Daniele De Santis, coltellate già refertate l’8 maggio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Settembre 2014 - 15:03 OLTRE 6 MESI FA
Daniele De Santis

Daniele De Santis

ROMA – I medici del reparto clinico del carcere di Regina Coeli l’8 maggio, 5 giorni dopo gli scontri prima della finale di Coppa Italia, avevano già refertato la presenza sul corpo di Daniele De Santis di ferite da arma da taglio.

Secondo gli avvocati di Ciro Esposito invece “Daniele De Santis non è mai stato accoltellato”. 

“De Santis, il principale responsabile dell’agguato al pullman dei tifosi azzurri e dell’omicidio di Ciro Esposito – avevano detto gli avvocati di Ciro Esposito – non è mai stato accoltellato come risulta e dimostrano le sue stesse dichiarazioni al giudice (nei verbali dice “ho avuto solo tante botte e non ricordo altro”)”.

Ma in base ai documenti medici, ora posti sotto sequestro dalla Procura di Roma, De Santis viene sottoposto a visita medica a Regina Coeli intorno alle 10 dello scorso 8 maggio e gli vengono refertate e medicate “ferite da taglio ai fianco” nonché “una ferita lacerocontusa alla fronte” per la quale furono applicati dei punti. De Santis era giunto nel carcere romano il giorno prima per essere sottoposto ad interrogatorio di garanzia. In precedenza era stato ricoverato al Gemelli e trasferito per motivi di sicurezza al Policlinico Umberto I.

Le ferite da arma da taglio sono poi riscontrate dai medici dell’ospedale Belcolle di Viterbo il 25 giugno (giorno in cui De Santis viene trasferito nella struttura dopo la morte di Ciro Esposito) che le medicano.

E come si legge nel capo di imputazione a carico di Ciro Esposito il coltello a serramanico trovato sulla scena della rissa scoppiata il 3 maggio in viale di Tor di Quinto apparterrebbe al gruppo di tifosi napoletani che prese parte alla prima fase dell’aggressione a Daniele De Santis.

A Ciro e Alfonso Esposito e a Gennaro Fioretti i pm nel capo di imputazione infatti contestano, oltre al concorso in rissa, “l’aver portato in luogo pubblico un coltello a serramanico di colore argento con manico in simil legno”. Su quest’arma il Racis, che oggi illustrerà in sede di incidente probatorio i risultati della perizia, ha individuato tracce ematiche che riconducono esclusivamente al Dna di De Santis.