglio. Questo perché c’è stato un buco nel funzionamento dell’Ais (Automatic identification system), il sistema satellitare che segnala a terra le rotte delle navi. Stando a quanto scrive Francesco Bonazzi del Secolo XIX, gli inquirenti stanno lavorando su questo buco di sei minuti per capire perché l’allarme naufragio sia stato dato dai carabinieri di Prato e non dalla Capitaneria di Livorno e perché il primo mezzo di soccorso sia stato un pattugliatore del Roan dei finanzieri di Civitavecchia.

La cronologia degli eventi nella notte del 13 gennaio. Alle 21.45 la Costa Concordia guidata dal comandante Francesco Schettino impatta con un scoglio a 300 metri dalle coste dell’Isola del Giglio. Ma alle 22 la Capitaneria di Livorno annota: “Traffico marittimo regolare”. Sei minuti dopo però a Livorno arriva una telefonata da Prato: è il brigadiere Formuso dei carabinieri di Prato, avvertito da Lucia Calapai, figlia di una signora imbarcata sulla Concordia. La madre era a cena nella sala ristorante della Concordia, e intorno alle 21.45 l’aveva chiamata riferendo che il soffitto del ponte era caduto sulle persone presenti e che era stato dato ordine di indossare il giubbotto di salvataggio. Ci vogliono ancora sei minuti e alle 22.12 il sistema Ais “vede” all’improvviso “in località Punta Lazzaretto” la Concordia ancora con la prua diretta a nord andare a una velocità molto bassa, fra i 3 e i 5 nodi. In pochi minuti, la nave farà un testacoda, per adagiarsi su un fondale basso di fronte all’Isola.

Alle 22.16 il pattugliatore G104 della Guardia di Finanza di Civitavecchia chiama la Capitaneria di Livorno offrendo aiuto, spiegando di essere nei pressi dell’Isola del Giglio. Avvertiti? No. Avevano intercettato l’allarme dei carabinieri di Prato sul canale VHF16, quello delle emergenze. Il loro intervento è stato decisivo sia per le operazioni di immediato soccorso sia perché hanno visto e filmato e potuto informare le autorità a terra delle condizioni della nave dopo il naufragio, mentre i responsabili ancora minimizzavano l’accaduto.

Ma la Capitaneria di Livorno doveva essere in grado di bypassare la versione “soggettiva” dei fatti data da Schettino grazie alle immagini oggettive che gli avrebbe dovuto fornire il sistema Ais. Che invece ha “bucato” il momento dell’impatto. Tre le ipotesi degli inquirenti:
1) Schettino stesso ha disattivato il sistema poco prima di iniziare la manovra per “l’inchino”, salvo poi riaccenderlo dopo l’urto con lo scoglio.
2) Il black out seguito alla collisione ha spento anche il segnale Ais.
3) A Livorno un malfunzionamento o un errore umano ha impedito di verificare esattamente le informazioni che arrivavano dal sistema Ais.