De Donno. La Procura indaga sospettando una “istigazione al suicidio “. Sequestrati il computer e il cellulare del medico simbolo della lotta al Covid

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 29 Luglio 2021 - 20:25 OLTRE 6 MESI FA
De Donno. La Procura indaga sospettando una “istigazione al suicidio “. Sequestrati il computer e il cellulare del medico simbolo della lotta al Covid

De Donno. La Procura indaga sospettando una “istigazione al suicidio “. Sequestrati il computer e il cellulare del medico simbolo della lotta al Covid (foto Ansa)

Novità sul caso De Donno il medico simbolo della lotta al Covid che si è tolto la vita martedì pomeriggio, nella sua casa di Curtatone, comune alle porte di Mantova. Travolto – è opinione diffusa – dal logorio della pandemia ( troppe critiche, troppi attacchi, troppa diffidenza sullo studioso e sull’ uomo) ed una esposizione mediatica vissuta come un calvario.

De Donno ed il plasma iperimmune contro il Covid

Lui uomo riservato, mite,schivo, a disagio sotto i riflettori; medico d’altri tempi. Una parola per tutti i suoi pazienti che lo adoravano. Nei giorni bui e drammatici del Coronavirus, quando il vaccino era una chimera, un sogno vano, era ricorso al plasma iperimmune. Almeno per i casi non gravissimi. Una “trovata” geniale, sicura,veloce. E poco costosa.

Lo chiamavano ospedali italiani e stranieri. Il Perù, ad esempio, gli chiedeva lumi mobilitando l’esercito ( la Sanità peruviana è di competenza dei militari). Bruno Vespa lo ha voluto ospite in diretta, Giletti lo ha ripetutamente invitato ( ma De Donno ha sempre rifiutato).

Una Commissione della Camera lo ha invitato a Roma per capire la sua cura. Il presidente Mattarella ha telefonato al Prefetto di Mantova offrendo il suo personale disco verde a beneficio di una mamma disperata.

E adesso ?

1) La Procura di Mantova vuol vederci chiaro.E ha aperto una indagine “ per istigazione al suicidio”.

2) I Carabinieri del nucleo investigativo hanno sequestrato il computer e il cellulare del dottor De Donno.

3) La salma di De Donno resta nella sala mortuaria dell’ospedale Carlo Poma a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Nel frattempo parlano i colleghi del primario ( al Poma fino al 5 luglio e poi clamorosamente dimessosi, dopo 27 anni, per andare a fare il medico di base nella sua Curtatone ).

Hanno escluso qualsivoglia ipotesi di complotto. Ed hanno ribadito “ che Giuseppe ha fatto scelte coraggiose. Ha dato tanto e ricevuto poco. Nessuno si aspettava una cosa del genere. È stato un fulmine a ciel sereno “. il quotidiano cittadino spara a tutta pagina un titolo su sei colonne:” Cronaca di una morte annunciata”.

La sua equipe di pneumologia gli ha tributato un omaggio significativo. Tra l’altro si legge :” Lo vogliamo ricordare per la sua completa abnegazione sia da medico prima che da primario poi. Con una attenzione quasi spasmodica alle necessità e al benessere dei pazienti non solo da un punto di vista clinico ma soprattutto umano. Li faceva sentire in qualche modo parte di una famiglia allargata . Lo vogliamo ricordare con il suo sorriso, le sue battute, il suo entusiasmo nello studio dei casi e nel trovare le risposte a tanti dubbi”.

Espliciti i ribelli del green pass:” De Donno è un eroe”. I manifestanti di piazza Fontana a Milano hanno assicurato che parteciperanno in massa ai funerali che sì terranno a Curtatone non appena la Procura lo consentirà . Le sue ultime parole sono state:” Scendo a studiare”. Invece lo aspettavano una corda e il demone che si era infiltrato nella sua mente. Non ha lasciato alcun biglietto.