Dopo il decreto salva liste. Reazioni dal palazzo, dalla piazza, dalle aule di giustizia

Pubblicato il 6 Marzo 2010 - 10:27 OLTRE 6 MESI FA

Dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del decreto “interpretativo” mirato a recuperare in extremis le liste presentate in ritardo o in modo irregolare dal Pdl in Lazio e Lombardia, dopo la firma del decreto da parte del presidente della Repubblica, dopo le proteste spontanee di venerdì sera..ecco le reazioni:

Ore, 20,41

Rutelli «L’impotenza dei potenti al governo discredita le istituzioni. La prepotenza può distruggerle»: intervenendo su Facebook, Francesco Rutelli commenta così il decreto del governo sulle liste elettorali. «Mai in Italia un governo ha avuto tanto potere (e non solo tanti seggi di maggioranza in Parlamento). Ogni italiano di buon senso ha capito che la mancata presentazione di liste valide nel Lazio e in Lombardia non è stata conseguenza di disguidi – e tanto meno di altrui ingiustizie – ma di lotte interne a questo governo, che hanno portato a modifiche delle liste e a ritardi insanabili».

«Ogni persona di buon senso – prosegue Rutelli – non poteva rallegrarsi della sparizione di attori fondamentali della competizione elettorale. Ma pretendeva che i responsabili degli atti insanabili dicessero la verità, ammettendo gli errori. E non può, oggi, accettare il precedente per cui, domani, chiunque potrà dire: ‘Non ho pagato una multa? Ma mio cugino può testimoniare che ero all’interno dell’ufficio postale, e la fila mi ha impedito di arrivare allo sportello prima che chiudesse!».


Ore 19,00

Zingaretti Gli esponenti del centrodestra, «non volendo ammettere che l’errore l’hanno fatto loro, hanno scoperto ora questi imbrogli per coprire i loro errori». Lo ha detto il presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti, a margine della manifestazione del centrosinistra contro il ‘dl salva listè in piazza del Pantheon a Roma. «A chi oggi si presenta come campione della democrazia – ha aggiunto Zingaretti – ricordo che nel comune di Monteporzio Catone il centrosinistra sbagliò a non mettere un timbro, e nessuno di questi campioni ha speso una parola».

Ore 18, 48

Cicchitto «La dichiarazione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con il suo riferimento alla tutela dei diritti dei cittadini e dei partiti nella campagna elettorale taglia la testa al toro. Egli conferma di essere realmente al di sopra delle parti: poi, di volta in volta, può capitare ai singoli partiti di essere d’accordo o in dissenso, ma è evidente che le sue scelte sono sempre fatte sulla base di autonomi convincimenti e non sono mai dettate da spirito di parte. Di questo oggi, e anche in futuro, dobbiamo tutti tenere conto perchè si tratta di un contributo molto importante alla civiltà della lotta politica nel nostro Paese e di questo c’è immenso bisogno».

Ore 18, 20

Capezzone «La scelta saggia che ha compiuto ieri, e le parole di ragionevolezza e buon senso che ha reso note oggi rispondendo ad alcuni cittadini, confermano l’equilibrio con cui il Capo dello Stato esercita le sue funzioni». Lo afferm ail portavoce del Pdl, Daniele Capezzone. «E’ questa – conclude – una lezione di democrazia per i Masaniello della sinistra».

Ore 18, 17

Alemanno Il decreto legge salva-liste, che secondo l’opposizione è un attacco alle regole democratiche, per Gianni Alemanno invece «è una difesa della democrazia». Il sindaco di Roma, a Bologna a una iniziativa elettorale di presentazione dei candidati Pdl alle Regionali, parlando con i giornalisti ha detto di condividere «quello che ha detto il presidente Fini. Si tratta del male minore, un gesto di buon senso per garantire agli elettori romani e della Lombardia la possibilità di votare. Guai – ha aggiunto – se mancano pezzi fondamentali della rappresentanza. Nel caso della Lombardia si trattava di non far votare la rappresentanza del 60% della popolazione e a Roma il 40% di chi vota abitualmente il Pdl».

Ore 18, 14

Napolitano «Un effettivo senso di responsabilità dovrebbe consigliare a tutti i soggetti politici e istituzionali di non rivolgersi al Capo dello Stato con aspettative e pretese improprie, e a chi governa di rispettarne costantemente le funzioni e i poteri». Si chiude così il messaggio di Napolitano.

Ore 18, 04

D’Alema Con il decreto legge sulle regionali varato ieri dal governo «è stata inferta una ferita al funzionamento normale del sistema democratico». Lo ha affermato Massimo D’Alema. «Il decreto e’ stato voluto e scritto dal governo, che ne porta intera la responsabilità politica, ed è nei confronti del governo che deve esercitarsi la nostra critica, la nostra opposizione e la protesta dei cittadini».

Ore 18,00

Napolitano «Diversamente dalla bozza di decreto prospettatami dal Governo in un teso incontro giovedì sera, il testo successivamente elaborato dal Ministero dell’interno e dalla Presidenza del consiglio dei ministri non ha presentato a mio avviso evidenti vizi di incostituzionalità. Né si è indicata da nessuna parte politica quale altra soluzione – comunque inevitabilmente legislativa – potesse essere ancora più esente da vizi e dubbi di quella natura» dice Napolitano in un messaggio sul sito del Quirinale.

Ore 17, 57

Bersani «Con l’Aventino non abbiamo mai risolto niente».

Ore 17,55

Maroni «Il nostro provvedimento è assolutamente nell’ambito della Costituzione, se non fosse così voi pensate che il presidente Napolitano avrebbe firmato il decreto? La sua firma è un’assoluta garanzia, dunque chi attacca il nostro provvedimento attacca il presidente della Repubblica». Così il ministro dell’Interno, Roberto Maroni

Ore 17, 45

Napolitano «L’esclusione del Pdl non era sostenibile – dice Giorgio Napolitano – Norme e diritti dei cittadini sono ugualmente preziosi». Il presidente della Repubblica ha spiegato le ragioni per cui ha firmato il decreto salva-elezioni e lo ha fatto rispondendo sul sito del Quirinale al messaggio di due cittadini, uno a favore e uno contro un provvedimento legislativo.

Ore 17, 43

Bersani «Lasciamo fuori Napolitano. Non è il suo mestiere entrare nel merito dei decreti. Il governo ha la responsabilità di questo decreto. E’ a lui che bisogna rivolgersi».

