Diabetici sfidano l’Himalaya nel “8.027 Tibet Adiq tour”

Pubblicato il 8 Aprile 2012 - 16:57 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Una sfida contro la natura, ma anche contro la malattia: si chiama 'Ottomilaventisette-Tibet/Adiq tour 2012' l'impresa che tenteranno quattro ragazzi affetti da diabete, partiti da Milano in direzione Tibet, dove cercheranno di raggiungere la vetta dello Shisha Pangma, con il suoi 8.027 metri la 14/ma vetta dell'Himalaya.

Marco, Manuel, Enzo e Alberto, affetti da diabete di tipo 1 – la forma precoce della malattia che compare già in età giovanile – saliranno sul lungo versante nord della 'Cresta nevosa sopra i prati' – questo il significato, in tibetano, dello Shisha Pangma – senza ricorrere all'ossigeno supplementare.

Il viaggio sara' seguito dal blog Ottomilaventisette – http://spedizione-tibet.tumblr.com/ – all'interno del portale Diabete.net, dedicato a tutti coloro che soffrono di questa patologia: giorno dopo giorno, verranno raccontati gli entusiasmi, le difficoltà e i traguardi dei quattro ragazzi diabetici attraverso storie, foto, video e audio.

I quattro fanno parte di Adiq, gli Alpinisti Diabetici in Quota, un gruppo di appassionati di trekking e alpinismo che ha imparato a salire in cima alle vette tenendo sotto controllo il diabete, che può influire molto sulla performance sportiva.

"Ogni due ore in attività dovremo misurare la glicemia e capire e dosare bene il correttivo di insulina, se ce n'è bisogno – spiega Marco Peruffo, presidente di Adiq, alla quarta esperienza sull'Himalaya e primo (e finora unico) diabetico italiano a essere salito su un ottomila, raggiungendo la vetta dello Cho Oyu (8021 mt) nel 2002 -. Nei sei viaggi precedenti che ho fatto ad alta quota, mediamente ho aumentato il mio fabbisogno insulinico tra il 20 e il 25% rispetto quello normale a livello del mare.

Dal punto di vista medico, stiamo seguendo tutti gli aspetti, dall'alimentazione alle indicazioni terapeutiche, all'autocontrollo della glicemia e stiamo facendo molti controlli pre-partenza. Quello dell'alta quota è un mondo molto complesso ma se uno ha un po' di esperienza non lo vede con preoccupazione".