Cremona. Picchiava la figli troppo “occidentale”: marocchino a processo

Pubblicato il 30 Novembre 2011 - 23:14 OLTRE 6 MESI FA

CREMONA – Picchiava la figlia troppo ‘occidentale’: e’ questa l’accusa con cui e’ andato oggi a processo un operaio marocchino di nome Mohamed. ”Mio padre e’ musulmano. Per me voleva un’educazione piu’ tradizionalista”: ha spiegato davanti al Tribunale di Cremona Souhailla, la figlia da poco diventata maggiorenne, raccontando di essere stata presa a cinghiate perche’ voleva uscire con le amiche e dopo la scuola, di nascosto, andava con la zia a mangiare in un centro commerciale.

”Di nascosto – ha sottolineato -, perche’ se mi vedeva con la zia mi picchiava. Niente radio, niente tv e telefonino. Non potevo uscire, mi chiudeva in camera”. Oggi Souhailla si e’ presentata in tribunale per testimoniare al processo contro il genitore, operaio, vedovo e risposato, dal quale non e’ piu’ tornata nel 2008, dopo essere andata al pronto soccorso dell’ospedale maggiore di Cremona con le gambe e le braccia coperte di lividi. In aula Mohamed non si e’ presentato, mentre la figlia si e’ costituita parte civile. La sentenza e’ attesa per il prossimo 7 marzo.

Veste alla moda, parla e si comporta come le sue coetanee, Souhailla. Accompagnata da un’amica, in tribunale e’ arrivata con calzamaglia di lana a righe, sopra i calzettoni rossi, gonnellina nera, borsetta bianca e con un velo di trucco sugli occhi. E’ in Italia da quando aveva due anni. ”Nel 1999 mia madre si e’ ammalata poi e’ morta – ha spiegato -. Papa’ picchiava anche la mamma, quando io avevo quattro, cinque anni. Con cosa mi picchiava? Con la cintura, con quello che c’era”.

”Perche’?” le ha chiesto il pubblico ministero onorario Silvia Manfredi. ”Boh. Non potevo uscire, mi chiudeva in camera, non potevo guardare la tv e ascoltare la radio” ha risposto lei, masticando il chewing gum e per questo ripresa dal giudice Francesco Sora. Il padre deve rispondere di lesioni e di due episodi di maltrattamento grave nei confronti della figlia.