Ore 17, 38

Emma Bonino Emma Bonino non ritirerà la sua candidatura alla guida della regione Lazio. «Non realizzeremo- dice in piazza- sterili e perdenti aventini. Lanceremo invece una grande resistenza democratica dell’alternativa possibile. Se avessi ascoltato solo me stessa avrei già detto che con i bari non si gioca, ma credo che in questa circostanza sia necessario un confronto con tutte le altre forze che compongono la coalizione».

Ore 17, 37

Tar Lombardia, ok sospensiva Il Tar della Lombardia ha accolto la richiesta di sospensiva del provvedimento della Corte d’Appello di Milano e ha riammesso di fatto alle elezioni la lista ‘Per la Lombardià di Roberto Formigoni.

Ore 17,13

Bersani «A partire da oggi faremo una mobilitazione anche nelle sedi giurisdizionali, i Tar sono ancora aperti, faremo una mobilitazione mi auguro fino alla Corte Costituzionale». Così il segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani ha commentato oggi a Genova il decreto salva-liste.

Ore 16,54

Montino, Regione Lazio La Regione Lazio è intenzionata a sollevare di fronte alla Corte Costituzionale il conflitto di competenze a seguito del decreto legge interpretativo varato dal governo e controfirmato dal Capo dello Stato. Ad annunciarlo è il vicepresidente della Regione Lazio Esterino Montino.

Ore 16,22

Flores D’Arcais «Non posso fare a meno di dire che il comportamente del presidente Napolitano ricorda in modo impressionamte il compartamento del governo Facta ai tempi della marcia su Roma. Mi domando se non sarebbe responsabile da parte delle opposizioni dichiarare apertamente che in queste condizioni saranno loro a ritirare tutte le liste dalle elezioni e a non parteciparvi», dice Paolo Flores d’Arcais direttore di Micromega.

Ore 16,10

Gentiloni Il decreto salvaliste del governo “racconta un paese a rischio di regime, in cui gli equilibri costituzionali che abbiamo conosciuto sono minacciati”: lo dichiara il responsabile comunicazioni del Pd Paolo Gentiloni

Ore 16,09

Milano, popolo viola Popolo Viola’ subito in piazza a Milano per protestare contro il decreto ‘salva-elezioni’. Nel pomeriggio alcune centinaia di manifestanti si sono radunati davanti al Tribunale del capoluogo lombardo innalzando uno striscione del movimento.

Ore 15,48

Donadi Il comportamento di Napolitano è simile a quello di Vittorio Emanuele III che non ebbe il coraggio di impedire la Marcia su Roma e chinò la testa. Ieri notte il presidente della Repubblica ha chinato la testa”. Così il capogruppo alla Camera dell’Italia dei Valori, Massimo Donadi.

Ore 15, 42

Frattini La richiesta da parte di Antonio Di Pietro di impeachment per il capo dello Stato in seguito al decreto legge in vista delle elezioni regionali «fa vergogna a chi l’ha pronunciato».

Ore 15,39

Calderoli Davanti all’intenzione del Pd di scendere in piazza per protestare contro il decreto legge sulle liste, il ministro Roberto Calderoli ha detto «Auguri». «Per usare un gergo sportivo – ha aggiunto – per loro sarebbe stata una vittoria a tavolino, che dal punto di vista politico non avrebbe avuto nessun senso. In fondo credo che neanche a loro sarebbe convenuta una simile opportunità ». Riguardo alla possibilità che si possa ripetere una situazione del genere, Calderoli si è detto convinto che «non potrà mai più succedere in quanto il decreto legge è ora in vigore e quindi non rappresenta una ‘toppà come ha detto qualcuno. Diciamo che è stato coperto un buco legislativo. E in ogni caso non può esistere che un addetto alla segreteria rifiuti la presentazione delle mie liste perchè gli sono antipatico: doveva farlo comunque, indicando eventualmente il ritardo o altre incongruenze». «La Lega – ha concluso Calderoli – nelle due regioni dove si presenta con un proprio nostro candidato, il Veneto e il Piemonte, aveva presentato le proprie liste venerdì pomeriggio, per non correre rischi di nessun genere».

Ore 15,36

Diliberto «Delusione molto grande, Napolitano si è prestato a un’operazione inaccettabile che porta a uno stravolgimento delle regole da parte del più forte» dice il leader del Pdci Oliviero Diliberto.

Ore 15,35

Radicali Hanno rimandato a martedì prossimo, data in cui è stata convocata un’assemblea nazionale di partito, le «decisioni da assumere» a fronte del decreto varato ieri dal governo «convinti che nessuna scelta in questo momento debba essere data per scontata». Questo l’esito della riunione che esponenti e dirigenti dei Radicali italiani, tra i quali Marco Pannella ed Emma Bonino, hanno tenuto nella sede del partito. Tra le ipotesi, a quanto si apprende, c’è anche il ritiro dalla competizione elettorale in tutte le regioni. In una nota distribuita alla stampa al termine dell’incontro a porte chiuse, durato circa 4 ore, si legge: «È stato affrontato il dilemma delle scelte da assumere: se sia possibile tuttora continuare a giocare con i bari, in una situazione in cui lo Stato non riesce a rispondere ad esigenze che non siano di regime. Si è deciso di convocare un’assemblea nazionale dei Radicali per martedì prossimo, a Roma, in luogo da precisare, per discutere pubblicamente delle decisioni da assumere».

Ore 15,24

Decreto in Gazzetta ufficiale E’ stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il decreto salva-elezioni approvato ieri dal governo. Il dl numero 29 del 5 marzo 2009 ha per titolo ‘Interpretazione autentica di disposizioni del procedimento elettorale e relativa disciplina di attuazione’.

Ore 15,07

Briguglio «Dopo il decreto-legge interpretativo firmato da Napolitano credo necessaria una riflessione nel Pdl sul ruolo del Capo dello Stato, riflessione in parte necessariamente autocritica, in relazione ad attacchi, duri e ingenerosi che da alcuni settori del centrodestra gli sono state rivolte quando i conti politicamente non tornavano». E’ quanto dichiara in una nota il vicepresidente dei deputati del Pdl Carmelo Briguglio.

Ore 14,54

Veltroni «Il decreto voluto ieri dal governo e’ un atto gravissimo che mina le regole del confronto elettorale, essenza stessa della democrazia. E’ il punto più grave di una concezione proprietaria delle istituzioni»: è il giudizio dell’ex segretario del Pd Walter Veltroni. «Berlusconi – spiega Veltroni – risolve tutti i suoi problemi utilizzando le leggi per propria utilità come neanche un monarca del tardo medio evo, mettendo a rischio la credibilità di tutte le istituzioni».

