Daniele Potenzoni scomparso: avvistamento in zona San Pietro

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Dicembre 2015 - 12:22 OLTRE 6 MESI FA
Daniele Potenzoni scomparso: avvistamento in zona San Pietro

Daniele Potenzoni scomparso: avvistamento in zona San Pietro

ROMA – Un ragazzo che somiglia a Daniele Potenzoni è stato avvistato in zona San Pietro, a Roma. Il testimone che ha contattato il padre del giovane, affetto da autismo, sostiene di aver visto Potenzoni aspettare il bus e di averlo avvicinato. Il ragazzo, racconta il testimone, gli ha detto che stava andando al Verano. Il padre di Potenzoni è preoccupato e ritiene che il figlio potrebbe aver trovato riparo in un convento vicino al Vaticano.

Fabrizio Peronaci sul Corriere della Sera nell’edizione di Roma scrive che  il testimone ha raccontato di aver riconosciuto in un giovane la mattina dell’8 dicembre il ragazzo autistico scomparso da mesi e che la famiglia continua a cercare:

“«Era lui, ne sono certo. Stava in piedi alla fermata dei bus. Ci ho parlato. Portava scarpe da ginnastica blu, con una stellina». Alle 10.30, mentre papa Francesco si preparava ad aprire la Porta Santa in diretta televisiva mondiale, un testimone è sicuro di averlo visto”.

Pontenzoni è scomparso sei mesi fa mentre era a Roma e da allora famigliari, amici e volontari lo cercano nella Capitale senza successo:

“Daniele Potenzoni, il giovane malato di autismo residente a Pantigliate (Milano) e scomparso a Roma sei mesi fa, secondo l’ultima segnalazione era lì, a poche centinaia di metri dal Vaticano, nel giorno più atteso e solenne, l’inaugurazione del Giubileo. Esattamente nello stesso luogo – tra via Ottaviano e viale delle Milizie, all’uscita della linea A – dove sarebbe dovuto giungere il 10 giugno con il metrò, per l’udienza papale del mercoledì, assieme agli altri disabili del centro diurno di Melegnano, se non si fosse perso nella fermata di Termini, subito dopo aver attraversato i tornelli.

Il nuovo testimone, Enzo Rossi, abitante al Flaminio, costretto da una disabilità a camminare con le stampelle, purtroppo non aveva con sé il telefono cellulare. «Dovevo prendere il tram 19 per tornare a casa – ha raccontato – quando, alla fermata Ottaviano, l’ho riconosciuto. Era lui, non ho avuto dubbi. Parlando gli si storceva leggermente la bocca. Indossava scarpe sportive, uguali a quelle di quand’è sparito». L’uomo si è guardato attorno in cerca di aiuto per bloccare Daniele. «Speravo passasse una pattuglia, e invece niente».

A questo punto la scena prende velocità. «Lo tenevo d’occhio, ma all’improvviso è arrivato l’autobus, il 490. Ho visto che voleva prenderlo e allora mi sono fatto avanti, gli ho chiesto dove andasse. Lui mi ha risposto di essere diretto al Verano, ed è salito». Avvistamento concluso. «Avrei voluto invitarlo al bar e offrirgli un caffè, così da prendere tempo e magari incrociare un agente», ha poi raccontato il testimone. Acquisita la segnalazione, la polizia ha rifatto il percorso da Prati a San Lorenzo, dove le ricerche sono state concentrate tra i banchi del mercato di piazza dell’Immacolata e nelle strade attorno. Alcuni volontari vicini alla famiglia e molto attivi sul web, intanto, andavano a controllare di persona al Verano. «Sì, qui capita che dorma qualcuno, è già successo», ha ammesso uno dei custodi del cimitero”.

Francesco Potenzoni, il padre di Daniele, ritiene che l’avvistamento possa essere una pista valida e a Peronaci dice:

“«Certo che la persona vista alla fermata può essere mio figlio, io ci credo – ha commentato Francesco Potenzoni, il padre – La zona di San Pietro, tra l’altro, per Daniele esercita sicuramente una forte attrattiva: la Chiesa e l’oratorio sono stati la sua vita fino ai 18 anni, quando si è ammalato. Non mi meraviglierebbe che, dopo essersi perduto, abbia trovato appoggio in un centro d’accoglienza o in un monastero, per mangiare e dormire, e di giorno passeggi attorno alla basilica». Anche il particolare delle scarpe può essere un indizio. «Il testimone parla di una stelletta? Potrebbe essersi sbagliato con il simbolo della marca, una K, che ha una forma simile», aggiunge il padre. Nuove speranze, insomma. Accompagnate da una grande ondata di affetto e solidarietà”.