Daria, ragazza ucraina clandestina. Bravissima a scuola ma non ha il codice fiscale. Non può fare la maturità

Pubblicato il 8 Giugno 2009 - 14:30 OLTRE 6 MESI FA

Daria è una ragazza ucraina che studia a Napoli al liceo linguistico «Margherita di Savoia». Da quando è arrivata in Italia ha sempre frequentato con ottimi voti la scuola e parla sei lingue. Oltre a studiare, Daria aiuta i suoi genitori lavorando molto:  Daria è clandestina e non ha il codice fiscale: ora a causa di una circolare del ministro dell’Istruzione Mariastella Germini, rischia di non poter fare la maturità.

«Adesso ho paura», racconta Daria. «Ho paura di finire in carcere perché clandestina. Ma io voglio solo studiare, costruirmi un futuro, vorrei il mio diploma. Abito a piazza Carlo III. La, siamo tutti clandestini, perché non riusciamo a diventare regolari.  Eppure da quattro anni mamma fa le pulizie e papà lavora tantissimo come saldatore». Continua la ragazza: «Io faccio di tutto, la badante, la baby-sitter, lavo le scale dei condomini. Vorrei iscrivermi all’università fare Scienze Politiche. Sto ricevendo tanto affetto dai miei compagni e dalla preside della scuola, che cerca una soluzione tecnica».

«Perché senza un codice fiscale divento automaticamente una delinquente? Perché in un paese democratico devo diventare un’ombra invisibile per non finire in galera?» si chiede ancora la ragazza ucraina.

L’ufficio stampa del ministero ha fatto sapere che non c’è nessun motivo di legge per cui la ragazza di Napoli non possa affrontare l’esame di maturità. «Si tratta di una normativa presente anche in passato e non c’è nessuna discriminazione o volontà di censire studenti che non siano immigrati regolari. La scuola in realtà si sta impegnando molto sul fronte dell’integrazione. La raccolta del codice fiscale degli studenti è funzionale all’Anagrafe degli studenti. Nel caso in cui uno studente ne fosse sprovvisto, non ne subirebbe alcuna conseguenza, per cui non c’è nessun motivo per cui la ragazza di Napoli non possa affrontare l’esame di maturità». Il diritto allo studio sembra quindi prevalere; vedremo nelle prossime ore come andrà a finire.