Ore 14,47

Protesta popolo viola Manifesti funebri in cui si annuncia la morte della democrazia e una sorte di lapide con un altarino dove c’è scritto «qui giace lo Stato di diritto», con tanto di fiori e candelotto rigorosamente viola. In piazza Montecitorio, la protesta del Popolo Viola contro il decreto legge ‘salva-liste’ ha anche i toni dell’ironia e del sarcasmo. Molti cittadini sono intervenuti ai microfoni e ai megafoni sfogando il loro dissenso, anche arrampicati su una scaletta, tra slogan e bandiere viola, insieme ai rappresentanti di partiti come Idv e Rifondazione. Circa 1500 persone si sono poi aggiunte virtualmente alla protesta seguendo con una diretta in streaming su internet la manifestazione e gli interventi. In piazza alcuni militanti del Pdci hanno distribuito dei volantini in stile manifesto funebre dove sotto il simbolo della Repubblica italiana c’è scritto: «I comunisti italiani annunciano la scomparsa della Democrazia, uccisa dal governo Berlusconi il 5 marzo 2010 attraverso l’approvazione del decreto interpretativo per le elezioni regionali. I funerali si terranno il 28 e 29 marzo 2010 (giorni delle elezioni, ndr)». Gli esponenti della ‘rete dei cittadinì hanno invece girato esponendo cartelli con su scritto «De-cretino uccide la Democrazia».

Ore 14,46

Di Pietro Il decreto approvato ieri sera dal Governo sulla presentazione delle liste alle Regionali è, secondo il leader dell’Idv Antonio Di Pietro, «un golpe di Benito Berlusconi, che ha cambiato le regole del gioco durante il gioco, un decreto da inserire sotto la porta della Camera di consiglio del Tar: non si è mai verificato neanche ai tempi di Benito Mussolini». Di Pietro, in Emilia-Romagna per un tour elettorale, si è fermato al presidio che l’Idv, Rifondazione Comunista, e altre sigle hanno organizzato davanti alla Prefettura di Bologna per protestare contro «un decreto – ha aggiunto Di Pietro – che come ha confessato La Russa deve servire a modificare ed a rendere possibile un’interpretazione a loro favorevole da parte dei giudici. Non c’è nulla di peggio che far passare per interpretativo questo provvedimento che in realtà serve solo a rendere legittimo ciò che era illegittimo»

Dopo l’approvazione del cosiddetto dl salva-liste Di Pietro, si aspetta che «dal danno nasca la beffa: ovvero, a elezioni avvenute, se la Polverini vince sarà ratificato dal Parlamento in legge, se perde non sarà ratificato e si dovrà così tornare a votare».

Ore 14, 47

Briguglio Pdl «Dopo il decreto-legge interpretativo firmato da Napolitano credo necessaria una riflessione nel Pdl sul ruolo del Capo dello Stato, riflessione in parte necessariamente autocritica, in relazione ad attacchi, duri e ingenerosi che da alcuni settori del centrodestra gli sono state rivolte quando i conti politicamente non tornavano. Il Capo dello Stato ha esercitato la sua funzione in modo imparziale e ragionevole e comunque sempre ossequioso della Costituzione». Lo dice il vicepresidente dei deputati del Pdl Carmelo Briguglio. «Anche alla luce delle vicende odierne e degli attacchi furibondi deragliati – aggiunge – persino in una incredibile richiesta di impeachment da parte di alcune forze del centrosinistra, Di Pietro in testa, spero sia maturata la necessità, da sempre sostenuta in solitudine dal presidente Fini, che le decisioni, quasi mai facili, del Capo dello Stato vanno rispettate sempre, sia quando producono un effetto politico favorevole, sia nel caso contrario. Questo è ciò che intendiamo per destra o centrodestra delle regole che tutto il Pdl si deve sentire impegnato a costruire».

Ore 14,43

Ostruzionismo Pd Dopo il decreto salva elezioni, il Pd farà ostruzionismo a oltranza in Parlamento. Con una breve quanto dura lettera dei presidenti dei gruppi Pd di Camera e Senato, Dario Franceschini e Anna Finocchiaro, ai presidenti Gianfranco Fini e Renato Schifani, il partito democratico preannuncia “conseguenze” sul proseguo dei lavori parlamentari. “Signori presidenti, è nostra opinione che il decreto legge ieri approvato dal governo in materia elettorale rappresenti un gravissimo precedente nella storia repubblicana”, si legge nella missiva. “E’ evidente che questo atto avrà immediate conseguenze sul nostro atteggiamento parlamentare”, hanno spiegato Finocchiaro e Franceschini

Ore 14,41

Schifani «A me piace, come piacciono tutte le iniziative finalizzate a ridurre la frammentazione partitocratica e a semplificare la politica, che è quello che ci chiedono gli italiani. Non vi è dubbio che il Pdl sconta un periodo di rodaggio e, quindi, può presentare al suo interno delle diversificazioni di opinione». Il presidente del Senato, Renato Schifani, lo ha detto rispondendo a un giornalista che gli chiedeva un giudizio sul Popolo della Libertà.

Ore 14,38

Schifani difende Napolitano «Abbiamo già espresso la piena fiducia e la piena solidarietà dell’intero Paese alla saggezza, all’autorevolezza all’equilibrio del capo dello Stato: non sono momenti di impeachment per nessuno figuriamoci per il Capo dello Stato che gode della fiducia di tutti gli italiani». Lo ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani, rispondendo a domande di giornalisti sulla richiesta di Antonio Di Pietro, a Bari, a conclusione della visita al teatro Petruzzelli. «Napolitano – ha concluso – ha dimostrato di meritare la fiducia degli italiani in tutti questi anni di presidenza»

Ore 14, 30

Manifestazione 13 Marzo Il centrosinistra sta lavorando sull’ipotesi di tenere la manifestazione del 13 marzo a piazza del Popolo. L’ultima parola spetterà alle autorità cui dovra essere sottoposta la richiesta.

Ore 14,26

Di Pietro Il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro ha confermato “una grande manifestazione” per sabato prossimo a Roma per protestare contro il decreto interpretativo varato ieri sera dal Consiglio dei Ministri per riammettere le liste del Pdl escluse dalle elezioni regionali nel Lazio e in Lombardia. “Di fronte a un golpe – ha detto Di Pietro che ha partecipato a un presidio del suo partito di fronte alla prefettura di Bologna – bisogna reagire nell’unica maniera possibile, con un’insurrezione democratica popolare, una grande manifestazione che da ieri stiamo alimentando”.

