Dario Fo, morto il giullare premio Nobel letteratura: aveva 90 anni

di Spartaco Ferretti
Pubblicato il 13 Ottobre 2016 - 09:05 OLTRE 6 MESI FA
Dario Fo, morto premio Nobel letteratura: aveva 90 anni

Dario Fo, morto premio Nobel letteratura: aveva 90 anni

 

ROMA – L’attore e premio Nobel per la letteratura Dario Fo è morto a Milano nella mattinata di oggi giovedì 13 ottobre. Aveva 90 anni e si è arreso a problemi polmonari. Era ricoverato in ospedale a Milano da poco meno di due settimane e, raccontano i medici, prima di aggravarsi per la crisi che non gli ha lasciato scampo “ha cantato per ore”.

Fo è stato ricoverato all’ospedale Sacco di Milano “10 giorni fa in stato di insufficienza respiratoria legato a una patologia polmonare presente da anni. Una malattia silente e progressiva“, ha detto Delfino Luigi Legnani, il direttore del reparto di pneumologia dell’ospedale Sacco di Milano. “Il paziente – ha aggiunto – è stato lucido e collaborante fino a ieri”.

Per oltre mezzo secolo Fo, insieme alla moglie Franca Rame, ha portato avanti una vera e propria rivoluzione del mondo artistico italiano. Anche per questo, nel 1997, Fo è stato insignito del premio Nobel per la letteratura. E poche cose riassumono meglio di quella riga di motivazione che ha accompagnato la consegna del Nobel il senso del percorso artistico di Fo:

Perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi

Fo è stato prima di tutto un artista completo: drammaturgo, attore, regista, scrittore, autore, illustratore, pittore, scenografo. Significativo anche il suo impegno politico: schierato a sinistra per quasi tutta la vita negli ultimi anni si era avvicinato a Beppe Grillo e al Movimento 5 Stelle.

Quella di Fo è stata una carriera straordinaria, ricca di episodi significativi. Nel 1962, per esempio, porta sulla Rai una versione di “Canzonissima” che desta scandalo. La Dc non gradisce e Fo paga con l’esilio dal piccolo schermo: in Rai non torna per 14 anni. Ma le rappresentazioni di Fo, in un’Italia squassata dal terrore, in più di un’occasione sono state interrotte dalla polizia.

Tra i suoi indiscutibili capolavori c’è Mistero Buffo, datato 1968. Così lo riassume Wikipedia:

Nel 1968 insieme a Franca Rame, Massimo de Vita, Vittorio Franceschi e Nanni Ricordi fonda il gruppo teatrale Nuova Scena, con l’obiettivo di ritornare alle origini popolari del teatro ed alla sua valenza sociale. Anche in questo caso, le rappresentazioni avvenivano in luoghi alternativi ai teatri ed a prezzo politico. Il 1º ottobre 1969, aLa Spezia, Fo portò per la prima volta in scena, con grande successo, la “giullarata” Mistero buffo; egli, unico attore in scena, recitava una fantasiosa rielaborazione di testi antichi in grammelot, traendone una satira tanto divertente quanto affilata. Il grammelot, linguaggio teatrale che si rifà alle improvvisazioni giullaresche e allaCommedia dell’arte, è costituito da suoni che imitano il ritmo e l’intonazione di uno o più idiomi reali con intentiparodici.

Nel caso specifico di Mistero buffo, il linguaggio utilizzato da Fo era una mescolanza dei vari dialetti della Pianura padana[6]. Mistero buffo costituisce, per certi versi, il modello di quel quasi-genere che si è soliti definire “teatro di narrazione”. Tra la fine degli anni sessanta e l’inizio dei settanta, Fo si schierò con le organizzazioni extraparlamentari di estrema sinistra e fondò il collettivo “La Comune”, attraverso il quale tentò con grande passione di stimolare il teatro di strada.

Indimenticabile anche “Morte accidentale di un anarchico”, datata 1970. E’ ambientata negli Stati Uniti e il commissario si chiama “Cavalcioni” ma l’opera, ovviamente, è tutta costruita sulla morte dell’anarchico Pinelli, caduto da una finestra della questura di Milano. Non a caso il commissario Cavalcioni fa mettere gli interrogati a cavalcioni sulle finestre del palazzo di polizia.

Il cordoglio del premier Matteo Renzi. “Con Dario Fo l’Italia perde uno dei grandi protagonisti del teatro, della cultura, della vita civile del nostro Paese. La sua satira, la ricerca, il lavoro sulla scena, la sua poliedrica attività artistica restano l’eredità di un grande italiano nel mondo. Ai suoi familiari il cordoglio mio personale e del governo italiano”. Cosi’ il premier Matteo Renzi alla notizia della morte del premio Nobel.

 

Il video di Mistero Buffo, per molti critici il capolavoro di Dario Fo: