Diagnosi sbagliata, medici recidono intestino ad una diciottenne

di redazione Blitz
Pubblicato il 17 Marzo 2017 - 06:45 OLTRE 6 MESI FA
Diagnosi sbagliata, medici recidono intestino ad una diciottenne

Diagnosi sbagliata, medici recidono intestino ad una diciottenne (Foto d’archivio)

SALERNO – Medici sbagliano la diagnosi, e recidono l’intestino alla paziente di 18 anni. Querelati. E’ accaduto a Salerno.  Secondo quanto riferisce Il Mattino,

Secondo l’accusa i medici non avrebbero diagnosticato correttamente i sintomi di una infiammazione dell’appendice scambiandola per una dismenorrea e causando così una congestione e sofferenza delle anse intestinali che hanno reso necessario, in fase di intervento chirurigico, di una resezione intestinale con emicolectomia destra.

In altre parole, secondo quanto riferisce il quotidiano campano i medici hanno dovuto asportare alla giovane di 18 anni una parte “importante” del suo intestino.

I problemi per la ragazza sono iniziati il 13 febbraio del 2014. Era una domenica. Prima il nonno e poi la madre hanno chiamato la guardia medica per chiedere un intervento domiciliare. La giovane, infatti, oltre ad avere il ciclo, aveva dolori acuti al ventre, febbre alta, vomito e diarrea. 

Il medico consiglia loro di chiamare il 118 perché “meglio attrezzati per la visita domiciliare”, riferisce il Mattino. In seguito alla visita il medico somministra alla ragazza una flebo endovena e le diagnostica una sindrome influenzale associata alle mestruazioni.

Nei giorni seguenti il quadro clinico peggiora e viene chiamato il medico di base, che, scrive il Mattino,

conoscendo le problematiche della paziente nella fase mestruale, ritenne inutile fare una nuova visita domiciliare. È un medico amico di famiglia, ma soltanto il 17, a consigliare un immediato ricovero in ospedale a causa di un addome acuto. Una volta al Ruggi i genitori della ragazza, non appena i sanitari le dignosticano una appendicite acuta, ritengono opportuno trasferirla in una clinica privata di Roma dove è stata poi operata e dove i medici hanno trovato un quadro clinico drammatico. Di qui la querela nei confronti dei medici salernitani che non hanno saputo, a detta della vittima, diagnosticare una semplice appendicite.