Ore 13,45

Fassino “Non credo che si possa far diventare responsabile di tutta questa vicenda il presidente della Repubblica, che, al contrario, è vittima come lo sono tutti i cittadini italiani”. Così Piero Fassino commenta ad Ascoli Piceno le dichiarazioni di Di Pietro sull’impeachment a Napolitano.

Ore 13,32

Camera L’iter del disegno di legge di conversione del decreto ‘salva-elezioni’ approvato ieri sera dal governo partirà dalla Camera

Ore 13,19

Tar Da quanto è filtrato dall’aula dove si è svolta l’udienza camerale i giudici avrebbero dichiarato alle parti che non terranno conto del cosiddetto decreto salva-liste almeno fino alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Inoltre è circolata anche l’ipotesi che i tre magistrati possano decidere di entrare nel merito ed uscire con la ‘sentenza breve’ lunedì prossimo entro le 11.

Ore 13,16

Calderoli contro attacchi a Napolitano «Chi oggi attacca il presidente Napolitano straparla, dimostrando di non aver neppure letto la Costituzione». Lo ha dichiarato in una nota Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione normativa e coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord. «Con la sua firma il presidente Napolitano ha difeso la Costituzione garantendo a tutti il diritto-dovere del voto di cui articolo 48 della Costituzione, confermando cosi, ancora una volta, un altissimo senso dello Stato e della democrazia», ha aggiunto.

Ore 13,15

Pd: Sabato prossimo, 13 marzo, ci sarà una grande manifestazione a Roma di tutto il centrosinistra. ”Il decreto -afferma un comunicato del pd- e’ un vero e proprio condono, un provvedimento che serve solo a occultare gli errori e le divisioni, a sanare il vero e proprio pasticcio combinato da una destra che pensa di vincere calpestando le regole. Contro il decreto il Pd e l’intero centrosinistra moltiplicheranno le iniziative elettorali per questo fine settimana”. ”Le forze del centrosinistra danno appuntamento oggi a Roma, alle 16,30 al Pantheon, a Milano, alle 17 in via Dante, e in altre citta’ italiane e promuovono una manifestazione nazionale a Roma -aggiunge il comunicato-, che si svolgera’ sabato prossimo nel pomeriggio. Contro la destra dei sotterfugi e degli imbrogli la parola d’ordine sara’: per vincere, si’ alle regole, no ai trucchi”.

Ore 12,07

Gianfranco Fini: “Mi sembra che il decreto sia la scelta del male minore, per tutto quello che è stato detto e che si sarebbe verificato in mancanza di un’ interpretazione autentica della legge e per garantire a tutti la possibilità di partecipare al voto e agli elettori il diritto-dovere di pronunciarsi anche in ragione di quello che è il programma e di quelli che sono i comportamenti che hanno contraddistinto le parti”.

Ore 11,52

Abrignani. “Tecnicamente è evidente che oggi la lista provinciale di Roma del Pdl non può essere presa in considerazione per l’estrazione. Se ci sono riammissioni l’estrazione deve essere rifatta”. Ad affermarlo è il responsabile elettorale del Pdl Ignazio Abrignani in merito all’estrazione dei nomi delle liste, prevista per oggi pomeriggio, per la la posizione sulla scheda elettorale. “Lunedì mattina – ha proseguito facendo riferimento al decreto approvato dal governo – il Tar dovrebbe prendere atto del diritto sopravvenuto e darci la possibilità di presentare la lista”. A quanto si apprende poi da fonti del centrodestra potrebbero essere gli stessi Alfredo Milioni e Giorgio Polesi, i protagonisti degli episodi di sabato scorso, a presentare nuovamente la lista.

Ore 11,51

Tar Lombardia. E’ prevista nelle prossime ore la decisione dei giudici del Tar della Lombardia sulla richiesta di sospensiva avanzata dalla lista ‘Per la Lombardia’ e personalmente da Roberto Formigoni contro la decisione della corte d’appello di escluderli dalle elezioni. Ora in aula davanti ai giudici della quarta sezione, presieduti da Adriano Leo, si sono chiusi gli interventi di tutte le parti: degli avvocati che hanno presentato ricorso, di quelli delle altre liste che si sono costituite in giudizio come ‘resistenti’ e anche dell’avvocato dello Stato. Al momento sono iniziate le repliche che precedono la camera di consiglio.

Ore 11,50

Sit in a Montecitorio. “Il presidente Napolitano ci spieghi”. Con questo e altri slogan scritti su alcuni striscioni, decine di cittadini si sono riuniti in piazza Montecitorio per l’assemblea indetta dal Popolo Viola dopo il varo del decreto ‘salvaliste’ da parte del Consiglio dei Ministri e la conseguente controfirma da parte del Presidente della Repubblica. I manifestanti sono decisi a rimanere in piazza fin quando non avranno “una risposta da Napolitano sulle ragioni della sua firma sul decreto. Organizzeremo anche una mobilitazione in questo momento di emergenza democratica”. Il Popolo Viola chiede al “Pd di concordare una manifestazione unitaria: non devono decidere solo i partiti ma anche i cittadini”. Tra gli slogan anche “Presidente Napolitano non abbiamo capito” e “Questo governo ha venduto la democrazia per un panino”.

Ore 11,44

Schifani. “Nessuna campagna elettorale può legittimare un attacco al Capo dello Stato la cui autorevolezza e il cui prestigio è noto a tutti i cittadini italiani come garante della Costituzione e del senso alto delle istituzioni”. Lo ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani, a proposito dell’ipotesi avanzata da Di Pietro di impeachment per il presidente della Repubblica. “Mi auguro fortemente – ha detto Schifani – che questi toni si abbassino perché non ve ne è affatto bisogno”.

Ore 11,40

Bocchino. “Il decreto approvato dal governo e firmato dal Capo dello Stato è un atto a favore della democrazia partecipativa e chi lo contesta non ha a cuore il diritto all’elettorato degli italiani”. Lo afferma il vice-capogruppo del Pdl alla Camera Italo Bocchino in una nota.

