Daniele Ughetto Piampaschet, libro anticipò omicidio. “Ergastolo e isolamento”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Marzo 2014 - 19:22 OLTRE 6 MESI FA
Daniele Ughetto Piampaschet, libro anticipò omiciodio. "Ergastolo e isolamento"

Daniele Ughetto Piampaschet e Anthonia Egbuna

TORINO – Uccise una prostituta e poi ne scrisse un romanzo, deve essere condannato all’ergastolo e all’isolamento diurno per due mesi. E’ quando ha chiesto il pubblico ministero di Torino, Vito Destito, per Daniele Ughetto Piampaschet, 35 anni, di Giaveno (Torino), scrittore arrestato con l’accusa di aver ucciso una giovane prostituta nigeriana, Anthonia Egbuna.

Secondo il pm, quello commesso nel novembre del 2011 non è stato solo un omicidio premeditato. E’ stato molto di più: una fantasia omicida elaborata in termini così lucidi da arrivare ad anticipare in un romanzo (poi pubblicato) i dettagli del delitto: dalle coltellate dell’assassino alla vittima fino al tentativo di fare sparire il corpo gettandolo nel fiume.

Anthonia Egbuna venne uccisa nel novembre del 2011. Il suo corpo fu ritrovato nel Po a San Mauro Torinese nel febbraio 2012. Era in avanzato stato di decomposizione, ma le analisi del medico legale accertarono che quel corpo era stato raggiunto da numerose coltellate prima di essere gettato in acqua.

Gli investigatori hanno ipotizzato che la donna fosse stata uccisa il 28 novembre 2011, data in cui cessarono le comunicazioni della sua utenza telefonica. Alla quale risultò che Piampaschet telefonava con frequenza. L’uomo venne poi arrestato nell’agosto 2012, mentre stava rientrando da Londra, dove si era recato per fare il volontario per le Olimpiadi.

Nella sua requisitoria, il pm ha sostenuto che le prove che lo inchioderebbero sono tre: l’improvvisa cessazione di comunicazioni tra lui e la vittima dal giorno ipotizzato per il delitto (cioè il 28 novembre); la presenza di sangue della vittima sui sedili di una delle sue automobili; i due romanzi, ‘La rosa e il leone’ e ‘Il braccialetto di corallo’, che rappresenterebbero una evidente confessione extra-giudiziale, perché in quei racconti vengono anticipati dettagli che corrispondono perfettamente al delitto.

L’imputato ha sempre negato ogni addebito sostenendo che la donna sarebbe stata uccisa da suoi connazionali perché aveva tentato di uscire dal mondo della prostituzione.