Cupramontana. Autopsia sul piccolo Hamid: soffocato dal padre in pochi secondi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Gennaio 2018 - 10:38 OLTRE 6 MESI FA
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Cupramontana. Autopsia sul piccolo Hamid: soffocato dal padre in pochi secondi

ANCONA – E’ entrato in auto col papà per una passeggiata e lui l’ha soffocato in pochi secondi. L’autopsia sul corpo del piccolo Hamid Imeri, 5 anni, svalno i dettagli dell’omicidio avvenuto a Cupramontana, in provincia di Ancona, il 4 gennaio scorso. Hamid è morto per asfissia, ma sul suo corpicino non ci sono segni evidenti di violenza. Il padre Besart Imeri, disoccupato di 27 anni, ha confessato l’omicidio e l’ha ucciso tappandogli il naso e la bocca. In pochi secondi il bimbo è morto, senza avere possibilità di reazione.

Il medico legale Mauro Pesaresi ha svolto l’autopsia sul corpo di Hamid, ma il referto non scioglie tutti i dubbi sul caso. Besart, padre di un altro bimbo piccolo e con un figlio in arrivo, non ha spiegato il motivo del suo gesto e alcuni punti del suo racconto sono ancora da verificare. Il medico legale non esclude neanche l’ipotesi di eventuali patologie come concausa di morte. Per questo sono previsti approfondimenti sugli esami istologici, alla presenza del perito della difesa Raffaello Sanchioni. La Procura di Ancona procede per omicidio volontario aggravato. “Non ero io, ero posseduto da una forza sovrannaturale“, questa l’unica spiegazione del padre. Davide Falcioni su Fanpage scrive:

“Besart Imeri, il disoccupato macedone di 27 anni, che il 4 gennaio ha ucciso il figlio, da tempo era in cura per una forte depressione con sbalzi di umore. L’uomo ha assassinato il piccolo Hamid appena saliti in macchina per fare una passeggiata: agli inquirenti ha raccontato di essersi sentito “posseduto da qualcosa, forse un’entità soprannaturale”, che lo ha lasciato una volta morto il bimbo. Il gip ha convalidato l’arresto, Besart resta in carcere.

L’avvocato Sebastianelli, che ha chiesto il trasferimento di Besart in una struttura per malati di mente, respinta dal gip, non esclude la possibilità di chiedere anche una perizia psichiatrica, in considerazione del racconto fatto da 27enne. L’assassino nei giorni scorsi ha ribadito di fronte al giudice di avere avuto rapporti sempre sereni con la sua famiglia e gli altri parenti, parlando però di una forte depressione legata alla perdita del lavoro qualche mese fa che non lo faceva dormire e per la quale era in cura presso gli psichiatri dell’ospedale di Jesi assumendo psicofarmaci”.