La “cricca”, l’inchiesta P4 e quei funzionari confermati dal governo

Pubblicato il 13 Gennaio 2012 - 11:59 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Funzionari di grande rilievo e di grande potere nel governo Monti confermati dai ministri nonostante siano finiti negli atti delle inchieste Grandi Eventi e P4. Sono i capi di gabinetto dei Beni culturali e dell’Economia Salvo Nastasi e Vincenzo Fortunato, e il capo della Struttura tecnica di missione del ministero dei Trasporti Ercole Incalza.

Dopo le dimissioni di Carlo Malinconicoper le vacanze pagate da Piscicelli e dopo che Filippo Patroni Griffi trema per la casa comprata a prezzi stracciati al Colosseo, anche Pasquale de Lise, nominato dal governo a capo dell’Agenzia per le autostrade, è accomunato – secondo gli atti delle inchieste di Firenze, Perugia e Roma – ad alcune note vicende della “cricca”, quelle per cui Angelo Balducci e compagni saranno a processo il 23 aprile. Ma non sono gli unici.

Un altro, Antonello Colosimo, capo di gabinetto all’Agricoltura, si è dimesso il 20 dicembre. Lo aveva portato lì l’ex ministro Saverio Romano e Mario Catania lo aveva confermato. Poi, la decisione di tirarsi indietro, nei giorni in cui l’imprenditore Francesco Piscicelli raccontava ai magistrati dei mille regali fatti, dell’aiuto che otteneva da Colosimo per incontri da cui ottenere appalti, di come lo chiamasse “fratello”.

Resta invece al suo posto Salvo Nastasi, 37 anni, capo di gabinetto ai Beni culturali prima con Rutelli poi con Bondi. Anche lui ha a che fare con l’inchiesta Grandi eventi. Era il presidente della commissione di gara del Parco della musica di Firenze. L’appalto fu vinto dalla Sac-Igit di Cerasi e Ciolfi, i secondi arrivati fecero denuncia, ma il Tar di allora non diede la sospensiva. A guidarlo era Pasquale de Lise. Poi de Lise va al Consiglio di Stato, le intercettazioni portano agli arresti della cricca, e lo stesso Tar due anni dopo – nel 2010 – ribalta il primo provvedimento e sostiene che la gara presenta evidenti profili di illegittimità.

Il funzionario appare anche nelle intercettazioni dell’inchiesta P4 su Bisignani: “Ho un messaggio da parte del dottor Nastasi… chiedeva al dottor Bisignani di poter avere diciamo la sua autorizzazione per fissare un appuntamento con il dottor Geronzi”. Nastasi non è indagato, e non lo è neanche Ercole Incalza, il capo della struttura tecnica del ministero delle Infrastrutture, braccio destro dell´ex ministro Matteoli confermato da Passera.

Nell’inchiesta Incalza è entrato come beneficiario di una casa nel centro di Roma pagata in parte con fondi neri di Diego Anemone (imprenditore in affari con Piscicelli e Balducci) dove vivono il genero e la figlia. Quando la cosa venne fuori si dimise, ma Matteoli respinse le dimissioni. E lui è ancora lì.

Infine, Vincenzo Fortunato. Il potentissimo capogabinetto dell’Economia (lì dal 2001, con una parentesi ai Trasporti) è legato a De Lise da una strana vicenda denunciata da un’interrogazione della radicale Bernardini sul cosiddetto concorso delle mogli: Fortunato nominò a capo della commissione esaminatrice di una selezione al Tar Pasquale de Lise. Quel concorso fu poi vinto, tra gli altri, da Paola Palmarini, moglie dello stesso Fortunato.