Costa Concordia: comitati Moby Prince e Viareggio scrivono a pm

Pubblicato il 16 Gennaio 2012 - 21:51 OLTRE 6 MESI FA

LIVORNO, 16 GEN – ''Le rivolgiamo un accorato appello affinche' la tragedia della Costa Concordia non diventi un ulteriore tragico mistero irrisolto''. Si apre cosi' la lettera spedita al procuratore di Grosseto Francesco Verusio da parte dell'associazione '140, che riunisce i familiari di alcune vittime del Moby Prince (1991), e 'Il mondo che vorrei' e '29 giugno', comitati di familiari delle vittime della strage della stazione di Viareggio (2009).

''Troppe volte – scrivono Loris Rispoli, Daniela Rombi e Riccardo Antonini – errori, negligenze, ritardi, omissioni della magistratura inquirente e giudicante hanno fatto si' che i colpevoli rimanessero impuniti. Purtroppo, troppe volte e' mancato il coraggio o la possibilita' di inchiodare al banco degli imputati i veri responsabili di tragici eventi''.

''Noi – proseguono i comitati – abbiamo fiducia in quelle istituzioni ed in quei magistrati che applicano con onesta' le leggi, che sono incorruttibili, che non sono asserviti ad alcun potere. Anche lei con il suo lavoro puo' dare fiducia nella giustizia''.

L'auspicio delle tre associazioni e' che ''in casi come questo non sia solo il comandante della nave a pagare, ma siano chiamati in causa chi lucra e risparmia sulla sicurezza e sulla salute dei passeggeri, oltre a commettere una grave aggressione all'ambiente, armatori e proprietari''. ''Deve cessare – si conclude la lettera – il gioco (navigare a poche decine di metri da coste e isole) contro il quale nessuno fino ad oggi e' intervenuto. Dietro ogni tragedia ci sono sempre precise responsabilita', niente avviene per caso o per fatalita'. Occorre la volonta' ed il coraggio di perseguirli. Quello che i familiari delle vittime di queste stragi e che ogni cittadino pretende e' che la giustizia sia dalla parte delle vittime e non dei responsabili e dei colpevoli''..