ROMA – La nave è affondata, lui se n’è andato. Il comandante della Costa Concordia,Francesco Schettino, ha abbandonato la nave dopo l’impatto con lo scoglio. Perchè? Come mai il comandante ha lasciato la Costa Concordia così in fretta? Come se non bastasse ora arriva la notizia che la manovra salva passeggeri, l’unica cosa di buono che sembrava aver fatto Schettino, è stata un caso: non è stato lui volontariamente ad avvicinare la nave al porto, la Costa Concordia è andata alla deriva perché aveva imbarcato troppa acqua. Emerge dall’inchiesta della Capitaneria di porto di Livorno.
Inoltre spunta una telefonata dell’1.46 di quella notte in cui l’ufficiale della guardia costiera chiede al comandante Schettino: ”Cosa vuole fare, vuole andare a casa?”. E’ una delle telefonate sequestrate dalla Procura, con il comandante che si lascia scappare anche un ”abbiamo abbandonato la nave”, prima di ritrattare. E quando dalla Capitaneria si dice che ci sono ”gia’ dei cadaveri”, Schettino chiede ”Quanti?”. E l’ufficiale: ”Deve dirmelo lei!”.
Resta comunque la domanda: perché il comandante ha abbandonato la nave? Schettino pretendeva di coordinare l’evacuazione dalla riva, un reato grave secondo il codice della navigazione. Non solo. Dinnanzi a quel disastro, con la nave ormai inclinata verso l’abisso, il comandante della Costa Concordia, hanno raccontato i testimoni agli inquirenti, “si è offerto di andare a recuperare lui stesso la scatola nera”. Voleva manometterla? Questo si è chiesto il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, che infatti poi ha firmato il provvedimento di fermo per il pericolo d’inquinamento delle prove oltreché per il rischio di fuga.
Una manovra azzardata, spregiudicata. L’inchiesta sul naufragio della Costa Concordia procede a pieno ritmo e martedì il gip interrogherà Schettino. Sulla responsabilità dell’ufficiale la procura conferma le ipotesi iniziali che hanno portato al fermo. Il comandante in cella è sottoposto a stretta sorveglianza ed è assistito anche da uno psicologo. Il suo legale spiega che Schettino è “affranto, costernato, addolorato per le perdite umane e fortemente turbato per l’accaduto”.
“Abbiamo temuto la fuga all’estero e pensato potesse sottrarsi alle sue responsabilità”, ha detto il procuratore Verusio, spiegando che “finora sono stati sentiti centinaia di testimoni tra membri dell’equipaggio, turisti a bordo e soccorritori”. In particolare, si cerca la conferma di quella che è stata definita come “una bravata” da parte del comandante della Costa Concordia: poco prima di compiere la manovra per avvicinarsi all’isola del Giglio, e naufragare, Schettino avrebbe detto ad un membro dell’equipaggio, forse un maestro di sala, nato al Giglio: “Guarda la tua isola”.
Proprio in merito al presunto “inchino” è stato interrogato l’ex ammiraglio Mario Palombo, figura carismatica della marineria italiana. I pm vogliono chiarire se è vero che il comandante della Costa Concordia si è avvicinato troppo al Giglio per salutare con luci e sirene accese l’ex ammiraglio o se lo ha fatto per un “favore” al maestro di sala. “L’inchino, che poi non si chiama così perché l’inchino si fa solo in chiesa, se davvero c’è stato non era per me”, ha detto Palombo. “Se davvero Schettino si è avvicinato troppo alle coste del Giglio, ha sbagliato”, ha aggiunto l’ex ammiraglio.
Non solo. Prima sono arrivate telefonate con richieste d’aiuto dalla nave ai carabinieri di Grosseto. Dalle 21.40, le ben quattro comunicazioni tra la Guardia costiera e la Costa Concordia: “Dal Giglio abbiamo segnalazioni su qualcosa di anomalo a bordo, rispondete per favore”. E la risposta dalla nave è sempre la stessa: “Abbiamo un blackout ma lo stiamo sistemando”. Ma la confusione del comandante si ricava pure dalla testimonianza offerta dal tenente colonnello Italo Spalvieri, della Guardia di Finanza: “A una nostra motovedetta che si trovava in zona per altri motivi, dalla nave quella notte chiesero di agganciare un cavo per essere trainati. Cioè come chiedere a una formica di spostare un elefante. Dopo 20 minuti poi diedero l’ordine di evacuare”.
Ma non finisce qui. Poco prima del disastro il comandante è stato visto da testimoni al bar in compagnia di una donna. Maria Ines Lona, un giudice argentino 72enne, riferisce che “i passeggeri che erano stati sulla nave prima di me dicono che spesso passava il suo tempotra le donne e il bere“. E proprio quella sera, dice un’altra passeggera, un’olandese 41enne, al Daily Mail, Schettino è stato visto bere in uno dei bar della nave “con una bella donna al braccio”.
“Quello che mi ha scandalizzato più di tutto – racconta la donna, Monique Maurek – è stato quando ho visto il comandante passare gran parte della serata prima che sbattessimo contro uno scoglio a bere al bar con una bella donna sotto braccio”.
Tanta fretta nell’abbandonare la nave, tanta premura nel recuperare la scatola nera, “inchini” sospetti, telefonate e richieste anomale, ai limiti dell’assurdità, presunte bevute al bar e pericolo di fuga all’estero. Tante voci in cerca di riscontri ufficiali che arriveranno non appena sarà analizzata la scatola nera. E cosa uscirà? Solo il principale interessato, Francesco Schettino, lo sa. Solo allora sapremo il perchè dell’abbandono, il motivo che ha spinto il comandante a lasciare la “sua” nave.