Ore 11,38

D’Alema. Il decreto legge varato ieri dal Consiglio dei ministri per le elezioni regionali è “un atto di arroganza che non ha precedenti e interviene per cambiare le regole del gioco”. Lo ha detto Massimo D’Alema al margine dei lavori dell’Aspen. D’Alema ha detto che “si crea una ferita difficile da sanare nei rapporti politici”. Infine ha definito il provvedimento “un insulto a tutti i cittadini italiani”. D’Alema rivolge i suoi attacchi esclusivamente al governo. “Non siamo in una Repubblica presidenziale e al presidente della Repubblica spetta un vaglio formale. La responsabilità è del governo”, ha risposto ai giornalisti che chiedevano se ci fosse anche, a suo avviso, una responsabilità del Capo dello Stato.

Ore 11,35

Polverini. “Ora abbiamo tutte le carte in regola per vincere”. Lo ha detto la candidata del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio, Renata Polverini, inaugurando a Latina il comitato elettorale della Lista Civica per Polverini presidente. “Due giorni fa – ha sottolineato Polverini – ho capito che non ci sarà nulla che potrà fermare la nostra corsa. Non ho mollato perché ho sempre creduto nel nostro Paese e continuerò a farlo”. “Non avevo dubbi – ha aggiunto – che le cose si sarebbero messe a posto. Sono anche certa che, dopo la preoccupazione espressa dal Capo dello Stato, si sarebbe trovato un percorso senza toccare le leggi, per dare a tutti i cittadini, anche del Pdl, la possibilità di trovare sulla scheda i propri candidati e il proprio simbolo”. “Mi sembra – ha concluso – che stiamo andando in questa direzione”.

Ore 11,34

Finocchiaro. “Siamo arrivati al limite. Questo che viene spacciato per un decreto interpretativo altro non è che un provvedimento di urgenza che modifica le norme di legge. Un tentativo di scrivere a favore della destra una sentenza sulle gravi irregolarità commesse al momento di presentare le liste”. Lo afferma il presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro in una nota. “Non ci stiamo a farci prendere in giro – aggiunge – ci troviamo di fronte all’ irresponsabilità politica e istituzionale di un governo che copre le divisioni, i pasticci, gli errori di una maggioranza che non ha più alcun senso delle regole e della democrazia. La responsabilità ricade per intero sulle spalle del governo e della maggioranza: i cittadini italiani ne sapranno tener conto”.

Ore 11,29

Gasparri. “Dura condanna” del capogruppo dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri alle parole del leader dell’Idv Antonio Di Pietro sull’impeachment a Napolitano. Di Pietro, ha commentato Gasparri a margine di un’iniziativa elettorale nell’Ascolano, “ha avuto una reazione pericolosa, violenta, come già ieri, quando ha parlato di ricorso alle armi pur specificando successivamente che si riferiva alle armi della democrazia”. “Sono proprio curioso di vedere – ha aggiunto – come il Pd prenderà posizione a seguito di questo violento attacco di Di Pietro a Napolitano”. Il presidente della Repubblica, “noto per la sua esperienza (é stato presidente della Camera e ministro dell’Interno) non è sospettabile di subalternità a questo o a quello schieramento”, ha ribadito Gasparri. “Ha posizioni che sono sempre state valutate come garanzia per tutti”. “Denuncio però questo clima di intimidazione a causa del quale – ha concluso – Berlusconi, per motivi di sicurezza, ha dovuto limitare le sue uscite pubbliche. Se Napolitano ha firmato, evidentemente ha rilevato la percorribilità costituzionale del decreto, fermo restando che poi se ne parlerà in Parlamento”.

“Il decreto – ha proseguito Gasparri – chiarisce circostanze al centro delle contestazioni per ricorsi. Le forze dell’ordine attestano con certezza la presenza di nostri rappresentanti di lista nella stanza del Tribunale di Roma dove si ricevevano le liste. Tutto materiale allegato al ricorso al Tar e alla denuncia penale”. “Di Pietro – ha incalzato – l’impeachement dovrebbe chiederlo non per Napolitano, ma per il magistrato del Tribunale di Roma che non ha accettato le liste. Noi abbiamo denunciato l’atteggiamento scorretto di questo magistrato in quanto ci sentiamo vittime di un arbitrio. Perché i nostri rappresentanti sono stati allontanati? Perché non sono state accettate le liste negandoci quindi un diritto? In definitiva, come ha ben spiegato il ministro Maroni, con questo decreto non sono state cambiate le regole ma è stata solo chiesta l’applicazione corretta di norme già esistenti”.

Ore 11,24

Funerale Pdci. “Si annuncia la scomparsa della Democrazia, uccisa dal governo il 5 marzo alle 19.30′. E’ quanto si legge nel manifestino funebre distribuito dal PdCI -Federazione della Sinistra al presidio che sta iniziando sotto Montecitorio.

Ore 11,20

Casini. “I cittadini devono fare la fila per un concorso pubblico e devono rispettare le regole. I partiti invece passano davanti a tutti. In particolare il Pdl, senza nemmeno sentire il dovere, elementare, di chiedere scusa agli italiani per i pasticci fatti. Non è una bella giornata”. Così Pier Ferdinando Casini, oggi a Parma per la campagna elettorale per le prossime Regionali, ha commentato il decreto del governo “salvaliste”. La firma del presidente della Repubblica? “Non parlo mai del presidente della Repubblica – ha risposto Casini – non ho mai criticato il presidente e non lo farò nemmeno adesso”.

Ore 11,11

Fitto. Il decreto legge sulle Regionali “sana alcuni aspetti interpretativi, non interviene in alcun modo se non per consentire a 15 milioni di italiani di poter votare: una polemica su questo mi sembra singolare”. Lo ha detto il ministro per il Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, a margine della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico della Università Lum di Casamassima (Bari). Alla cerimonia partecipa anche il presidente del Senato, Renato Schifani. “Evidentemente – ha proseguito Fitto – qualcuno credeva veramente di poter fare elezioni senza avversari in due tra le più importanti regioni d’Italia, sinceramente mi sembra del tutto singolare”. “Il governo si è mosso in modo lineare – ha concluso – il Capo dello Stato ha controfirmato il decreto, quindi mi sembra che siamo sulla strada giusta”.

Ore 11,11

Pdci. “Cos’altro ci si può attendere da forze politiche zeppe di ex piduisti, fascisti, pregiudicati, amici di mafiosi, se non l’abbattimento della democrazia? L’Italia ha vissuto pagine buie, ma quella a cui stiamo assistendo è l’agonia della democrazia. Spiace dirlo, ma contro chi sta praticando l’eutanasia, il Quirinale non rappresenta più una garanzia. L’auspicio è che la Ue vigili sull’Italia e che gli italiani, seppure tardivamente, possano ritrovare forza e orgoglio per reagire”. Lo afferma in una nota Orazio Licandro della Segreteria nazionale del Pdci-Federazione della Sinistra.

