Desirée Mariottini, le parole degli africani: “No soccorsi, meglio che muore”. E Pako, uno di loro: “Avevamo una storia”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Ottobre 2018 - 09:32 OLTRE 6 MESI FA
Desirée Mariottini

Desirée Mariottini, acqua e zucchero mentre moriva. I 4 africani: “Niente soccorsi, meglio che muore”

ROMA – “Acqua e zucchero per tentare di salvarle la vita. Poi quando hanno visto che stava diventando cianotica la hanno messa su un divano, dopodiché moriva”. E’ il racconto fatto da una delle persone presenti all’interno dello stabile abbandonato di vai dei Lucani, nel quartiere di San Lorenzo, a Roma, dove è morta la 16enne Desirée Mariottini. Il tutto è riportato nel decreto con cui la procura di Roma ha disposto il fermo di tre immigrati, accusati di omicidio e violenza sessuale di gruppo. Inoltre i quattro presunti assassini della sedicenne avrebbero detto, rivolgendosi ai frequentatori dello stabile, “niente soccorsi, è meglio che muore”.

Altri dettagli gli fornisce Noemi Cometto, ascoltata in Questura dagli agenti della Squadra Mobile il 24 ottobre: “Desirée è stata violentata per divertimento da quattro adulti dopo avere assunto eroina”. Ha fatto i nomi di due di loro: “Pako e Ibrahim”. Pako è Mamadou Ghara, 27 anni, il primo a essere fermato, tre giorni fa. “Conoscevo Desirée, avevamo una storia, mi aveva detto di essere più grande, di avere 22 anni” avrebbe detto agli agenti. E ancora: “Sì, abbiamo avuto un rapporto sessuale, ma non l’ho stuprata. Quando sono andato via era ancora viva”. 

La dichiarazione più pesante arriva dal testimone Di Leo: “Un giovane africano di cui non ricordo il nome mi ha confidato che lui si trovava dentro al capannone… avrebbe visto Desirée deceduta con gli abiti strappati. Mi diceva che alla sua presenza la giovane si è sentita male quindi le hanno dato acqua e zucchero poi visto che diventava cianotica veniva adagiata su un devano e moriva”. Un altro dei presenti ha detto agli inquirenti di essere entrato “all’interno dello stabile, ho sentito una ragazza che piangeva e urlava frasi come: “Voi l’avete uccisa, voi l’avete violentata” e si rivolgeva a tre uomini chiamandoli per nome: Pako, Sisko e Ibrahim”. Ha anche detto di avere visto una ragazza che “sembrava dormire” su un piccolo letto, semicoperta “alla presenza di 5 o 8 persone di varia nazionalità oltre ai tre già detti”. Dopo, i tre “con molta fretta andavano via. Pako portava una borsa in spalla, uno degli altri aveva con sé una valigia”.

I pm non hanno dubbi. Nel decreto di fermo scrivono che Desirée sarebbe stata “prima drogata e poi sottoposta a ripetuti rapporti sessuali non consenzienti”, come provato anche da “varie lesioni riscontrate sul corpo e sulle parti intime”. Dodici ore di agonia che l’avrebbero portata alla morte. I sospettati avrebbero “anche impedito il soccorso della ragazza ad altre persone presenti cagionandone così la morte”. Per i pm le modalità del delitto sono “efferate”. La misura cautelare viene chiesta anche perché “è concreto il pericolo di fuga considerato che si tratta di cittadini stranieri irregolarmente presenti sul territorio dello Stato”.