Costa Concordia, il medico Cinquini: “Ecco come li abbiamo salvati”

Pubblicato il 20 Gennaio 2012 - 19:51 OLTRE 6 MESI FA

ISOLA DEL GIGLIO – A bordo della Costa Concordia, la nave naufragata lo scorso venerdì vicino all’Isola del Giglio, c’erano due medici. Uno si chiama Gianluca Marino Cosentino ed è quello che è salito sulla scialuppa di salvataggio ed ha fatto più volte la spola tra la nave e la terraferma per soccorrere i passeggeri, salvo poi essere duramente attaccato da Bruno Vespa durante una puntata di Porta a Porta per non essere rimasto a bordo.

L’altro, invece, si chiama Sandro Cinquini, era il medico di riferimento, e sulle scialuppe non è salito fino alla fine, dopo aver contribuito a salvare centinaia di persone. In una lunga intervista a Repubblica, Cinquini racconta come è andata sulla Costa Concordia per chiarire, soprattutto, le “zone d’ombra” lasciate dai media.

In primo luogo Cinquini difende Marino Cosentino: “Il collega ha seguito la procedura. Non è stato vigliacco, quanto forse impreparato a subire le domande in tv. La nave gli si stava ripiegando addosso ma da quel lato tutti sono saliti sulle scialuppe. Restare e andare a vedere cosa succedeva dal lato opposto era una scelta che poteva fare ma, come ha raccontato, ha aiutato quelli che erano caduti in acqua poi ha continuato i soccorsi a terra”, spiega Cinquini”.

Quindi il racconto della notte dell’incubo: “ Io ero dall’altro lato, il sinistro, lì la situazione era diversa. La nave ci si girava sotto i piedi, le scialuppe già dopo poco non potevano più essere calate in mare. C’erano scene di panico. Uomini, donne, bambini che non sapevano cosa fare. Ero stranamente calmo. Guardavo la terra così vicina, cercavo di fare il mio lavoro, continuavo a ripetere a tutti di non agitarsi”. Ma era impossibile”.

Cinquini, poi, ricorda il momento del salvataggio delle centinaia di persone rimaste intrappolate dove la nave stava affondando: ”

“La folla è un brutto mostro se è nel panico. Nessuno mi ascoltava, andavano tutti su e giù, scivolando, pronti a buttarsi sotto. Poi la nave è andata giù di colpo. Quelli che stavano cercando di raggiungere l’altro lato per prendere le scialuppe sono rimasti in trappola. In quel momento è arrivato il vicesindaco (Mario Pellegrini, vicesindaco dell’Isola del Giglio, ndr), aveva delle corde e insieme abbiamo cominciato a tirare su le persone incastrate, ne abbiamo salvate una decina. La parete era verticale, bisognava imbracarle. L’ultimo era un indiano, ormai l’acqua gli arrivava al collo, ci ha detto che c’erano altri dietro di lui, ma che non li vedeva più”.