Ore 11,04

Di Pietro. “L’ufficio di presidenza dell’Italia dei Valori ha dato mandato alle strutture del partito di organizzare una grande manifestazione di protesta, da tenersi a Roma, a difesa della Costituzione e contro questo decreto criminale salva-liste Pdl, varato dal Governo”. Lo afferma il leader dell’Idv Antonio Di Pietro in una nota. “Nelle prossime ore – aggiunge – sono previste riunioni con esponenti di altri partiti del Lazio al fine di convergere tutti insieme in un’unica manifestazione a difesa della legalità e delle regole del gioco”.

Ore 11,00

Craxi. “La forzatura del decreto legge apparirà un atto autoritario e un precedente grave nella storia del Paese: mi auguro che se ne calcolino le conseguenze”. Lo afferma in una nota il capolista del Partito socialista italiano nel Lazio Bobo Craxi. “Gli errori materiali – aggiunge – si sono verificati nella presentazione delle liste: la sanzione dell’esclusione non era un atto illiberale, ma un atto dovuto”. “Questo decreto non sana una questione, ma la ingigantisce – prosegue Craxi – alimentando nel paese confusione e disobbedienza civile: un bel capolavoro”. “Salvare liste illegali – conclude – si rivelerà un atto normalizzatore: nel centrosinistra si chiarisca quale carattere dare alla nostra indignazione, perché le insurrezioni ‘caricaturali’ alla Di Pietro sono simmetriche a quelle governative. Sarà inutile fare pressioni sul Capo dello Stato: saranno gli italiani a bocciare questo atto politico irrituale e sproporzionato”.

Ore 10,57

Alemanno. “Il decreto può essere un passo in avanti decisivo per ridare a tutti i romani la possibilità di votare. Credo sia importante per tutti e spero non sia fonte di nuove polemiche”. Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, dopo l’ok di ieri sera sul decreto interpretativo, grazie al quale il Pdl parteciperà alle elezioni regionali del Lazio a sostegno della candidata Renata Polverini. A margine del convegno dal titolo ‘Progettare la vita’, Alemanno ha spiegato che “se in effetti il decreto permette a tutti quanti di votare, credo che bisogna immergersi nella campagna elettorale e parlare di contenuti e programma chiudendo definitivamente la fase delle polemiche”.

Ore 10,56

Lehner. “Prima di ‘Farefuturo’, qualche dietrologo del presente spieghi a Gianfranco Fini che è una mela e non una ripicca al giorno che leva il medico di torno. E qualcun altro, garante della Costituzione, gli confidi che un presidente d’assemblea deve mantenere un profilo alto e neutrale, da terza carica dello Stato, giammai da capocorrente”. E’ quanto afferma in una nota il parlamentare del Pdl Giancarlo Lehner.

Ore 10,53

Pannella. “Dunque non hanno rinviato, dunque la campagna elettorale non è iniziata, dunque non ci sono state le tribune elettorali, dunque finora si è parlato di tutto fuorché delle proposte elettorali”. Lo ha detto Marco Pannella, questa mattina in diretta a Radio Radicale sul decreto varato ieri dal governo. “Ieri – ha ricordato Pannella – mi sono preoccupato di precisare la nostra proposta, chiedendo eventualmente di poter vedere Berlusconi, per far presente la ragionevolissima proposta che noi facevamo: l’unica cosa che a loro importa era salvare la situazione a Roma e a Milano, noi proponevamo di salvarla in Italia, prendendo atto per esempio della anomalia italiana, per cui si chiedono le firme per potersi presentare; io facevo notare che per esempio in Gran Bretagna si usano non le firme, ma (per tutelare le elezioni da incursioni sospette o poco serie) delle cauzioni molto salate che devono essere depositate, sicché se il candidato non riscuote un minimo di successo la cauzione salata viene trattenuta”. “Per consentire che si svolga la campagna elettorale, che è prevista di 4 settimane, si poteva rinviare il voto ad aprile”, ha ricordato Pannella. “Mi ero preoccupato di far conoscere la nostra proposta anche al Quirinale, ma non abbiamo avuto nessun riflesso, tranne – dagli ambienti del Quirinale – la convinzione che il Consiglio dei ministri non avrebbe deciso niente in serata di ieri e avrebbe atteso le decisioni della magistratura amministrativa lunedì. Non è stato così”. “Oggi – ha aggiunto Pannella – un quarto del tempo della campagna elettorale è già passato senza che la campagna elettorale sia iniziata, penso alla Rai Tv”. Pannella ha anche voluto sottolineare “un’ inesattezza” nel virgolettato che gli è attribuito oggi dal Corriere della Sera, in cui afferma che il Quirinale non avrebbe firmato il decreto senza il via libera del PD. “Non avevo detto che il Pd aveva dato il via libera – ha precisato – e anzi avevo ribadito la mia fiducia in Bersani; ma mi chiedevo se sarebbe prevalsa la linea di altri, come La Torre…”, ha detto Pannella.

Ore 10,50

Polverini. “Se il governo e il presidente della Repubblica hanno voluto mettere in campo questo provvedimento evidentemente è perché c’é la volontà di garantire a tutti gli elettori del Lazio di andare alle urne il 28 e il 29 marzo”. Lo ha detto la candidata del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio, Renata Polverini, commentando a margine dell’inaugurazione del comitato della lista civica per Polverini presidente a Latina, la firma del decreto legge sulle liste per le elezioni regionali. A chi le chiedeva se fosse fiduciosa sulla decisione che dovrà prendere il Tar sulla lista del Pdl di Roma e provincia, Polverini ha risposto: “Io sono sempre fiduciosa e non ho mai perso né la fiducia né l’ottimismo. Ho il dovere di farlo perché voglio cambiare questa regione e l’ottimismo ci aiuta ad andare avanti”.

Ore 10,49

Cicchitto. “Il decreto approvato ieri sera, e controfirmato dal Presidente della Repubblica, ha il piccolo obiettivo di consentire a tutte le forze politiche significative, nel Lazio e in Lombardia, di potersi presentare alla competizione elettorale. Di conseguenza, coloro che alzano la voce, parlano di colpo di mano, addirittura di Pinochet e di golpe o parlano a vanvera, da quei piccoli demagoghi che sono, o non sanno di cosa parlano”. Lo afferma in una nota il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto in una nota. “Fino a prova contraria, i golpe e i colpi di mano sono fatti per annullare le elezioni o per falsarle. In questo caso – aggiunge – prova a falsarle chi, con forzature e cavilli, sta cercando di evitare che, in due regioni assai importanti, le liste del maggior partito non vengano presentate. Davvero una bella democrazia quella della Bonino-Pannella, di Di Pietro e dello stesso Bersani, che non riesce a svolgere un ruolo autonomo”.

