Danilo Giacometti si butta nel fiume col nipotino. Davide, 5 anni, era malato

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Ottobre 2014 - 10:43 OLTRE 6 MESI FA
Danilo Giacometti si butta nel fiume col nipotino. "Erano ancora abbracciati"

Danilo Giacometti si butta nel fiume col nipotino. “Erano ancora abbracciati”

ROVIGO – Danilo Giacometti ha abbracciato forte il nipotino e si è buttato nell’Adigetto a Lendinara, Rovigo. Il nonno ha tenuto il nipotino sott’acqua, Davide, 5 anni, si è aggrappato al collo dell’uomo finchè non sono annegati entrambi. Li hanno trovati così: abbracciati, il corpo del nonno con la faccia verso l’acqua, il bambino sommerso con un braccio aggrappato alla nuca del nonno. Un abbraccio tenero e tremendo al tempo stesso, la disperazione di Danilo che, forse, non riusciva più a sopportare la rara malattia genetica del bambino.

E così, in un pomeriggio qualsiasi in cui il bambino gli era stato affidato, proprio quando i genitori del bambino erano a Perugia a seguire un convegno di medici proprio sulla malattia di Davide, il nonno ha progettato un omicidio-suicidio. Su Leggo un passante, Nicola Pavan, racconta quando ha visto quei corpi per poi dare l’allarme:

Come se n’è accorto? «Stavo correndo e mi è venuto incontro un ragazzo. Mi ha chiesto: “Hai un telefonino? Guarda…”. È stato a quel punto che li ho visti». Che cosa ha visto? «Si vedeva un uomo steso a faccia in giù nell’acqua… ma non solo quello». Che cos’altro? «È stato il braccino che usciva dall’acqua a raggelarmi. Era il braccio di un bambino che poteva avere 5-6 anni. Siccome ho una figlia di sei anni sono rabbrividito. E ho subito pensato a un figlio caduto in acqua e al papà che era annegato per salvarlo».

Forse non è stato così. «Io il piccolo non lo vedevo, perchè era coperto dal corpo dell’adulto. Ma quel braccio era come aggrappato con forza alla nuca del nonno. Lui stava sotto, sul petto dell’uomo, che a sua volta lo stringeva». Quasi che avesse voluto tenerlo sott’acqua, o meglio, abbracciarlo nell’attimo in cui tutti e due stavano per morire. «Erano stretti forti, forti…».

Quanto profonda è l’acqua in quel punto? «Credo un paio di metri. Il canale è largo 5-6 metri. Ma i corpi non erano fermi, si muovevano, seppur lentamente, trasportati dalla corrente». Quando sono arrivati i soccorsi? «Dopo un quarto d’ora, intanto noi seguivamo i due corpi che nel frattempo avevano percorso più di un centinaio di metri».

Chi li ha tirati a riva? «I carabinieri, utilizzando un rastrello trovato in una casa. Erano ancora abbracciati, avvinghiati, come se lui volesse dirgli: “Ti voglio tanto bene”».