Costretta a prostituirsi e poi chiusa in casa con le sbarre alle finestre, arrestati i due aguzzini

Pubblicato il 28 Agosto 2010 - 16:41 OLTRE 6 MESI FA

Sul marciapiede per cinque ore a notte, il resto del giorno chiusa a chiave in una stanza con le sbarre alle finestre. E’ il ‘soggiorno’ bolognese di una ragazza romena costretta a prostituirsi da due aguzzini, un uomo e la sua compagna, a sua volta prostituta, fermati dalla squadra Mobile di Bologna. I due (lui A.S., albanese di 26 anni, lei M.S., romena di 28) sono accusati di riduzione in schiavitù oltre che di induzione, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, aggravate e continuate.

La vittima, di 32 anni, è stata messa al sicuro in una struttura protetta. E’ stata lei a raccontare delle sevizie cui veniva sottoposta dai due aguzzini che la facevano prostituire sotto la minaccia di ucciderla. Le avevano imposto anche una tariffa fissa, 30 euro a prestazione, e il ‘dovere’ di fare uno squillo agli sfruttatori, ogni volta che si appartava con un cliente, per permettere ai due di tenere l’esatta contabilità degli incassi.Le avevano, a questo scopo, preso il suo telefonino e gliene avevano dato uno, come dire, ‘di servizio’. I due poi si tenevano tutti gli incassi, in media 300 euro a sera.

La donna è stata liberata grazie all’intuito degli investigatori della Buoncostume, che mercoledì durante un servizio di controllo hanno notato un volto nuovo nei pressi di un hotel di via Stalingrado. La ragazza ha colpito gli operatori anche per il suo atteggiamento defilato e per l’abbigliamento normale. Avvicinata dai poliziotti, con le lacrime agli occhi, ha detto di essere in città da quattro giorni e di non poter parlare.

Un’ora dopo gli agenti sono passati di nuovo in zona e hanno visto che la giovane si era cambiata con abiti succinti, e che vicino a lei c’era una ragazza che ha tentato di allontanarla dai poliziotti. Le due sono così state portate in questura, dove la vittima ha raccontata che l’altra giovane la sfruttava assieme al findanzato e la teneva segregata in una casa, portandola al lavoro dalle 22 alle 3 del mattino.

Lei, ha detto, era stata portata tre settimane prima in Italia da altri romeni con il miraggio di un lavoro da badante, ma era stata segregata in una casa in Toscana, dove poi l’avevano prelevata i due sfruttatori. Dopo una serie di indagini per individuare l’appartamento, ieri il blitz per fermare i due. La Procura ha deciso di chiedere la convalida del fermo, e l’udienza è fissata per lunedì 30 agosto.