Curia Torino: “I gay non sono malati”. L’arcivescovo invita la Concia

Pubblicato il 21 Ottobre 2011 - 13:14 OLTRE 6 MESI FA

Anna Paola Concia (Foto LaPresse)

TORINO, 21 OTT – La Curia di Torino e il suo arcivescovo, mons.Cesare Nosiglia, non hanno mai identificato l’omosessualità come una malattia da curare e, anzi, invitano il deputato Anna Paola Concia per un incontro. Lo si legge in una lunga dichiarazione che fa seguito alle polemiche scatenate dal parere del Centro di Bioetica su una proposta di legge regionale, nella quale si faceva riferimento a un presunto legame tra omosessualità e malattia.

”Non c’è alcuna volontà da parte della Chiesa cattolica torinese né del suo arcivescovo, mons.Cesare Nosiglia ”di identificare l’omosessualità con una malattia da curare – replica la Curia – però c’è l’impegno di fare sì che ci sia una visione globale del problema inserito in una prospettiva cristiana dell’uomo e della famiglia”.

La Curia ribadisce che ”grande rispetto va dato a tutte le persone che hanno concezioni e idee anche diverse da quelle sostenute dalla Chiesa. La nostra Chiesa continua a perseguire un atteggiamento di incontro e di accoglienza delle persone omosessuali, credenti e non, come finora si è fatto fruttuosamente, attraverso un tavolo di studio composto da due sacerdoti appositamente delegati dal Vescovo e alcuni rappresentanti di gruppi di credenti omosessuali. Come è noto, tale dialogo è sfociato nella pubblicazione del libro Omosessualità e fede”.

”Pertanto – conclude l’Arcidiocesi – questa attenzione della Chiesa torinese alle persone gay, lesbiche e trans, apprezzata e riconosciuta non solo tra i credenti omosessuali, continua tuttora nella normale prassi della Arcidiocesi e, in particolare, della Curia diocesana. Anzi, il Vicario episcopale per la pastorale e la formazione, su incarico esplicito dell’Arcivescovo, ha scritto all’on. Anna Paola Concia rendendosi disponibile per un incontro”.