Delitto Castel Madama, come nel film “Bastardi senza gloria”

Pubblicato il 8 Dicembre 2009 - 12:40 OLTRE 6 MESI FA

onofriUn sospetto angoscioso attraversa Castel Madama, il paesino vicino a Roma dove è stato ucciso colpito da un proiettile e pestato con una mazza da baseball un ragazzo di 26 anni per una lite amorosa.

Possibile che, nell’agguato pluriequipaggiato — mazza da baseball, coltello e calibro 22 — Nicolas Iori e i suoi amici si siano ispirati a un film-culto per uccidere Stefano Onofri? La sfida tra Iori e Onofri per Elisa E. (fidanzata del primo, aveva avuto una storia con il secondo) è diventata omicidio.

In una sequenza di allucinato sarcasmo di «Bastardi senza gloria», l’ultimo film di Quentin Tarantino, un alleato colpisce un nazista con la mazza da baseball, mentre gli altri simulano la radiocronaca di una partita. Onofri, ferito, avrebbe supplicato: «per favore non lasciatemi qui». Ma giù altri colpi. In caserma un carabiniere avrebbe chiesto al ragazzo perché Stefano era stato abbandonato, perché, ad esempio non lo avessero lasciato davanti a un pronto soccorso. «Lo credevamo morto», è stata la risposta.

«Gran parte dei giovani di oggi vanno in giro armati e con un atteggiamento di minaccia e di prevaricazione: siamo in una situazione di continua violenza, che più facilmente si sviluppa a causa della facilità dell’uso delle armi. Alla base dell’incontro fra i due giovani che si contendevano una ragazza si è verificata una volontà di dominio e di possesso che non ha niente a che vedere con il concetto di amore. Nessuno dei due ha accettato la volontà della ragazza contesa, in quanto questa è diventata oggetto di possesso, perdendo le caratteristiche di persona e scatenando una spirale di violenza».

Lo ha dichiarato lo psicanalista e criminologo Francisco Mele, analizzando il delitto di Castel Madama. «Nel duello violento -prosegue Mele – si blocca il termostato emotivo per chi ha provocato l’incontro senza cercare dialogo, perdendo il sentimento della compassione fino a portarlo ad uccidere, come già aveva intenzione di fare andando a quell’incontro con due armi mortali, una mazza da baseball ed una pistola».

«È da mettere in risalto, come elemento positivo nel contesto di questo aberrante comportamento di un giovanissimo -conclude- la reazione del padre, che dopo aver ricevuto la confessione del figlio, lo ha denunciato ai carabinieri e ha tentato di salvare la vittima abbandonata agonizzante in un fossato di campagna. L’azione del padre ha rotto quella catena di omertà spesso invalsa nell’ambito familiare, quando un congiunto commette un delitto. Il senso di giustizia di questo padre si scontra invece con il comportamento dei compagni del figlio, che per un frainteso senso di amicizia hanno tentato di nasconderne l’azione delittuosa».

Intanto, ieri sera, 7 dicembre, si è svolta a Castel Madama una fiaccolata per ricordare “il gigante buono”. A Castel Madama, piccolo centro vicino a Tivoli in provincia di Roma, i concittadini e gli amici di Stefano Onofri lo hanno ricordato sfilando in silenzio alla luce di centinaia di fiaccole accese, lungo le strade del paese.