Ore 10,48

Bondi. Ogniqualvolta c’é da dimostrare un briciolo di saggezza politica, di equilibrio e di moderazione, nell’arcipelago della sinistra si scatena invece il peggio: un irresponsabile furore polemico senza attinenza con la realtà, in questo caso senza neppure un’attenta valutazione dei contenuti del decreto”: lo ha detto il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi, coordinatore del PdL. “Da queste furibonde reazioni, che oltretutto rivelano uno scarso rispetto nei confronti del Presidente della Repubblica, si ha la conferma – prosegue Bondi – che la sinistra non si pone neppure il problema delle conseguenze politiche che deriverebbero dall’esclusione del primo partito del Paese dalla competizione elettorale. E’ evidente che in questo modo il confronto si rivela impossibile e, soprattutto, che su questo terreno l’opposizione è destinata ad essere fagocitata – conclude Bondi – dallo stile e dalle parole d’ordine sempre più sguaiate e pericolose di un Di Pietro”.

Ore 10,44

Ferrero. “Il decreto interpretativo adottato dal governo al fine di ‘sanare’, come riconoscono gli stessi ministri, inadempienze, errori e illeciti nella presentazione delle liste elettorali in Lombardia e Lazio a opera del centrodestra, è un abuso che fa scempio delle regole istituzionali e dei principi costituzionali”. Questo il commento di Paolo Ferrero, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra e candidato alla presidenza della regione Campania, Paolo Ferrero. “Si tratta di un atto arbitrario, indegno della civiltà giuridica democratica; un provvedimento ad hoc che si infischia completamente di quel quadro condiviso di regole e della separazione dei poteri preposti alla loro vigilanza che costituiscono il presupposto di qualsiasi competizione elettorale regolare – continua il candidato alla presidenza della Campania – ed è davvero avvilente e grave che una personalità rigorosa e specchiata, come il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si sia resa partecipe, apponendo la propria firma al decreto governativo, di questa scandalosa violazione dei principi costituzionali, della dottrina giuridica, del valore della separazione dei poteri e della convivenza democratica”. Per Ferrero la firma di Napolitano è “un atto che riempie di amarezza”. Mentre il decreto del governo è “un intervento che riempie di preoccupazione”. Per questo la Federazione della sinistra ritiene che “tutte le forze democratiche e le energie intellettuali si debbano mobilitare da subito contro questo scempio nei confronti di quell’atto supremo della sovranità popolare che è il voto”. A tal fine Ferrero si rivolge “a tutte le forze politiche democratiche, alle organizzazioni sociali, alle forze dell’associazionismo, al mondo della cultura, alle energie intellettuali e della società civile per contrastare questo scempio dei diritti civili e democratici”.

Ore 10.41

Capezzone. “Ora, Bersani, Bonino, Di Pietro, visto che non sono stati capaci di rispettare i loro avversari, dovrebbero almeno sforzarsi di rispettare gli elettori, a cui viene restituita dal decreto la possibilità di esercitare il loro diritto di voto, e il Quirinale, che si è mosso con scrupolo e senso di responsabilità “:lo afferma il portavoce del PdL Daniele Capezzone. “E’ addirittura indecente che Di Pietro parli di impeachment. Anche stavolta – prosegue Capezzone – il Pd resterà silenzioso? Ma davvero la sinistra sperava di buttare fuori gara i suoi antagonisti e di correre in beata solitudine, offendendo 15 milioni di italiani?”.

Ore 10,27

Avvenire. La “tattica radicale” é, “da sempre”, anche “quella di insediarsi nell’elettorato e nel sentimento politico altrui (a sinistra o a destra, a secondo delle stagioni)”. E’ quanto sostiene il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, secondo cui questa “tattica” dei radicali, “nell’ultima sua evoluzione ‘romana’ e ‘laziale'”, quindi con la candidatura di Emma Bonino, “propone un mellifluo tentativo di accaparramento addirittura di quei valori cattolici che da decenni avversano in modo militante”. Il direttore del giornale dei vescovi, nella rubrica delle risposte ai lettori, dice anche che i radicali “non hanno né ragione né popolo”. “E noi – aggiunge -, che pure nessuno consideriamo interlocutore impossibile, ai politici radicali ragione non possiamo e non vogliamo dare. Se hanno davvero popolo – conclude -, lo dimostrino”.

Ore 10,25

Listini. Listino per Renata Polverini, poi quello per Emma Bonino, poi la rete dei cittadini per Marzia Marzoli. In questo ordine sono stati estratti questa mattina, alla Corte d’appello di Roma, i nomi dei listini ammessi alle prossime regionali del Lazio. L’estrazione determina la posizione dei simboli sulla scheda elettorale. All’estrazione erano presenti i delegati dei tre listini ammessi.

Ore 10,24

Protesta Pd. Una manifestazione a Roma tra oggi e domani: è l’ipotesi che circola in ambienti del centrosinistra per protestare contro il decreto che rimetterebbe in gioco le liste del Pdl alle prossime elezioni. Sempre a quanto si apprende, nelle prossime ore potrebbe tenersi un vertice del centrosinistra regionale proprio per definire eventuali iniziative di protesta.

Ore 10,19

Di Pietro. “C’é la necessità di capire bene il ruolo di Napolitano in questa sporca faccenda onde valutare se non ci siano gli estremi per promuovere l’impeachment nei suoi confronti per aver violato il suo ruolo e le sue funzioni. Lo dico con tutto il rispetto per la sua funzione ma anche con il dovere che spetta ad una forza politica presente in Parlamento che deve salvaguardare la democrazia”: è quanto afferma, in una nota, il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro. “Ieri sera – spiega Di Pietro – appena ho saputo che Napolitano aveva firmato la legge salva PdL, che permette a chi ha violato la legge di essere riammesso alla competizione elettorale, ho pensato tra me e me, come già è avvenuto per le altre leggi ad personam, che il Presidente della Repubblica si era comportato da Ponzio Pilato, lavandosene le mani. Poi, stamattina, dalla lettura dei giornali ho appreso che il Colle avrebbe partecipato attivamente alla stesura del testo. Se così fosse sarebbe correo visto che, invece di fare l’arbitro, avrebbe collaborato per cambiare le regole del gioco mentre la partita era aperta”. “Da subito ci attiveremo – annuncia Di Pietro – per mobilitare i cittadini onesti con una grande manifestazione a difesa della Costituzione contro quest’ennesima legge ad personam”.

