Concordia a fondo se arriva il maltempo. Carburante in mare?

Pubblicato il 18 Gennaio 2012 - 11:50 OLTRE 6 MESI FA

Costa Concordia (Lapresse)

ISOLA DEL GIGLIO (GROSSETO) – Se si muove ancora rischia di andare a fondo, il maltempo in arrivo può farla inabissare: la Costa Concordia è un relitto da 115 mila tonnellate in mezzo al mare, un gigante dei mari che rischia di provocare un disastro ambientale. E’ ancora davanti all’Isola del Giglio, dove è naufragata la notte di venerdì 13 gennaio.

Appoggiata su un fondale di 37 metri, se arrivasse una mareggiata potrebbe scivolare fino a 70 metri di profondità, quindi si teme che resti lì. Al lavoro c’è una squadra di sommozzatori ed esperti che dovranno cercare di svuotare i serbatoi della Concordia che poggia su  tre grandi sperono di roccia. Il carburante potrebbe finire in mare.

Ci vogliono almeno 15 giorni di lavoro per eliminare il carburante:  bisogna scaldare il gasolio prima di poterlo aspirare e pompare fuori e non è detto che il danno sia completamente evitato. Si tratta di oltre 2300 tonnellate in 17 cisterne immerse nel mare.

C’è fretta, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha già avvertito, ieri, che il piano per lo svuotamento dei serbatoi deve essere presentato entro 48 ore. Quindi resta un giorno, altrimenti la situazione potrebbe solo peggiorare. Per ora si cerca di tamponare con una cintura di protezione ambientale lungo tutto il perimetro della nave: 900 metri di barriere d’altura,  panne costiere ancorate alle rocce per fare da barriera a un eventuale inquinamento a protezione delle calette appena vicine alla nave.

Se la Concordia riuscisse a restare esattamente nel punto in cui si trova le ipotesi su come portarla via sono due: si può trasportare intera da uno a sei mesi, tappando lo squarcio di 70 metri con della lamiera e svuotandola con delle pompe oppure rottamarla sul posto entro un anno. Nel primo caso la nave verrebbe riportata in posizione verticale, visto che è inclinata di quasi novanta gradi e rimorchiata in cantiere. Nel secondo invece verrebbe fatta a pezzi davanti al Giglio e i resti verrebbero portati su una gru e poi in cantiere: occorrerebbero circa 100 sollevamenti secondo i calcoli degli esperti.