Cristiano Dipaolantonio voleva ammazzare sé stesso e la moglie. Ci prova 2 volte, la seconda ci riesce

di Antonio Buttazzo
Pubblicato il 15 Marzo 2017 - 15:44| Aggiornato il 2 Ottobre 2018 OLTRE 6 MESI FA
Cristiano Dipaolantonio voleva ammazzare sé stesso e la moglie. Ci prova 2 volte, la seconda ci riesce

Cristiano Dipaolantonio voleva ammazzare sé stesso e la moglie. Ci prova 2 volte, la seconda ci riesce

PORDENONE – Cristiano Dipaolantonio voleva uccidere sé stesso e la moglie Jamir Temjenlelmla, 37 anni, di origini indiane. Ci ha provato non una ma due volte e la seconda ci è riuscito. Questa la ricostruzione della Procura di Pordenone che ha aperto un fascicolo per omicidio volontario in merito all’incidente avvenuto sulla Cimpello-Sequals, lunedì scorso. Nello schianto persero la vita tre persone: Dipaolantonio e la moglie che viaggiavano su un furgone e il camionista contro il quale si sono scontrati.

Secondo le ultime novità emerse, Cristiano Dipaolantonio, commerciante di 45 anni, avrebbe indirizzato volontariamente il proprio furgone nel quale viaggiava con la moglie contro il camion che procedeva nella direzione opposta. Tutti gli occupanti dei veicoli sono morti all’istante.

Nella mattinata di oggi, 15 marzo, sono emersi elementi nuovi che hanno indirizzato le indagini diversamente rispetto alle prime risultanze. I rilievi dei Carabinieri sul luogo dell’impatto hanno evidenziato che sul lungo rettilineo dov’è avvenuto l’incidente non c’erano segni di frenata, mentre il camion ha cercato in ogni modo di evitare l’impatto fin quasi a finire fuori dalla carreggiata sulla propria destra.

I militari dell’Arma hanno anche acquisito delle testimonianze definite “molto significative” secondo le quali, nelle ultime settimane, il commerciante di Cordenons aveva minacciato di dare corso a un gesto estremo coinvolgendo anche dei congiunti. La coppia stava attraversando un momento difficile e la moglie aveva confidato anche ad associazioni che si occupano di tutela delle donne di voler chiedere la separazione.

C’è poi quella sinistra coincidenza: due incidenti nell’arco di 24 ore. Con il marito sempre alla guida, i due coniugi sono rimasti vittima di due incidenti automobilistici. Nel primo, avvenuto nel Trevigiano domenica pomeriggio, la donna aveva riportato alcuni traumi che hanno imposto un ricovero precauzionale in ospedale a Treviso a bordo del velivolo sanitario del Suem. Dalle ricostruzioni delle forze dell’ordine si era trattato di un’uscita autonoma dalla quale l’uomo era rimasto pressoché illeso. Per la compagna, invece, una notte in osservazione in ospedale a Treviso prima della dimissione nella mattinata di lunedì, con il marito che era andato a prenderla con il furgone dal momento che l’auto era inutilizzabile. Trascorse tre ore dall’uscita dal Pronto Soccorso, il secondo scontro, questa volta fatale.

La moglie del commerciante si era da poco rivolta all’associazione antiviolenza “Voce Donna” di Pordenone per chiedere aiuto. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, nelle scorse settimane la compagna del 45enne aveva chiesto aiuto al sodalizio cittadino per porre fine a presunte violenze psicologiche di cui si diceva vittima. Affermazioni circostanziate, tanto che è stata anche presentata una formale denuncia alla Polizia di Stato. La Questura aveva anche attivato l’Ufficio Minori per verificare la situazione delle due figlie della coppia, per le quali assieme alla madre era già stato ipotizzato il ricovero temporaneo in una struttura protetta.

Il procedimento – si è appreso oggi – si fermò improvvisamente perché quella stessa sera l’uomo venne affidato ai Servizi sanitari su disposizione del sindaco della sua città di residenza. In quei giorni, la moglie aveva anche confidato al personale di “Voce donna” che il marito aveva minacciato di farla finita e anzi, spaventandola, aveva ipotizzato un gesto di disperazione che potesse coinvolgere anche lei e le figlie.