Ore 10,21

Bonino. 2. “Ci ritroviamo adesso con un ‘decreto lista’ incredibile che è chiaramente incostituzionale e pone rimedio, si fa per dire, ai due casi di Lazio e Lombardia”. Lo ha detto la candidata per il centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio Emma Bonino, intervistata da Radio Radicale. “Ieri – ha aggiunto – abbiamo chiesto un incontro urgente al presidente del Consiglio non solo per rappresentargli la situazione complessiva ma per presentare una proposta erga omnes che fosse accettabile e che riguardasse l’intero territorio nazionale, ma niente. Oggi il segretario Mario Staderini ha convocato per le 11 una riunione urgente presso il partito per valutare la situazione, ma è indubbio che rispetto alle nostre denunce e proposte il governo ha invece voluto reagire semplicemente con questo ennesimo decreto. Oggi trarremo delle conseguenze e decideremo il da farsi”. Per Emma Bonino viene da chiedersi “se quando qualcuno vincerà o perderà, ci saranno anche lì decreti interpretativi? La situazione ha preso una piega impensabile”.

Ore 10,20

Manifestazione Pd. Il Pd sta lavorando, in contatto con gli altri partiti del centrosinistra, per organizzare una manifestazione contro il decreto approvato ieri sera dal governo per riammettere le liste del Pdl escluse dalle regionali. E’ quanto si apprende da fonti del partito.

Ore 10,17

Udienza tar. 2. L’udienza è camerale è a porte chiuse. Il collegio è composto da tre giudici i quali poi si ritireranno in Camera di consiglio per la decisione.

Prima però ascolteranno tutte le parti, non solo i legali di chi ha presentato il ricorso cioé la lista ‘Per la Lombardia’ e Roberto Formigoni, ma anche quelli delle varie liste che si sono costituite in giudizio per ‘resistere’ al ricorso e che hanno anche una o più memorie scritte per prospettare le proprie tesi.

Non ci sono previsioni di quando i giudici entreranno in Camera di consiglio per uscire poi con un provvedimento motivato.

Ore 09,59

Calderoli. “Nessuno scambio con nessuno. Abbiamo tutelato il diritto di voto, punto e basta”: il ministro della semplificazione Roberto Calderoli nega qualsiasi accordo con le opposizioni in merito al superamento del problema delle liste, anche se apre a una soluzione per il voto a Bologna.

Intervistato dal Corriere della Sera, Calderoli si dice soddisfatto “della tenuta della coalizione. In un momento di difficoltà, qualcuna casuale e qualcuna provocata, abbiamo comunque dato una risposta di riaggregazione”.

“La mia contrarietà sul partito unico esce confermata da questa vicenda”, aggiunge il ministro leghista. “Il fatto che le liste del Pdl debbano essere confermate da due esponenti del partito dà la sensazione di una necessità di controllo reciproco che non è proprio il massimo”.

Calderoli interviene anche sul caso di Bologna. “Lì c’é stato un comportamento attivo: invece delle dimissioni è stato approvato un ordine del giorno che fa pensare a una scelta consapevole di chi l’ha sottoscritto”, afferma. “Detto questo, penso che una soluzione parlamentare per quella vicenda sia sempre possibile”.

Ore 09,53

Udienza tar. Ha avuto inizio l’udienza davanti al Tar della Lombardia che dovrà decidere o meno la sospensiva della lista ‘Per la Lombardia’ di Roberto Formigoni esclusa dai giudici della Corte di appello di Milano dalle elezioni regionali.

Si sono costituiti in giudizio i Radicali, la lista Penati e personalmente lo stesso Filippo Penati, l’Udc e i Comunisti italiani.

Ore 09,11

Bonino. “Quando perderanno le elezioni faranno un decreto interpretativo…”. E’ il commento della candidata di centro sinistra alla presidenza del Lazio Emma Bonino, che in un’intervista a Repubblica si dice “allibita” per il decreto “salva-liste”. “Si passa dalle leggi ad personam a quelle ad listas. A me pare che non ci sia limite all’impudenza”, dice Bonino. “In Veneto, in Emilia Romagna, nelle Marche, in Umbria, in Campania per le liste non ammesse come funziona? Lì ci sono cittadini di serie B?”, si chiede. “Spero che il testo stia cambiando, perché finora è tra l’esilarante e l’incredibile. Ma cosa dobbiamo ancora aspettarci? Roba da Matti. Dov’é finita la certezza delle regole?”. Adesso, dichiara l’esponente radicale, “ci sarà una battaglia parlamentare. Mi interessa in questo momento capire se finalmente una parte dell’opinione pubblica avveduta comprende che non si può vivere senza Stato di diritto. Penso sia necessaria una chiamata alla rivolta democratica – aggiunge – ma le forme le vedremo”.

Ore 08,49

La Russa. “Non potevamo (aspettare): questo decreto serve al Tar per decidere meglio. Ora è impossibile che ci dia torto”. Così il ministro della Difesa Ignazio La Russa, secondo cui “non si poteva per un timbro impedire il voto di nove milioni di italiani: sarebbe stata una pretesa da Unione Sovietica”. “All’inizio volevamo un decreto innovativo, per riaprire la possibilità di presentare le liste”, spiega La Russa in un’intervista al Corriere della Sera. “Ma abbiamo capito che non c’era il gradimento del capo dello Stato”. Quindi “abbiamo fatto una norma interpretativa per coprire i vuoti di legge. A Roma, per esempio, se chi viene a presentare le liste trova occupata la cancelleria, che succede? La legge non lo regolamenta”. In merito alle polemiche sollevate dal Pd, “avremmo preferito scriverlo con loro, il decreto”, dice La Russa. “Ma avendo esaurito scorciatoie giudiziarie, conflitti d’interesse e gossip hanno preferito usare questa strada”. Quanto a Di Pietro, “ha parlato senza neppure avere letto il testo, che noi abbiamo cambiato tre volte. E’ la prova provata di un preconcetto. Di Pietro vuole le forze armate? Prima mi accusava di fare la marcia su Roma, ora forse il colpo di Stato lo vuole fare lui?”. Per il via libera del Quirinale “ringrazio tantissimo il capo dello Stato”, aggiunge La Russa. “Sin dall’inizio aveva espresso la sua preoccupazione per quello che ha definito un pasticcio”.