Crocifisso in aula, Fioramonti: “Meglio una cartina del mondo”

di Antonella del Sordo
Pubblicato il 30 Settembre 2019 - 22:23| Aggiornato il 20 Ottobre 2020 OLTRE 6 MESI FA
Crocifisso in aula, Fioramonti: "Meglio una cartina del mondo"

Un crocifisso in una scuola (foto ANSA)

ROMA – Le affermazione del ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti , espresse durante la trasmissione ‘Un giorno da Pecora’ hanno riaperto una polemica “storica” tra i favorevoli e contrari al crocifisso nelle aule delle scuole italiane.”Credo in una scuola laica, ritengo che le scuole debbano essere laiche e permettere a tutte le culture di esprimersi non esporre un simbolo in particolare. Meglio appendere alla parete una cartina del mondo con dei richiami alla Costituzione”.

Una controversia mai sopita tra cattolici e laici che partì quasi un ventennio fa con una crociata da parte di Adel Smith, presidente dell’Unione musulmani d’Italia e del giudice Luigi Tosti, promotori di una battaglia anti-crocefisso. Proprio la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, con una sentenza definitiva, nel 2011 sancì che il crocifisso poteva restare affisso nelle aule delle scuole pubbliche italiane.

Nessun provvedimento è stato pensato dal Governo, tanto che il ministro ha premesso: “Il crocifisso a scuola è una questione divisiva, che può attendere”. Si è detto contrario ad esporre nelle aule i vari simboli religiosi: “Eviterei l’accozzaglia, diventa altrimenti un mercato” e non è favorevole nemmeno alla foto di Mattarella nelle aule perché, a suo dire, “neanche il presidente la vorrebbe”.

Di parere opposto il presidente dei deputati Forza Italia Maria Stella Gelmini: “Il crocifisso non è un elemento di arredo – ha sottolineato -, ma la testimonianza delle radici del nostro Paese”. E replicando direttamente al ministro all’Istruzione ha aggiunto: “La sua presenza sulle pareti delle aule scolastiche, contrariamente a quel che pensa il ministro Fioramonti, non impedisce di esprimersi agli studenti di altre culture e religioni, ma sta lì a ricordare che la laicità che il ministro liberamente rivendica è conseguenza diretta proprio delle radici cristiane dell’Italia e dell’Europa”.

Gelmini si è infine augurata che il ministro “nella sua smania di tassare non proponga di introdurre un balzello a carico di qualche professore con un crocifisso al collo o di giustificare uno sciopero contro i dirigenti scolastici che hanno mantenuto il simbolo della cristianità all’interno degli istituti”.

Sulle stesse posizioni anche Fratelli D’Italia. “Ricordiamo al ministro che, pur rispettando tutte le religioni, qui – ha sottolineato Paola Frassinetti, deputato di Fdi e vicepresidente della Commissione Cultura della Camera – siamo in Italia ed è giusto che nelle aule ci sia il Crocifisso. I fedeli di altre religioni devono per prima cosa rispettare i simboli della nostra fede, altrimenti, se ne sono infastiditi, nessuno li obbliga a rimanere qua”.

Fonte: ANSA